Oggi avrei voluto prendere una pausa dalle discussioni riguardo il COVID-19, lasciando spazio per un giorno alle parole di un medico torinese; vedo però dilagare ovunque notizie, ma sarebbe meglio dire pseudo notize, riguardo il 5G e le suo presunte responsabilità in quello che sta accadendo, e ho quindi deciso di fare un po’ di chiarezza a riguardo.
Prima di analizzare nello specifico il rapporto 5G-pandemia, ritengo sia giusto compiere un’analisi precisa e, soprattutto, ben documentata, riguardo le possibili conseguenze che questa nuova tecnologia potrebbe avere sulla salute pubblica. Da mesi, infatti, in tutta Italia si assiste ad un accesa battaglia contro il 5G, le cui motivazioni, però, non sono ben chiare nemmeno a coloro che protestano. Analizziamo quindi i fatti.
Cos’è il 5G?
È il nuovo standard per le telecomunicazioni mobili, e nei prossimi anni sostituirà l’attuale tecnologia 4G che tutti noi utilizziamo tramite lo smartphone. Segnerà un importante passo avanti rispetto alla situazione attuale, e dovrebbe arrivare a garantire velocità di rete molto elevate e tempi di latenza estremamente ridotti. Utilizza delle frequenze elevate che, fino a poco tempo fa, non eravamo in grado di sfruttare per le telecomunicazioni, e le onde elettromagnetiche generate prendono il nome di onde millimetriche.
È pericoloso per l’uomo o per gli animali?
La risposta corretta è sì. Ma è pericoloso in modo del tutto simile all’attuale 4G, al vecchio 3G e così via. Sospettiamo da sempre che l’uso prolungato dei telefoni cellulari possa causare dei danni, eppure è ragionevole pensare che un uso attento e corretto garantisca un rapporto costo-benefici accettabile. Dopo tutto facciamo lo stesso ragionamento con le automobili: sappiamo bene che generano inquinamento, ma fanno parte del nostro mondo, e pensiamo che si possa fare un compromesso. Si può essere più o meno in accordo con questa affermazione, ma la verità è che io non conosco nessuna persona che possa essere considerata totalmente “pulita” nei confronti dell’ambiente, e anche i più ferventi detrattori del 5G utilizzano quotidianamente il loro telefono e la connessione 4G per entrare su Facebook a diffondere la loro religione. A casa mia questa si chiama ipocrisia. Ma andiamo avanti…
Siamo sicuri che non sia più pericoloso delle vecchie tecnologie?
Ne siamo ragionevolmente sicuri, ma per esserne certi si stanno facendo parecchi studi a riguardo. Ad oggi, sappiamo che i campi magnetici intensi hanno alcuni effetti collaterali sugli organismi, in particolare innalzamento della temperatura basale e sviluppo di tumori maligni e benigni; i tumori, però, potrebbero essere conseguenza diretta dell’aumento della temperatura. A differenza della radiazione UV, infatti, non è mai stata osservata la capacità dei campi elettromagnetici di alterare il DNA cellulare, condizione base per lo sviluppo di un tumore.
Alcuni studi sostengono, invece, che esistono numerose prove della pericolosità del 5G.
Quest è falso. Ad oggi non esistono, per ovvi motivi, studi sperimentali sul 5G. Quelli ripresi dai giornali sono studi generici sulle conseguenze dei campi elettromagnetici, per nulla specifici e per nulla inerenti alla tecnologia 5G.
Fatte queste premesse possiamo analizzare un po’ meglio la situazione. Gli organismi soggetti a forti campi elettromagnetici possono effettivamente subire alcuni danni; proprio per questo motivo l’industria delle telecomunicazioni è soggetta a limiti ben precisi stabiliti, tra l’altro, da convenzioni internazionali. Tutte le emissioni devono necessariamente restare entro questi standard, che garantiscono ampiamente che venga rispettata una soglia di assoluta sicurezza. L’Italia, oltre a rispettare le linee guida internazionali, si è dotata di una normativa ancora più stringente, garantendo ulteriormente la salute dei propri cittadini.
Anche le emissioni legate al 5G dovranno rispettare questi limiti ovviamente.
Le frequenze utilizzate da questa nuova tecnologia, inoltre, hanno caratteristiche diverse da quelle che venivano sfruttate dal 4G: l’elevata frequenza, per esempio, comporta una minor capacità di penetrare le superfici e di aggirare gli ostacoli. Questo rende necessaria l’installazione di tante “piccole” antenne, al posto delle poche “grandi” antenne a cui eravamo abituati. Il vantaggio di queste piccole antenne sarà la possibilità di lavorare a basse potenze, poiché non sarà necessario generare un segnale che viaggi per lunghe distanze. L’inquinamento elettromagnetico di base, quindi, potrebbe addirittura diminuire, o quanto meno omogeneizzarsi evitando picchi elevati in corrispondenza delle antenne più grosse. La scarsa capacità di penetrare le superfici, infine, implica anche una bassa capacità di penetrare negli organismi, uomo compreso, mitigando enormemente la possibilità di creare danni importanti.
Come sempre, non mi piace parlare senza mostrare le fonti, e vi segnalo quindi questo interessantissimo articolo (di cui riporterò le fonti anche in fondo al post) di Alessandro Polichetti del Centro Nazionale per la Protezione dalle Radiazioni e Fisica Computazionale dell’Istituto Superiore di Sanità. Se qualcuno ritiene che esistano canali YouTube o catene Whatsapp più attendibili del dottor Polichetti, beh… Il 5G è evidentemente l’ultimo dei suoi problemi.
Alla luce delle conoscenze attuali, quindi, non solo possiamo ragionevolmente ritenere che il 5G non presenti rischi particolari per la nostra salute, ma dobbiamo addirittura considerare l’ipotesi che, quando avrà sostituito completamente le attuali tecnologie 3G e 4G, l’inquinamento elettromagnetico potrebbe risultarne diminuito.
5G e coronavirus
Ma in che modo questa discussione può esserci utile per valutare la possibilità o meno che questa tecnologia stia avendo delle responsabilità nella pandemia da COVID-19.
Prima di tutto, considerato che non esistono prove a supporto della sua pericolosità, e che nessuno studio ha mai rilevato la benché minima interferenza dei campi magnetici con il sistema immunitario, è sciocco pensare che la sua sperimentazione possa in qualche modo aver reso più suscettibili di infezione le persone.
Inoltre, le tesi utilizzate dai complottisti del 5G muovono i loro passi da notizie false, e questo è estremamente grave. Le aree di Bergamo e Brescia, a cui solitamente fanno riferimento queste teorie, infatti, non risultano ad oggi coperte da nessun operatore per la sperimentazione del 5G. Così come sicuramente non sono coperte le campagne dei comuni di Codogno e Vo Euganeo, dove tutto ha avuto inizio. Allo stesso modo, considerato il drammatico aggravarsi della situazione in paesi come il Brasile, mi sembra chiaro che il collegamento COVID-5G non abbia motivo di esistere.
Ma ad ogni modo, voler collegare il 5G all’epidemia solo perché entrambi trovano la loro massima espressione nelle regioni del Nord Italia, equivale esattamente, da un punto di vista logico, a sostenere che la causa dell’elevato numero di contagiati e morti al Nord sia da ricercarsi nella polenta, perché al Nord se ne consuma in quantità. Cosa c’è di diverso? Sono entrambe due teorie basate sull’osservazione, entrambe senza alcun supporto scientifico… Eppure, non ho sentito nessuno lamentarsi della polenta.
Concludo citando altre due teorie imbarazzanti. La prima riguarderebbe l’ipotesi che il virus non sarebbe altro che una tossina generata dalle nostre cellule in seguito ai danni subito dal campo elettromagnetico. Ecco, che dire a riguardo? Conosciamo i virus più o meno dagli inizi del ‘900, e mi sembra abbastanza stupido pensare che sia stato messo in atto un complotto lungo più di un secolo per nascondere a tutti la vera natura di questi patogeni. Ma non si sa mai, magari già due secoli fa gli scienziati stavano pensando a come diffondere il 5G, e quindi hanno mentito per agevolare le cose a chi sarebbe venuto dopo. Proporre una teoria del genere può significare solo due cose: una ingiustificata ignoranza, o una totale malafede.
La seconda teoria accosta invece vaccini e 5G, arrivando a sostenere che alcuni vaccini somministrati alla popolazione potrebbero essersi attivati a seguito dell’inizio delle sperimentazioni; ecco, anche in questo caso direi che l’ignoranza la fa da padrone, perché significa non avere minimamente idea di come funziona un vaccino.
Mi rivolgo ora ai sostenitori di queste assurde teorie. Vivere nel mondo di oggi è già abbastanza difficile, senza che sprechiate energie per ricercare complotti dietro ogni angolo. Se proprio avete necessità di cercarne uno, che sia uno! Scegliete quello che più vi convince, e portatelo avanti con coerenza. Non potete prendere un calderone e riempirlo con tutte le vostre stronzate ogni volta che succede qualcosa fuori dall’ordinario, perché, vi svelo un segreto, a volte capita anche lo straordinario. Non c’è nulla di strano.
Se qualcuno avesse pianificato davvero di rovinare il nostro paese, pensate davvero che avrebbe organizzato un piano talmente articolato da prevedere vaccinazioni di massa, rilascio di un virus in un continente lontano, indebolimento della popolazione tramite 5G, e via dicendo?
“Ma se così tanti sostengono queste teorie, un fondo di verità ci dovrà pur essere” scriverà ora qualcuno nei commenti. Dopo tutto, in questi giorni ci siamo resi conto della quantità di asini che popola anche questa piattaforma. Ma per una volta invece che uno scienziato citerò un comico, cha a sua volta ha citato Marco Aurelio:
Il parere di 10.000 uomini non ha alcun valore, se nessuno di loro sa niente sull'argomento.
Bibliografia
- GSM Association (GSMA), "Improving wireless connectivity through small cell deployment,
2017". - International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection (ICNIRP), “Guidelines for
limiting exposure to time-varying electric, magnetic and electromagnetic fields (up to 300 GHz)".
Health Phys. 1998 Apr; 74(4):494-522. - D.P.C.M. 8 luglio 2003, “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli
obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici
ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz”. - International Agency for Research on Cancer (IARC), “Non-Ionizing radiation, Part II:
Radiofrequency Electromagnetic Fields”, Monographs on the Evaluation of Carcinogen Risks to
Humans vol. 102. Lyon: IARC; 2013. - International Agency for Research on Cancer (IARC), “IARC Monographs Questions and
Answers”, 2015. - Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks (SCENIHR), “Potential
health effects of exposure to electromagnetic fields (EMF)”. Luxembourg: EC - DG Health and Food
Safety - Public Health, 2015. - National Toxicology Program, U.S. Department of Health and Human Services, “Cell Phone
Radio Frequency Radiation”, 2018. - Falcioni L et al., “Report of final results regarding brain and heart tumors in Sprague-Dawley
rats exposed from prenatal life until natural death to mobile phone radiofrequency field
representative of a 1.8 GHz GSM base station environmental emission”, Environ Res. 2018
Aug;165:496-503. - Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, “Ostacoli nell’installazione di impianti di
telecomunicazione mobile e broadband wireless access e allo sviluppo delle reti di
telecomunicazione in tecnologie 5G”, Bollettino Settimanale, Anno XXVIII - n. 49, 31 dicembre - International Agency of Research on Cancer (IARC), “Radiation”, Monographs on the
Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans. A Review of Human Carcinogens vol. 100 D. Lyon:
IARC; 2012. - Agence Française de Sécurité Sanitaire de l’Environnement et du Travail (AFSSET), Évaluation
des risques sanitaires liés à l’utilisation du scanner corporel à ondes ‘millimétriques’ ProVision 100. Rapport d’expertise collective. Février 2010.
Ciao @knfitaly, allora...
Per quanto riguarda i virus: quando si dice che un virus si porta dietro dei pezzi delle specie da cui arriva si intende che, proprio per la sua modalità di replicazione, generalmente esso si "porta via" qualche sequenza del DNA dell'ospite. Questo viene usato anche per capire i movimenti dal virus all'interno delle popolazioni della stessa specie. Di solito, però, questi pezzi abusivi non influiscono sull'aggressività del virus e vanno a collocarsi in zone del genoma "inutili". La diversa aggressività dei virus dipende invece proprio da mutazioni totalmente casuali; nel caso del SARS-CoV-2, per esempio, è mutato il recettore RBD del virus, che lo ha reso più affine ai nostri recettori ACE2 rendendolo pericoloso. Vado a memoria, quindi potrei essere impreciso, ma il recettore dovrebbe essere costituito da una tripletta di amminoacidi, quindi 9 basi. Basta la mutazione di una base per cambiare la configurazione dell'intero recettore.
Riguardo la "consapevolezza" del virus, invece, è proprio come dici. Ovviamente non si tratta di una consapevolezza vera e propria, ma del classico meccanismo di selezione naturale: ogni virus, per replicarsi, ha bisogno di un ospite; se il virus uccidesse rapidamente il suo ospite, questo non farebbe in tempo ad infettare gli ospiti successivi, e quindi dopo il primo ciclo anche il virus scomparirebbe. Al virus quindi conviene essere il più silente possibile, così da riuscire a replicarsi e a trasmettersi. L'ebola, per esempio, ha una mortalità molto alta, e uno dei motivi per cui non è mai divenuta una pandemia è proprio che uccide troppo velocemente i suoi ospiti.
Facciamo un esempio con il SARS-CoV-2: attualmente il virus è in serio pericolo, perché tra vaccino in arrivo e misure di contenimento varie potremmo un giorno riuscire a raggiungere il famoso "contagio zero"; se però esso dovesse mutare, diventando casualmente meno violento, ecco che ci troveremmo difronte a due versioni molto simili dello stesso virus. Quella più violenta continuerebbe a essere combattuta con forza, mentre la forma più lieve potrebbe essere effettivamente scambiata per infuenza e "lasciata circolare"; a questo punto, col passare degli anni ci ritroveremmo verosimilmente con un SARS-CoV-2 meno pericoloso, e la forma mutata prenderebbe il posto di quella originale.
In realtà bisogna precisare che non abbiamo nessuna certezza che questo possa accadere veramente, perché il meccanismo della selezione naturale funziona bene su tempi molto lunghi... Tempi che noi abbiamo drasticamente ridotto con la globalizzazione.
Grazie mille per la spiegazione, sempre disponibile 👍👍👍
Un saluto, nicola
Post ripubblicato sulla Pagina Facebook di Hive Italia
C'è un paio di domande che volevo farti, e adesso sfrutto l'occasione...
Ogni tanto saltano fuori questi virus che sono più cazzuti dei suoi predecessori. È una cosa ciclica o sono solo determinati da evoluzioni naturali dovuti al caso. Del tipo un po' di citosina qua, si infila un po' di adenina là "ad cazzum". Cioè... Se un virus si porta dietro il DNA della specie precedente, perché ogni tanto risulta più violento e altre volte molto meno? Non dovrebbe essere un crescendo?
Altra cosa... Molto tempo fa avevo visto un documentario proprio sui virus e in qualche maniera si diceva che lo stesso virus acquistasse una propria "consapevolezza" sul fatto di essere più o meno mortale. Il documentario si riferiva alla Spagnola alla fine della Grande Guerra, se il virus uccideva tutti avrebbe messo fine anche alla propria esistenza e quindi per preservare la specie era meglio che si desse una calmata. Fattibile?
Vabbè scusa per le mie divagazioni... sono sotto effetto da crisi di reclusione forzata
Un saluto, nicola
Ho sbagliato e ho messo la risposta in un commento a sé stante 😅 la trovi comunque qui sopra...
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