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Stile a tronco dilavato
Sharimiki
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Come abbiamo visto nel precedente post, lo “Shari” è una pratica che interessa parti di tronco secco che va a creare lavorazioni artificiali sulle parti morte della pianta, donandole uno spettacolare effetto drammatico ed antico.
In questo stile è preponderante nella composizione della pianta la presenza di legno secco, che viene accuratamente levigato ed intagliato a donargli la forma voluta, la parte morta di pianta viene quindi preservata dall’inesorabile e naturale deperimento che ha il legno secco attraverso trattamenti appositi (liquido Jin o equivalenti). Questa pratica, utilizzata soprattutto sui ginepri, può arrivare all’estremo di mantenere solo una sottile venatura di tronco vivo all’interno di una composizione con il 90% o più di legno secco lavorato ad arte. Questo stile, complesso quanto efficace esteticamente, sebbene possa sembrare un’esagerazione tecnica è in realtà una riproduzione di eventi naturali reali di cui i principali artefici sono i fulmini che colpiscono per esempio un pino in montagna: come sappiamo infatti le conifere hanno la caratteristica di lasciar seccare la parte della pianta senza vegetazione (colpita dagli eventi meteorologici) per spingerne la creazione di nuova in un’altra zona, in questo modo si creano naturalmente parti secche e parti vive sulla stessa pianta, lavorate naturalmente dagli agenti atmosferici.
Tipicamente, all’interno del nostro bonsai in stile Sharimiki la parte secca parte già a livello del suolo direttamente all’attaccatura delle radici per poi ingrandirsi verso l’alto e terminare in alcuni Jin (ramificazioni secche) di dimensioni diverse. Tecnicamente sarà molto difficile preservare a lungo una tale massa di legno secco che avrà bisogno di costanti cure per rallentarne il naturale disgregamento, ed oltre ad insetti e parassiti bisognerà prestare particolare attenzione all’umidità che dovrà interessare il meno possibile le parti secche sia dal punto di vista della conservazione quanto dal punto di vista estetico in quanto il legno secco perde il proprio colore naturale tramutandosi in uno scheletro naturale di colore bianco tipico di questo stile.
Stile a radici esposte
Neagari
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Questo stile ha come principale soggetto compositivo le radici esposte che emergono dal terreno nella direzione del tronco creandone un interessante effetto di levitazione, in cui la pianta sembra sospesa dal vaso sorretta solo da alcune esili radici infilate nel terreno. Non vi sono particolari caratteristiche tecniche compositive da seguire che possono essere assorbite da altri stili, l’unica cosa che deve impressionare è l’apparato radicale rialzato e molto presente nella composizione.
Dal punto di vista pratico la realizzazione di un bonsai in questo stile è abbastanza semplice, durante i rinvasi sarà sufficiente infatti alzare la pianta rispetto al livello del terreno lasciando scoperte mano a mano negli anni sempre più porzioni di radici. Naturalmente il processo dovrà essere lungo e ben calibrato per far si che le radici abbiano il tempo di svilupparsi e sorreggere meccanicamente l’intera pianta.
Sempre belli questi post sui bonsai, davvero interessanti e particolari, sono delle stupende piante in miniatura, e le tue descrizioni sono molto curate e precise, complimenti
Ti ringrazio!
Ancora i bonsai come grandissimi protagonisti su Steemit. Bravo!
Bene ho trovato un altro amante dei Bonsai.
Allora siamo in 3.
Sono molto felice.
Proprio così!