Oggi ho avuto un’esperienza stupenda e diversa nella foresta amazzonica. Ieri la Suora mi aveva messo in contatto con una signora che mi doveva trasportare in una comunità indigena dei Kichwa ed avevamo preso l’appuntamento per le sette di mattina sulla spiaggia.
Tenendo molto a vivere questa nuova esperienza mi ero presentato prima delle sette sulla spiaggia parlando con la gente del posto che aspettava di trovare clienti o turisti da trasportare nella foresta. Sono passate le sette e non si fa vedere nessuno. Arrivano le otto e ancora niente. Così vado a cercare la casa della Rosa e trovo la signora ferma davanti a un negozio. Alla fine comprende il suo sbaglio e dice che andrà a chiamare il figlio maggiore.
Alla fine è arrivato il figlio che gentilmente mi ha accompagnato con la sua lancia alla comunità che si trova sulla riva del fiume e che aspetta sempre turisti per far visitare la comunità. Essendo l’unico turista della mattinata sono accolto con tutti gli onori dalla comunità, composta da 35 famiglie e 135 persone.
Uno di essi mi ha portato a visitare i locali della comunità come la cucina, l’artigianato locale e quelli per la danza. Dopo con lui siamo andati al Mirador da dove si può vedere benissimo la cittadina di Misahuille. Per arrivare in quel posto abbiamo dovuto superare due fossati di cui uno camminando sul tronco di un albero aiutato dalla guida e l’altro su due tavole traballanti. Mi ha fatto conoscere l’albero del caffè, quello del tè e quello del cioccolato. Al ritorno mi ha fatto vedere un caimano e un lungo serpente che teneva intorno al collo. Alla fine per ringraziarli ho offerto loro una pesce cucinato al cartoccio ed una coca-cola. Verso mezzogiorno sono tornato con la lancia nel piccolo borgo dove ho scelto il posto per dormire. In questo giro mi hanno fatto visitare le varie aule scolastiche dove gli insegnanti stavano svolgendo le loro attività didattiche. Mi hanno permesso che disturbassi per salutare i ragazzi.
Nel pomeriggio sono andato a pochi chilometri da qui per vedere la Ceiba, un albero gigante che 40 persone non riescono ad abbracciarlo. Mi sono divertito a fotografarlo da ogni parte prima di dover rientrare nell’albergo dato che era tardi.
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