Passeggiando in bicicletta...

in #ita6 years ago

È una bella giornata di primavera e ho voglia di farmi un giro in bicicletta e ne approfitterò per andare al borgo a comprare qualcosa per pranzo. La difficoltà sta solo nel tirare fuori dal garage la bici e darle una pulita dopo l'inverno passato tra polvere e ragnatele.
vintage-woman-1149235_960_720.jpg
CCO Creative Commons
Dopo un'accurata pulizia monto a bordo del mio bolide, munita di gonna bianca a ruota e occhiali da sole.
Sono pronta.
Anzi, lo ero.
Alla prima salita per raggiungere il centro sono già sconvolta, da 4 mesi non uso la bici e si vede.
Alla seconda salita, sto sudando.
Alla terza scendo e vado a piedi.
Sono veramente uno straccio, faccio schifo in quanto attività fisica, per non parlare della mia gonna tanto carina prima, quanto stropicciata e sudata adesso. E ora di allenarsi un po' e di far scendere quei chili di troppo che mi porto appresso.
Mentre navigo nei miei pensieri mi sento chiamare: “Luisa! Ciao! Quanto tempo, non ci vediamo da un pezzo”. Rispondo annuendo e ricambio il saluto e poi rimango in silenzio a riflettere e la scruto. Non so chi sia la ragazza dai folti capelli biondi che si accompagna ad una bambina ma, continuo a sorridere.
Lei parla del suo compagno, forse marito, non mi è chiaro perchè, di fatto, non la sto ascoltando. Sono concentrata a capire chi sia. Sono qui da quasi 3 minuti e non ho ancora detto una sola parola.
Sembrerò cretina. È ora di intervenire.
Quando però, tento di dire qualcosa di vagamente intelligente, un'orda di bambini urlanti assale me, la sconosciuta e la bimba della sconosciuta.
È l'oratorio, che vaga per il paese per la tradizionale caccia al tesoro.
Tra bambini scorrazzanti e animatori intenti a non farli morire da macchine che passano e buche tra sampietrini, arriva lui: l'uomo.
Un essere leggendario per me, ventitreenne, che ha solo avuto modo di frequentare homo neanderthalensis o catus.
Di anni 30 circa, castano, occhi chiari, bel portamento ed un fascino che non colpisce solo me, ma anche Sconosciuta, che starà maledicendo il giorno che ha incontrato quell'altro, che poi è diventato il suo consorte.
Sento Mina cantare: “è l'uomo per me, fatto apposta per me. È forte con me e da uomo sa dir, parole d'amor”.
Approfitto del momento di delirio per salutare Sconosciuta e andarmene seguendo i bambini posseduti dal demonio e per fare le mie commissioni.
Va bene, lo ammetto. Delle commissioni al momento mi frega ben poco, voglio capire chi è il baldo giovane.
Seguo il gruppetto con fare un po' troppo sospetto, tant'è che un bambino mi chiede se sono un'animatrice senza maglietta ufficiale del gruppo “OratorioBoys” -ammazza la fantasia- e gli rispondo che no, purtroppo no.
Li aiuto però a risolvere un indizio “se l'altro indizio vuoi trovare, dal topo devi andare”.
Sarò pure una stalker (innocua) ma se c'è bisogno di aiuto, ci sono!
Senza contare che il karma potrebbe pure collaborare: una buona azione, per un buon incontro, no?
No!
Perchè io, che non sono allenata a correre, sia con bici che senza, li perdo di vista e decido quindi di fare, effettivamente, le mie commissioni.
Pane, pasta, giornale, qualche schifezza per consolarmi ed infine, colazione al bar, nella speranza che passino di qui.
Chi l'avrebbe mai detto: io che aspetto con trepidazione una folla di bambini che gridano e corrono come disperati.
L'attesa è vana ed è ora di tornare a casa e l'unica consolazione è che tutte quelle dannate salite di prima, ora saranno discese e la mia gonna potrà svolazzare leggera.

E discesa sia.
Mi lascio andare giù, smetto di pedalare e prendo velocità.
Che bellezza: l'aria tra i capelli, il vento in faccia ed il sorriso sul viso.
Sto arrivando verso la fine della discesa e devo fermarmi.
Tiro il freno una volta, due, tre e capisco che i freni mi hanno abbandonata. Non li ho controllati dopo averla rispolverata e lei, la bici, mi ha tradita.
Ed ecco che il mio sorriso sul viso si tramuta in un'espressione di paura e agitazione, metto giù i piedi come posso, i miei sandali probabilmente non avranno più suola, arrivo allo stop e per non abbattermi sui bambini urlanti (proprio adesso li dovevo trovare!), cado.

Bene, Luisa, benissimo! Figuraccia 1, Luisa 0.

Non contenta della situazione imbarazzante venutasi a creare, ecco Uomo che arriva in mio soccorso. Mi aiuta, mi sorregge e penso “Ah, il karma. L'incontro è un po' brusco ma grazie! Vedi? Non solo le donne hanno la sindrome da crocerossine. Ehi, ma i bambini sono pure zitti! Quante belle cose. Quanti pensieri stupidi, Luisa! Concentrati il tuo Uomo ti soccorre e ti sta parlando”.
“ Tutto bene? Stai bene? Chiamo l'ambulanza?”
“No, no, sto benissimo, grazie! Un attimo che passa lo spavento e sono come nuova”.
“Bene, molto bene."
Silenzio.
"Sai, ti stavo cercando”.

Intermezzo musicale: pepepepepepepepe

“Ah, come mai?” il mio cuore è ricolmo di speranza e già sento di amare Uomo.
“Ci serviva un aiuto per questo indizio che proprio non capiamo”

Sento un rumore, simile a dei vetri rotti. Credo sia il mio cuore spezzato.

Sort:  

simpatico e vivace racconto, continua a pedalare che l'amore arriverà, anche quello senza freni...

Oh, che bel commento! Grazie mille @road2horizon

Mi hai fatto leggere tutto d'un fiato!! Hai scritto così bene e in modo ironico una di quelle situazioni che veramente ti sbattono un portone in faccia e senti il cuoricino che fa "crac" ahahah
Vedrai che arriverà il momento anche per te...e magari sarà più bello di questo sconosciuto!

giuro, non è autobiografico XD
Grazie per i complimenti e sì, sono certa arriverà anche per me. Grazie @acquarius30