In una bella villa in stile coloniale, nel quartiere migliore di Providence, capitale dello Stato del Rhode Island (Stati Uniti), nacque nel 1890 uno dei più gradi scrittori di racconti dell’orrore: Howard Phillips Lovecraft.
Io, da sua grande ammiratrice e divoratrice di libri quale sono, ho letto tutti i suoi racconti lasciandomi trascinare nel suo mondo di tenebra e terrore, ammirando il suo modo di pensare e la sua grande capacità di porsi faccia a faccia con le sue paure.
La vita di Lovecraft non fu delle più serene. Entrambi i genitori finirono in manicomio (prima il padre e in seguito anche la madre) e la sua infanzia fu un percorso solitario, siccome non aveva parenti della sua età e la madre preferiva affidare la sua educazione a tutori privati piuttosto che mandarlo alle elementari. Così il piccolo Howard si aggira da solo tra le stanze della grande casa, una casa strana, ricca di ombre venute dal passato, di ricordi dei tempi andati appartenenti al nonno materno, un gentiluomo discendente da una famiglia di antico ceppo inglese.
Ma Lovecraft trova subito il modo per colmare la sua solitudine nei libri di cui la casa è piena, trovando così l’alimento principale della sua fantasia. Grazie a questi volumi e alle influenze del nonno e della nonna, i suoi interessi prendono subito direzioni ben definite e davanti a lui si apre la strada verso la fantasia e l’astronomia, sviluppando anche una propensione verso il mondo classico che lo porta a maturare una sorta di spiritualità neo-pagana verso la mitologia greca.
Ed è in questa realtà solitaria, in questo mondo tra presente e passato, tra ragione e follia, che si manifesta repentino e irruente l’incubo, quell’incubo dal quale inizia la sua propensione verso il mondo dell’orrore. Nel gennaio del 1896 nella casa comincia ad aleggiare un’atmosfera cupa a causa della morte della nonna, e le vesti nere per il lutto della madre e delle zie ispirano il lui ripugnanza e paura. Accade così che la sua naturale vivacità scompare per lasciare spazio agli incubi più oscuri, popolati di esseri che lui decide di chiamare “Night Gaunts”, ovvero “Magri Notturni”. Queste creature erano cose nere, magre e rugose, con lunghe code pelose, ali di pipistrello e nessuna traccia di un volto, che si divertivano ad alzarlo in volo, trascinandolo nello spazio a velocità paurose.
Questi esseri spaventosi, insieme a molte altre creature orride e deformi, sono alla base della narrativa di Lovecraft, il quale sceglie di trasformare questi suoi spaventosi sogni in veri e propri racconti.
Trovo straordinaria questa sua capacità di fare sogni così vividi tanto da riuscire a trascriverli per poi modificarli e tramutarli in brevi storie. Lovecraft in questo modo ha voluto condividere con i suoi lettori le sue più grandi paure, ha voluto mostrare al mondo che anche dal terrore si può trarre ispirazione. Al richiamo dei Magri Notturni, lui non volle né chiudere gli occhi né fuggire, ma scelse di razionalizzare l’incubo. Ad ogni suo orrore assegnò un nome, un’origine e una funzione. Individuato così il nemico, trovò il mezzo per combatterlo.
Personalmente, alcuni dei suoi racconti che ho trovato più terrificanti e allo stesso tempo più affascinanti sono “L’orrore a Red Hook”, “Il divoratore di spettri”, “I servi di Satana”, la celebre saga di Randolph Carter e le spaventose storie del ciclo di Cthulhu, la terrificante divinità dalla testa di piovra che aspetta il suo risveglio nell’abissale città di R’lyeh.
Ultimamente sono stati realizzati anche molti interessanti fumetti riguardo alle storie di Lovecraft che vale la pena di leggere se siete amanti dell’orrore ma allo stesso tempo preferite le vignette ai libri.
Howard Phillips Lovecraft concluse il suo viaggio sulla Terra il 15 marzo 1937, cinque giorni dopo che gli fu diagnosticato un tumore all’intestino tenue. La sua tomba si trova allo Swan Point Cemetery di Providence, la città in cui nacque, visse e morì e della quale così tante volte parlò nei suoi scritti.
Voglio infine concludere con una frase celebre di questo straordinario scrittore: "Non è morto ciò che in eterno può attendere, e col volgere di strani eoni, anche la morte può morire".
Fonti immagini: prima immagine di proprietà dell'autore;
seconda immagine [Immagine CCO creative commons](https://www.google.it/search?q=lovecraft&tbm=isch&source=lnt&tbs=sur:fc&sa=X&ved=0ahUKEwjz7e6_4NTYAhXDDMAKHYfyBH8QpwUIHw&biw=1366&bih=613&dpr=1#imgrc=tjM9Mzshtp0HvM:);
terza immagine [Immagine CCO creative commons](https://www.google.it/search?q=night+gaunts&tbm=isch&source=lnt&tbs=sur:fc&sa=X&ved=0ahUKEwjakJKO29TYAhWKK8AKHZ2pADsQpwUIHw&biw=1366&bih=613&dpr=1#imgrc=FmSCga2W9abN1M:);
quarta immagine [Immagine CCO creative commons](https://www.google.it/search?q=cthulhu&tbm=isch&source=lnt&tbs=sur:fc&sa=X&ved=0ahUKEwjXq_X94NTYAhXkKMAKHZ3rCJYQpwUIHw&biw=1366&bih=613&dpr=1#imgrc=av1efwKKyCb_LM:);
quinta immagine [Immagine CCO creative commons](https://www.google.it/search?q=lapide+di+lovecraft&tbm=isch&source=lnt&tbs=sur:fc&sa=X&ved=0ahUKEwiO2en02tTYAhXCKewKHVsXAhIQpwUIHw&biw=1366&bih=613&dpr=1#imgrc=dGJNoT1_VUFQ_M:).
Ho letto qualcosa... e Poe? Lovecraft veniva un pò definito come il suo erede... ti piace?
Sì ho letto anche i racconti di Poe. Penso che il modo di narrare di Poe sia un po' più poetico rispetto a quello di Lovecraft che rimane un po' più gotico come stile
penso sia vero, lo preferisco... Di Poe ho tutto, hai presente i mammut della Newton e Compton?
Sì, io ho il mammut di Lovecraft, quello raffigurato nella prima immagine del post
:)... infatti mi sembrava, io ho quello di Poe
Ecco, Lovecraft è un autore che adoro e mi interessa tantissimo :) Ho letto tutti (o quasi) i suoi racconti, adoro la sua narrazione ed il suo modo di instillare la paura e l'angoscia senza neanche il bisogno di farti vedere il vero terrore negli occhi.
Di recente ho fatto da master ad una one-shot di gioco di ruolo, ispirato al racconto "Il Tempio" di Lovecraft (dei quali possiedo anche il fumetto uscito di recente). Stupendo :)
Sì, è davvero un autore straordinario. Il modo in cui riesce a trasportare le spaventose creature dei suoi incubi nella realtà dei racconti non ha pari :)