Sembrava avere tutto per essere un campione ma non pareva essere un predestinato.
Eppure Caleb Dressel è quanto di più vicino a Michael Phelps si possa immaginare.
Un cannibale delle vasche, uno capace di saltare da una finale all'altra nella stessa giornata senza perdere di competitività.
Lo avevamo conosciuto ai giochi olimpici di Rio con 2 ori nelle staffette.
Nessuna medaglia individuale per lui che a 20 anni compiuti non ancora aveva dato segni di potenza figuriamoci di onnipotenza.
Eppure bastò un anno per convincerci che il nuoto aveva trovato un nuovo padrone.
Ai mondiali di Budapest vinse 7 ori. 7 gare e 7 ori. 3 staffette e 4 individuali.
Era nata una stella.
Come spesso è accaduto in passato a grandi talenti a stelle strisce non sempre un'affermazione cosi esplosiva è stata seguita da risultati simili e da una forte continuità.
Ai mondiali coreani di settimana scorsa Dressel ha confermato i 4 ori individuali e non è riuscito ad eguagliare o superare il suo record precedente solo a causa di staffette meno competitive di quanto si potesse pensare.
6 ori e 2 argenti per lui, una faccia da sex symbol e uomo dei campionati.
Ha battuto un vecchio record di Phelps, quello dei 100 farfalla rendendo ancora più diretto il confronto con il più grande nuotatore della storia.
Tokyo 2020 è vicinissima e l'assalto al record dello squalo di Baltimora è dietro l'angolo.
Ci riuscirà?