"Chiudi gli occhi e ascolta il mare..."
Guardai quegli occhi castani brillanti e intensi, ero sconcertata e spaventata. Nulla poteva cambiare quello che che era successo, ma l'incertezza della decisione da prendere mi faceva camminare sul fuoco. Cosa poteva dirmi il mare? Lui mi fissò di nuovo questa volta con gli occhi più severi, un po' da papà che cerca di far passare un limite al proprio bimbo, per dimostrargli che può andare oltre, se vuole. Allora un po' timorosa li chiusi e cominciai ad ascoltare. Sentivo dentro uno strano fremito di impazienza, mi sfuggì un sospiro esasperato.
"Così non funziona. Apri i sensi, ascolta il ritmo delle onde, prova a percepire il suo moto. Abbi pazienza..."
Pazienza.
Quale pazienza! In quel momento non potevo, non c'era tempo per ascoltare il mare, la decisione doveva essere presa e basta, guardare le cose oggettivamente e decidere cosa era più conveniente. Era della mia vita che si parlava!
Solo della mia?
Chiusi gli occhi come mi aveva suggerito lui.
Mi passò sul viso un alito di vento profumato di salsedine. In quell'istante percepì il colore azzurro e brillante del mare e sentì il suo canto. Il coro delle onde che andavano e venivano, il canto dei gabbiani che giocavano e piroettavano sopra la superficie del mare. Infine si unì la brezza che cantava un altra canzone che si integrava con quella delle onde. Il mio respiro di unì al loro canto.
Il mio cuore trovò il suo posto nel mondo.
Cantai mi unì ripetutamente con il mare. Eravamo una cosa sola.
Aprì gli occhi lentamente. Gli occhi nocciola mi scrutavano incuriositi e ansiosi.
Lo osservai. Gli sorrisi.
E lui sorrise a me.
"Allora?"
"Sai questa cosa di ascoltare il mare in apparenza è una grande scemata, ma in realtà hai ragione fratellino mio..."
"Hai deciso?" Mi chiese. Annuì ricordando la canzone appena ascoltata e cantata con il mare.
"La vita è in ogni singolo suono, rimbomba costantemente, è l'onda che si riversa incessantemente sulla spiaggia, è il vento che ti accarezza la pelle. La vita che sta crescendo dentro di me deve ascoltare e cantare la stessa canzone che oggi ho ascoltato e cantato, grazie a te. Forse percepirà qualcosa di diverso e lo interpreterà in un altro modo.. o in un modo nuovo. Non sarò io ad impedire questo evento..."
Ora sorridevo. Cominciai ad immaginare il sorriso di quel bimbo, o bimba, che giocava con le onde del mare.
Sapevo che sarebbe stato difficile.
Presi per mano mio fratello sorridendo e orgogliosa della decisione presa.
"Torniamo a casa." sussurrai.