“Il ruolo dell’insonnia nell’Alzheimer”

Ci sono dei periodi durante l’università, nel quale ci si trova davanti ad una scelta. Solitamente ci si focalizza su tre aspetti: ottenere dei voti alti, avere una vita sociale e dormire. Una delle tre va sacrificata se si vuol riuscire a fare le altre due in modo appagante. Molto spesso quello che viene sacrificato è il riposo.
In età adulta, dovremmo fare questa scelta in modo più responsabile, infatti il futuro della nostra salute dipende anche da questo.
Comunemente, le persone anziane presentano dei disturbi del sonno, fatto che secondo recenti studi sia sugli esseri umani e sugli animali evidenziano il collegamento tra la qualità del sonno ed i biomarkers per la malattia di Alzheimer. La carenza di sonno è risultata essere collegata all’aumento della formazione della proteina amiloidea, suggerendoci che eventi come l’insonnia, promuovano la formazione di placche amiloidee e di altri fattori patologici come le taupatie(1) e gli stati infiammatori.
A questa data, non è ancora stata determinata la fase del sonno nel quale viene modulata la produzione di β-amiloide o di altri biomarkers per questa patologia. Soprattutto, sono necessari ulteriori studi per determinare se davvero un’alterata qualità e durata del sonno possa provocare o accelerare la progressione dell’Alzheimer.
Un’ipotesi che sembra avvalorare la correlazione insonnia/Alzheimer prende in considerazione il fatto che, è durante il sonno profondo che il cervello riesce a svolgere un processo di “pulizia” dalle tossine nocive, tra cui l’amiloide. I disturbi del sonno, interferendo con questa attività, portano all’accumulo di materiali “di rifiuto” aumentando il rischio di ammalarsi.
Il sonno potrebbe essere un nuovo bersaglio terapeutico per la prevenzione e la lotta contro i disturbi della memoria negli adulti più anziani e in quelli che già presentano una forma di demenza. Nonostante la sottoscritta ha ancora un po’ di anni davanti a sé prima di potersi definire “di mezza età”, quello che prediligo fare è la PREVENZIONE!
Non mi resta altro da fare che augurarvi la Buona Notte!

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Note:

(1) Le taupatie sono delle patologie neurodegenerative caratterizzate da un anomalo metabolismo della Proteina tau, la quale si accumula interferendo con le normali funzioni neuronali (specialmente le funzioni cognitive).
(2) Longe praestantius prevenire quam curare es!, “Prevenire è meglio che curare!”

Bibliografia:

• Yo-El S. Ju et al “Slow wave sleep disruption increases cerebrospinal fluid amyloid-β levels” - “Brain” (2017) Volume 140(8): 2104–2111
• Lulu Xie et al “Sleep Drives Metabolite Clearance from the Adult Brain” - “Science” (2013) Volume 342 (6156): 373-377