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RE: Del recente passato e del prossimo futuro

in #ita6 years ago

Ci spiace quando le persone rimangono deluse, per quanto questo faccia parte della normale convivenza, sia del tutto fisiologico all’interno di qualsiasi aggregato umano e sia in ogni caso sacrosanto avere opinioni/visioni divergenti, ci mancherebbe altro. Le modalità di comunicazione, per quanto limitate dal mezzo (chat o post) sono perfettibili ma anche qui le valutazioni fatte sono squisitamente personali. Altro discorso sono i contenuti. Questa è una comunità sui generis che si muove per altro in un sistema sperimentale, (steem) all’interno di un mondo, quello della Blockchain e delle crypto valute in continuo divenire. Non è una comunità paritetica perché nata dall’iniziativa privata di persone intraprendenti, vincolata a ruoli stabiliti e da investimenti di natura economica e di ore/lavoro. Alcuni investono di più, altri di meno. La densità di potere è variabile e non ci sono elezioni che sanciscono leadership in base al voto. Questo non vuol dire che non si possa discutere, tutt'altro. Ma vuol dire, a differenza di altre comunità dove la regolamentazione è totalmente fuori discussione, che qui le regole si propongono, si mettono in comune e poi si accetta di aderirvi o meno. Ma non si può pensare di ridiscuterle tutti i giorni e di chiedere il parere di ciascun membro della comunità per scriverle e se non si senta offeso o deluso da qualcuna di queste, perché in contrapposizione ci sono decine o centinaia di altri utenti che diversamente sono d’accordo.

Poi, vuoi sapere se sei educato? Sì, sei molto educato e molto ragionevole.
Vuoi sapere se ci riferivamo, in particolare, ai tuoi commenti? No.
Ma questo ovviamente non cambia le cose dette poco sopra.

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Non fa una piega!

Grazie per la risposta.
Se siete interessati al dialogo dialogate, questo significa confrontarsi con quello che hanno da dire gli utenti della comunità (come ad esempio sono io), e io non ho mai proposto un sistema di voto per prendere decisioni, oppure una forma democratica per decidere i ruoli all'interno del/dei gruppo/i di lavoro. Non l'ho mai proposto, anche se ho detto che una struttura democratica era la migliore cosa se avevamo da una parte un benefattore e dall'altra una comunità (ma non penso che questa sia la situazione, quindi mi va bene anche una struttura non democratica, che sia trasparente).

Tuttavia devo usare la matita rossa:

Questa è una comunità sui generis che si muove per altro in un sistema sperimentale, (steem) all’interno di un mondo, quello della Blockchain e delle crypto valute in continuo divenire. Non è una comunità paritetica perché nata dall’iniziativa privata di persone intraprendenti, vincolata a ruoli stabiliti e da investimenti di natura economica e di ore/lavoro. Alcuni investono di più, altri di meno. La densità di potere è variabile e non ci sono elezioni che sanciscono leadership in base al voto.

Comunità sui generis? Perché? A me non sembra, sembra invece che questo gruppo si muova all'interno di una struttura gerarchica molto "antica".

Si muove in un sistema sperimentale (steem)? Questo è vero da un punto di vista tecnico, ma non influisce sul fatto che voi prendiate decisioni senza rispettare la comunità, parlo semplicemente di educazione, si chiudono i servizi, è nel vostro diritto, ma si spiegano immediatamente i motivi, si tratta di rispetto e di educazione oltre che di comunicazione, o mi dite che questo dipende dalla natura sperimentale di steem? E come questo anche altro.

Non è una comunità paritetica? Non esistono comunità paritetiche, a prescindere dal fatto che siano nate dall'iniziativa privata di persone intraprendenti, ecc. ecc. Esistono comunità che dicono chiaramente come sono strutturate e quali sono gli obiettivi (anche della struttura) e comunità che non lo dicono in modo chiaro, queste ultime spesso giocano sulla mancanza di chiarezza per avere un consenso e una partecipazione che altrimenti sarebbe più difficile ottenere.

Leggendo le vostre argomentazioni, e scherzando un po' (permettetemelo) come si fa su discord quando uno steemitiano dice una corbelleria tecnica sul funzionamento di steemit, io direi che lo staff di steempostitalia dovrebbe andare all'asilo. 🙂
Argomenti da approfondire: cos'è una comunità, e come si gestisce? Cosa significa trasparenza? Come si comunica sul web (oltre i comunicati ufficiali)? Cosa significa dialogare con gli altri appartenenti della comunità? Cosa significa confrontarsi sulle idee e sullo sviluppo della comunità (non di SPI)?

Bene! Servirebbe un buon maestro di asilo, io potrei farlo (nel mio curriculum ho anche una lezione fatta a Platone), ma non sono mai stato capace di motivare gli studenti meno motivati (e questa è forse la qualità migliore di un buon maestro di asilo).
Sto scherzando... senza cattiveria, provocazione o derisione... 😁

@anedo io ho sempre considerato le tue argomentazioni molto pertinenti e, soprattutto, poste con molto garbo. Credo che con queste basi, non ci sia nessun problema di comunicazione. Io, ho criticato, sia il limite di due post per autori su PostIt, sia il divieto all'uso dei BOT. Critiche che in un caso sono state ascoltate nell'altro no. Questo significa che chi è al vertice, proprio nell'ottica di una crescita collettiva, pone in essere interventi migliorativi o quanto meno che nelle premesse siano tali.
Ovviamente un sistema democratico perfetto è tale quando si auto regolamenta, sia nelle cariche che nella gestione economica. In questo caso è un sistema zoppo perchè è innegabile (e lo abbiamo visto in questi giorni) che senza interventi di terzi che finanziano il progetto, la crescita di ognuno di noi sarebbe nulla.
Ecco perchè credo che in questa "democrazia-zoppa" bisogna trovare il giusto trade-off tra l'ascoltare tutte le proposte ed il fare sempre ciò che i vertici decidono.
La democrazia è sempre difficile da gestire, a maggior ragione quella digitale.
Pur essendo io un fermo sostenitore del libero pensiero, mi rendo conto che in questo contesto servono delle regole ferree a cui adeguarsi se no sarebbe il caos.
Io, dal canto mio, continuerò a dire quello che penso, sempre nel massimo rispetto delle persone e dei ruoli all'interno di questa community.

Grazie @marcuz, ti seguo e ti stimo.

D'accordo con quasi tutto quello che hai detto:

  • il vertice secondo me cerca di lavorare anche nell'ottica della crescita collettiva (se non pensassi questo smetterei di dire la mia e me ne scapperei a gambe levate).
  • sistema democratico perfetto? Difficile, ma secondo me non necessario, si può fare anche in altri modi, quello che non deve mancare però è il rispetto reciproco, che si misura anche nella capacità (qualità) di dialogo. Quindi, ben vengano anche sistemi verticistici dovuti al fatto che ci sono finanziatori che rendono possibile un percorso. Non mi pare che su questo abbia detto cose contrarie.

Ecco perchè credo che in questa "democrazia-zoppa" bisogna trovare il giusto trade-off tra l'ascoltare tutte le proposte ed il fare sempre ciò che i vertici decidono.

Secondo me una cosa è il percorso reso possibile dai vertici (con i loro finanziamenti) e un'altra cosa è il confronto, i vertici non possono permettersi (secondo me) di fare pressioni su come ci si confronta o come si dialoga, ma su questo punto (che non ha nulla a che vedere col percorso possibile solo con i finanziamenti) devono semplicemente partecipare alla pari (senza trincerarsi in una comunicazione che non può neanche definirsi "aziendale", direi più da editto), e per far questo non è neanche necessario un sistema democratico, basta volerlo.

Io non ho mai espresso dubbi sulla presenza dei ruoli o sulla legittimità di fare delle scelte, ho solo sottolineato la retorica del dire "siamo una comunità" e l'incapacità (o mancanza di volontà) di produrre un confronto paritario (questo sì che lo chiedo). Cioè ognuno partecipa dicendo quello che pensa (in modo sincero e leale) poi chi può decidere all'interno di certi ambiti deciderà (perché ha un ruolo per poterlo fare).