Parigi-Madrid 1903: L'Ultima Gara Automobilistica di Sempre. Parte 1 di 3

in #ita7 years ago (edited)

24 Maggio 1903, 12:30. La de Dietrich da 1000 kg e 45 cv di Charles Jarrott raggiunge Bordeaux, la prima tappa della Parigi-Madrid organizzata dall'Automobile Club de France e dall'Automóvil Club Español, quindici minuti dopo Louis Renault, al volante di una Renault da 650 kg e 45 cv. La giornata è secca e bollente, pilota e meccanico sono esausti, ma il fragore della folla, eccitata al prospetto di assistere ad uno sport ancora giovanissimo, vale le nove estenuanti ore di corsa e gli innumerevoli problemi sorti per Jarrott ancora prima della partenza.

Raggiungere la prima tappa supera già ogni aspettativa, considerando che l'obbiettivo che Jarrott si era imposto era di “partire e vedere quanto riesco ad andare lontano prima che un disastro mi arrivi addosso.” La sua de Dietrich sforava considerevolmente il limite di peso, si era dovuto sostituire il motore con uno meno potente, la frizione continuava a dare problemi. I meccanici di Jarrott avevano passato tre notti a lavorare incessantemente sull'automobile, ed era pensando a loro che Jarrott si era dato la carica per andare avanti.

Circa tre ore dall'inizio della gara, il motore dell'auto di Jarrott si era spento improvvisamente. Erano sembrate passare ore mentre Bianchi, il meccanico di Jarrott, si indaffarava a rimetterla in moto. Ma non si sentiva nessun rombo di motori, nessuno aveva sorpassato i due uomini spiaggiati al lato della strada, non le potenti Mercedes, non le Panhard. Solo qualche tempo dopo aver rimesso in moto la de Dietrich, un po' prima di Tours, Werner, su una delle Mercedes, era sfrecciata accanto a loro.

Jarrott e Bianchi avevano perso non poco tempo. Avevano dovuto sostituire una piastra di accensione a Ruffec, le ruote anteriori avevano cominciato a disintegrarsi subito dopo Angoulême.
Eppure, il branco di automobili alle loro calcagna non era riuscito a raggiungerli.
Esausto ma soddisfatto, Jarrott lascia la sua auto nel parcheggio, dove rimarrà fino all'inizio della seconda fase della gara, e si unisce agli spettatori in attesa del resto dei concorrenti.

Lentamente, una macchina, due, si fanno strada all'interno di Bordeaux. L'allegria della folla si trasforma in perplessità.

Dov'è finito il resto dei partecipanti?

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(Louis Renault arriva a Bordeaux. Fonte Wikimedia Commons )

Organizzare la Parigi-Madrid non è stato facile. Il governo francese, esitante, ha ceduto solo in seguito alle pressioni dell'industria automobilistica francese. Come ogni gara, anche questa aveva due facce: da una parte, l'irrefrenabile slancio alla velocità, alla competizione, dei piloti; dall'altra, la volontà dei costruttori a diffondere il vangelo dell'automobile. Senza gare su strada, senza bolidi che sfrecciano fra isolati paesini di campagna, la diffusione dell'automobile sarebbe stata notevolmente più lenta. Il settore automobilistico francese valeva 16 milioni di franchi all'anno. Il governo non poteva negar loro tanta pubblicità.

Le iscrizioni aprirono il 15 gennaio. Poco più di un mese dopo, 300 concorrenti si erano già fatti avanti, superando di gran lunga tutte le aspettative. Quattro categorie di veicoli potevano partecipare: da 650 a 1000 kg, da 400 a 650 kg, da 250 a 400 kg; 50 kg o meno. Il peso era da calcolarsi a vuoto, quindi senza tenere in considerazione conducente, meccanico, benzina, pezzi di ricambio, e bagagli vari; le macchine più pesanti e potenti venivano spogliate di qualsiasi comfort per potersi qualificare, con pilota e meccanico seduti su tavole di legno prive persino di un cuscino. L'ordine di partenza sarebbe stato determinato a sorteggio per le vetture iscritte durante il primo mese, e seguendo l'ordine di iscrizione per le restanti.

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(Maurice Augières alla partenza della gara. Fonte: Wikimedia Commons)

La gara sarebbe cominciata alle 3:30 dell'ultima domenica di maggio da i Giardini di Versailles. Da lì, i piloti avrebbero dovuto raggiungere Bordeaux, percorrendo 552 km, Vitoria, altri 335 km, ed infine percorrere altri 420 km fino a Madrid.

Una volta raggiunta ognuna delle tappe, la vettura avrebbe dovuto passare la notte in un parcheggio sorvegliato, senza la possibilità di fare rifornimenti o riparazioni. Per assicurarsi che non ci fossero incidenti all'interno dei centri abitati, un commissario in bicicletta avrebbe accompagnato l'auto fino all'uscita, facendo in modo da evitare velocità eccessive. Il tempo impiegato per gli attraversamenti urbani sarebbe stato annotato e sottratto al tempo finale di ogni pilota.

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(Versailles, 24 Maggio 1903. La partenza della Parigi-Madrid. Fonte: Wikimedia Commons)

Domenica mattina, 10.000 persone erano a Versailles per assistere alla partenza. Con quindici minuti di ritardo, la prima automobile partì verso la prima tappa, lasciandosi alle spalle altri 223 veicoli in attesa di essere sguinsagliati all'inseguimento ad intervalli di un minuto. Ci vollero tre ore perché tutte le vetture lasciassero la linea di partenza.
Ora simpatizzo con l'animale cacciato,” scriverà Jarrott, il primo a partire, ripensando alla immensa fila di automobili che si era lasciato alle spalle, “Per una volta in vita mia sono stato preda.”

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Bei tempi subito dopo il nostro grande Enzo Ferrari intui'qualcosa di meraviglioso

Concordo :) È sempre affascinante dare un'occhiata al mondo dei motori pre-Grand Prix racing, ma a mio parere lo spettacolo comincia proprio da Ferrari, Alfa, e Maserati. Purtroppo, la F1 moderna non regge per niente il confronto!

Che macchine...erano "carroarmati" così pesanti e con pochi cavalli. Un bellissimo inizio che ci fa ritrovare bolidi in pista oggi.

Erano seriamente delle bestie. Già solo per guidarle normalmente si doveva usare tutto il peso del proprio corpo; guidarle in una corsa doveva essere terrificante!

Nuvolari una volta ruppe lo sterzo. Arrivò al traguardo utilizzando una chiave inglese come sterzo. Che fenomeni. :)

Non c'è niente da fare, i piloti di una volta erano una specie a sé stante :)

Che bellezza, è affascinante ripercorrere nel temo la storia delle corse automobilistiche. Grazie bell'articolo.

Grazie mille! :)