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Ciao Caro Amico di Steemit!
Bentornato sulla mia Enciclopsicologia, senza indugiare troppo riprendiamo il nostro viaggio nel pensiero di Daniel goleman, spaziando tra Darwin, Ekman e varie fonti e correnti di pensiero....
Tra gli anni Ottanta e Novanta, dopo un lungo periodo di disinteresse, le ricerche scientifiche sull'emozione hanno avuto uno sviluppo senza precedenti, usufruendo in modo capitale delle nuove tecnologie applicate allo studio del cervello.
L'attività celebrale è stata osservata per mezzo di immagini che prima sarebbe stato impossibile ricevere e si è potuto verificare quali siano e come agiscano i centri encefalici, quelli di più antica origine, deputati alla genesi ed all'elaborazione delle emozioni.
Dal cervello alla psiche ed al cuore, il passo è breve: la mappatura che si ottiene attraverso tali studi può permettere una più approfondita conoscenza dell'intelligenza emotiva nel suo complesso e, in particolare, può consentire di insegnare ai bambini le relative, che includono autocontrollo, entusiamo, perseveranza e capacita di automotivarsi.
L'apprendimento di tali qualità si oppone alla tirannia del QI considerato come fattore prefissato geneticamente e indice attendibile delle possibilità di successo nella vita: l'intelligenza emotiva,innata o sapientemente coltivata, va oltre la capacità intellettiva misurata dai test e in molti casi statisticamente documentati porta a risultati di gran lunga superiori. Non si tratta soltanto di vantaggi dal punto di vista delle condizioni materiali, ma anche la sfera etica è intensamente coinvolta: l'autocontrollo e la compassione, che nascono dall'empatia, sono due virtù originate dall'intelligenza emotiva e costituiscono un rimedio per gran parte dei mali che in misura maggiore affliggono la nostra società; tra questi il disagio giovanile, che si esprime soprattutto con aggressività, isolamento e tendenza alla depressione e porta nella maggior parte dei casi alla formazione di adulti infelici e sfavoriti nei rapporti con gli altri. Si può ricordare a questo propositociò che già Salovey e Mayer sostenevano: l'intelligenza emotiva è, principalmente, una branca dell'intelligenza sociale.
Daniel Goleman affronta come prima tappa del "viaggio", così lo definisce, che si appresta a fare in compagnia del lettore, l'architettura emozionale del cervello; da sottolineare come la sue esposizione delle teorie, anche le più ostiche, sia sempre accompagnata da esempi concreti, soprattutto racconti di casi personali, e sia svolta in maniera comprensibile anche alle persone meno ferrate sugli argomenti in questione; ciò che gli preme è che il pubblico riesca ad accedere ad una ricchezza di contenuti altrimenti inaccessibile.
La sua è, in definitiva, quella sollecita e documentata forma di divulgazione che è tipica dei paesi di area anglosassone.
Partendo dal caso di due genitori che in un incidente ferroviario affrontano senza esitazione la morte per salvare la figlia, gravemente disabile perché colpita da una paralisi cerebrale, Goleman affronta il tema della prevalenza delle istanze del cuore su quelle dell'intelletto; comportamenti che, da uun punto di vista rigidamente intellettuale, possono essere definiti irrazionali come quello descritto -il sacrificio di due persone nella pienezza della loro vita in favore di una bambina in condizioni disperate- sono atti d'amore che traggono origine dal ruolo conferito dall'evoluzione all'emozione della psiche umana.
Il nostro sistema nervoso prevede delle norme comportamentali innate che prendono il sopravvento in determinate situazioni, senza che l'intelletto abbia il tempo di intervenire.
Esistono fin dall'antichità vincoli sociali codificati e sistemi di regole etiche, come per esempio i Dieci comandamenti, nati per imbrigliare il sopravvento delle passioni quando si fanno eccessive, ma la ragione viene spesso travolta dall'ondata emozionale.
E' un'eredità del nostro passato più lontano, una matrice biologica che ci spinge, a volte, a confrontarci con problemi legati alla nostra contemporaneità avendo in dotazione solo un "repertorio emozionale adatto alle esigenze del Pleistocene", come Goleman sottolinea.
E' innegabile, in ogni caso, che talvolta tale repertorio emozionale primitivo acuisca l'istinto e possa essere salvifico in situazioni di emergenza: per esempio, l'improvviso attacco di ansia che costringe un automobilista a fermarsi invece di proseguire sulla strada in condizioni di visibilità troppo scarsa, può essere la molla che evita un tamponamento fatale.
L'emozione è in sostanza un impulso ad agire in modo da gestire la situazione di emergenza; nel suo manifestarsi, induce il corpo ad una risposta specifica; i ricercatori, nei loro studi, hanno individuato le caratteristiche fisiologiche indotte dai vari stimoli emotivi: dall'aumento della frequenza cardiaca e la scarica di adrenalina, che sono tra i segni distintivi della collera, all'afflusso di sangue ai grandi muscoli scheletrici per facilitare la fuga o lo stato di allerta indotto dagli ormoni quando si ha paura; dall'inibizione cerebrale dei sentimenti negativi alla gioia all'attivarsi del sistema parasimpatico nell'amore; dalla più ampia visuale che il sollevamento delle sopracciglia permette nella sorpresa, allo scopo di una migliore valutazione dell'avvenimento inatteso, al rallentamento del metabolismo che è tra gli effetti della tristezza; il disgusto, poi, è caratterizzato da un'espressione del viso comune a tutti i popoli e paesi: l'arricciarsi e distorcersi di naso e labbra già secondo Darwin indicava una risposta primordiale, il tentativo di chiudere le narici di fronte ad un odore nocivo o di sputare un alimento tossico.
radicate in tempi molto più difficili di quello in cui viviamo, in epoche in cui era concreta la possibilità di essere attaccati da un animale feroce o di soccombere alle conseguenze di condizioni climatiche avverse, le nostre risposte emozionali si rivelano oggi non sempre adeguate e, a volte, francamente eccessive.
Goleman considera l'esempio della collera, che un tempo poteva essere una reazione necessaria per la sopravvivenza, mentre oggi, vista la disponibilità di armi su cui anche gli adolescenti negli Stati uniti possono contare, comporta rischi tremendi.
La modalità che siamo normalmente coscienti di usare per comprendere le cose è quella della mente razionale, che è in grado di analizzare e riflettere, di pensare e trarre significati da ciò che ci circonda e ci accade; ma al suo fianco c'è la mente emozionale che, nella sua caratteristica impulsività, spesso diventa dominante ed oltrepassa l'atteggiamento razionale, fornendoci certezze in qualche modo più profonde di quelle assicurate dal solo intelletto.
Mente e cuore sono due piani diversi e il predominio dell'emozione sul raziocinio,istantaneamente attivo nei casi in cui l'intensità del sentire sia particolarmente forte, si sviluppa con ogni probabilità da radici antichissime.
Goleman descrive diffusamente le caratteristiche della mente emozionale nella seconda appendice di Intelligenza emotiva, la definisce: "il nostro radar per scoprire il pericolo".
Essa è molto più rapida nelle reazioni rispetto alla mente razionale, poiché non è ritardata dalla riflessione; sul piano evolutivo, questa capacità di agire in modo immediato, senza il sostegno del pensiero, si è rivelata determinante per la sopravvivenza della nostra specie: se l'uomo, in epoche in cui la vita era continuamente a rischio, fosse stato lento come altri organismi a riconoscere nemici all'attacco o situazioni di pericolo imminente, avrebbe avuto al pari loro notevoli possibilità di estinguersi.
Il tempo di reazione cerebrale, nella valutazione del fattore che scatena un'emozione, è solo qualche millesimo di secondo; è chiaro che ciò può andare a scapito dell'accuratezza nel percepire l'informazione e produce a volte una valutazione sbagliata o incompleta.
In compenso, il giudizio immediato fornito dall'istinto ci permette di cogliere istantaneamente una minaccia alla nostra vita, ma anche, in situazioni più normali, di capire se possiamo fidarci o meno di una persona o di percepire la situazione emotiva del nostro interlocutore appena ci si presenta.
Secondo lo psicologo Paul Ekman, che si è addentrato soprattutto nello studio delle espressioni facciali e dei loro mutamenti, anche minimi, nell'insorgere delle emozioni queste ultime hanno una durata brevissima, qualche secondo e non di più: ciò è in accordo con l'adattamento evolutivo, poiché sarebbe controproducente che un'emozione continuasse a dominare mente e corpo quando il fattore che l'ha scatenata è ormai superato.
La maggior celerità delle emozioni rispetto al pensiero, il fatto che si manifestino in maniera involontaria e si impadroniscano senza mediazioni di corpo e anima suscita il problema della responsabilità personale; esse possono essere infatti avanzate come alibi e giustificazioni per azioni scorrette commesse sotto loro dominio.
Esiste anche un altro tipo di risposta emozionale: quello, più lento, suscitato dal pensiero, come per esempio l'ansia che insorge all'idea di dover sostenere un esame e che può impiegare secondi o addirittura minuti per svilupparsi.
Alcune emozioni possono così essere evocate intenzionalmente, come nel caso degli attori, che sempre attraverso il pensiero, basandosi sui ricordi di esperienze vissute, possono arrivare a versare lacrime vere.
L'eccitazione e le sensazioni di piacere suscitate dalle fantasie sessuali, per fare un altro esempio, appartengono allo stesso campo; ma nella maggior parte dei casi le emozioni colpiscono inaspettatamente e all'improvviso, annullando la possibilità di qualsiasi controllo da parte della mente razionale.
Sigmund Freud, con il suo concetto di processo primario della psiche, secondo Goleman ha descritto la logica della mente emozionale, che non ha alcun rapporto con quella del raziocinio: è una logica associativa che procede per metafore, associazioni ed immagini evocative.
Le parole di sommi maestri come Buddha o Gesù Cristo, ma anche le diverse espressioni artistiche, il sogno ed il mito appartengono a quest'area di espressione, quella dell'idioma del cuore , come Goleman la chiama.
Le sostituzioni di significato tipiche del processo primario, sottolinea poi, rappresentano uno degli oggetti del trattamento psicoanalitico, che è chiamato a decifrarle; il carattere per molti aspetti infantile della mente emozionale si rivela, tra l'altro, nella qualità categorica, priva di sfumature, dei giudizi che emana e nella personalizzazione degli avvenimenti, che si manifesta nell'incentrarli sulla persona cui accadono.
La drastica sicurezza di possedere la verità assoluta porta la mente emozionale ad ignorare le prove contrarie: per questo chi è in uno stato di turbamento emotivo si mostra sordo a qualsiasi tentativo di aiuto, qualora altri gli sottopongano una visione diversa, logica, della situazione.
LA mente emozionale rifiuta la logica razionale, ma segue soltanto la via delle proprie percezioni e convinzioni; nella maggior parte dei casi, tuttavia, le nostre due menti operano in modo coordinato, quella emozionale fornendo informazioni a quella razionale e quest'ultima affinando e a volte contrastando i contenuti emotivi che via via le vengono presentati.
Sono, di fatto, semi-indipendenti, poiché a ciascuna corrispondono circuiti cerebrali connessi ma distinti tra loro.
Bene caro amico, anche per stasera il nostro viaggio è concluso forse mi sono dilungato un pò ma è sempre un grande scrivere quando si trattano certe tematiche, inoltre probabilmente domani mi concederò un giorno di vacanza dalla scrittura ma non temere, dopodomani sarò di nuovo qui!
Domani ti confesso che lo stop dalla scrittura sarà una pausa sushi e cinese, pertanto potrei anche scrivere un post in cui racconto la serata prima di andare spediti, nelle sere successive, verso la fine di questo primo capitolo della Enciclopsicologia....prima di salutarti ti lascio con un'anticipazione, nel prossimo capitolo si parlerà di Erich Fromm!
Ora tutti a dormire, grazie mille come sempre per essere passato di qua, fammi sapere nei commenti se il l'articolo è stato di tuo gradimento.
Ci si legge presto!
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Hi Dear Steemit Friend!
Welcome back to my Encyclopsychology, without delaying too much we resume our journey in the thought of Daniel goleman, ranging between Darwin, Ekman and various sources and currents of thought ....
Between the eighties and nineties, after a long period of disinterest, scientific research on emotion had unprecedented development, capitalizing on new technologies applied to the study of the brain.
The brain activity was observed by means of images that previously would have been impossible to receive and it was possible to verify what the encephalic centers, those of the most ancient origin, responsible for genesis and the processing of emotions, are and how they act.
From the brain to the psyche and to the heart, the step is short: the mapping obtained through these studies can allow a deeper understanding of emotional intelligence as a whole and, in particular, can allow children to be taught related, which include self-control, enthusiasm, perseverance and ability to self-motivate.
The learning of these qualities is opposed to the tyranny of IQ considered as a genetically predetermined factor and reliable index of the chances of success in life: the emotional intelligence, innate or wisely cultivated, goes beyond the intellectual capacity measured by the tests and in many cases, statistically documented, it leads to far superior results. These are not only advantages from the point of view of material conditions, but also the ethical sphere is intensely involved: self-control and compassion, which arise from empathy, are two virtues originating from emotional intelligence and constitute a remedy for most of the evils that to a great extent afflict our society; among these the juvenile discomfort, which is expressed above all with aggressiveness, isolation and tendency to depression and in most cases leads to the formation of unhappy and disadvantaged adults in relationships with others. One can recall that he proposed that already Salovey and Mayer claimed: emotional intelligence is, above all, a branch of social intelligence.
Daniel Goleman addresses the first stage of the "journey", so he defines it, which is preparing to make the emotional architecture of the brain in the company of the reader; to underline how his exposition of theories, even the most difficult ones, is always accompanied by concrete examples, above all stories of personal cases, and is carried out in a comprehensible way also to the lesser-equipped people on the topics in question; what he wants is that the public is able to access a wealth of otherwise inaccessible contents.
Ultimately, it is that solicitous and documented form of divulgation that is typical of the Anglo-Saxon countries.
Starting from the case of two parents who in a train accident face without hesitation death to save their daughter, severely disabled because struck by cerebral palsy, Goleman addresses the issue of the prevalence of the instances of the heart over those of the intellect; behaviors that, from a strictly intellectual point of view, can be defined as irrational as the one described - the sacrifice of two people in the fullness of their lives in favor of a child in desperate conditions - are acts of love that derive from the role conferred by evolution to the emotion of the human psyche.
Our nervous system provides innate behavioral norms that take over in certain situations, without the intellect having time to intervene.
Since ancient times there have been codified social bonds and systems of ethical rules, such as the Ten Commandments, born to harness the overcoming of passions when they are excessive, but reason is often overwhelmed by the emotional wave.
It is a legacy of our farthest past, a biological matrix that sometimes leads us to confront problems related to our contemporaneity, having only a emotional repertoire suitable for Pleistocene needs, as Goleman points out.
It is undeniable, in any case, that sometimes such primitive emotional repertoire increases the instinct and can be saved in emergency situations: for example, the sudden anxiety attack that forces a motorist to stop instead of continuing on road in conditions of visibility too low, it can be the spring that avoids a fatal crash.
Emotion is essentially an impulse to act in order to manage the emergency situation; in its manifestation, it induces the body to a specific response; the researchers, in their studies, have identified the physiological characteristics induced by the various emotional stimuli: from the increase in heart rate and the discharge of adrenaline, which are among the hallmarks of anger, to the inflow of blood to the large skeletal muscles to facilitate the escape or the state of alert induced by the hormones when one is afraid; from the brain inhibition of negative feelings to joy to the activation of the parasympathetic system in love; from the widest view that the lifting of the eyebrows allows in the surprise, for the purpose of a better evaluation of the unexpected event, to the slowing of the metabolism that is among the effects of sadness; the disgust, then, is characterized by an expression of the face common to all peoples and countries: the curling and distorting of nose and lips already according to Darwin indicated a primordial response, the attempt to close the nostrils in front to a harmful odor or to spit a toxic food.
rooted in times much more difficult than the one we live in, in times when it was possible to be attacked by a ferocious animal or to succumb to the consequences of adverse weather conditions, our emotional responses are revealed today not always adequate and, at sometimes frankly excessive.
Goleman considers the example of anger, which at one time could be a necessary reaction for survival, while today, given the availability of weapons on which even teenagers in the United States can count, entails tremendous risks.
The modality we are normally conscious of using to understand things is that of the rational mind, which is able to analyze and reflect, to think and to draw meanings from what surrounds us and happens to us; but at his side there is the emotional mind which, in its characteristic impulsiveness, often becomes dominant and goes beyond the rational attitude, furnishing us with certainties that are somewhat deeper than those assured by the intellect alone.
Mind and heart are two different levels and the predominance of emotion on the mind, instantly active in cases where the intensity of feeling is particularly strong, is likely to develop from very ancient roots.
Goleman broadly describes the characteristics of the emotional mind in the second appendix of Emotional Intelligence, he defines it: "our radar to discover the danger".
It is much faster in reactions than the rational mind, since it is not delayed by reflection; on the evolutionary level, this ability to act in an immediate way, without the support of thought, has proved decisive for the survival of our species: if man, in times when life was continually at risk, had been as slow as others organisms to recognize enemies to attack or situations of imminent danger, would have had at the same time considerable chances of extinction.
The brain reaction time, in the evaluation of the factor that triggers an emotion, is only a few thousandths of a second; it is clear that this can be to the detriment of accuracy in perceiving information and sometimes produces a wrong or incomplete evaluation.
On the other hand, the immediate judgment provided by instinct allows us to instantly capture a threat to our lives, but also, in more normal situations, to understand whether we can trust or not a person or perceive the emotional situation of our interlocutor as soon as we It shows up.
According to the psychologist Paul Ekman, who has gone mainly into the study of facial expressions and their changes, even minimal, in the emergence of emotions these last have a very short duration, a few seconds and no more: this is in agreement with the evolutionary adaptation, since it would be counterproductive that an emotion would continue to dominate mind and body when the factor that triggered it is now outdated.
The greater speed of emotions with respect to thought, the fact that they occur involuntarily and take possession without mediation of body and soul raises the problem of personal responsibility; they may in fact be advanced as alibis and justifications for wrong actions committed under their control.
There is also another type of emotional response: the slower one, aroused by thought, such as the anxiety that arises from the idea of having to take an exam and that can take seconds or even minutes to develop.
Some emotions can thus be intentionally evoked, as in the case of the actors, who always through thought, based on the memories of lived experiences, can get to shed real tears.
The excitement and the feelings of pleasure aroused by sexual fantasies, to give another example, belong to the same field; but in most cases the emotions strike unexpectedly and suddenly, nullifying the possibility of any control by the rational mind.
Sigmund Freud, with his concept of primary process of the psyche, according to Goleman described the logic of the emotional mind, which has no relation to that of reasoning: it is an associative logic that proceeds through metaphors, associations and evocative images.
The words of great masters like Buddha or Jesus Christ, but also the different artistic expressions, the dream and the myth belong to this area of expression, that of the idiom of the heart, as Goleman calls it.
The substitutions of meaning typical of the primary process, then underlines, represent one of the objects of psychoanalytic treatment, which is called to decipher them; the infantile character of the emotional mind in many aspects is revealed, among other things, in the categorical quality, devoid of nuances, of the judgments it emanates and in the personalization of events, which manifests itself in focusing them on the person to whom they occur.
The drastic security of possessing the absolute truth leads the emotional mind to ignore the contrary evidence: that is why anyone in a state of emotional disturbance is deaf to any attempt to help, if others submit to him a different, logical view of the situation.
The emotional mind rejects rational logic, but follows only the path of one's perceptions and convictions; in most cases, however, our two minds operate in a coordinated way, the emotional one supplying information to the rational one and the latter refining and sometimes contrasting the emotional contents that are presented to it.
They are, in fact, semi-independent, since each corresponds to brain circuits connected but distinct from each other.
ll dear friend, even for tonight our trip is over maybe I have a bit dilated but it is always great to write when you discuss certain issues, also probably tomorrow I will give a day's holiday by writing but do not fear, the day after tomorrow I will be back here !
Tomorrow I confess that the stop from writing will be a sushi and Chinese break, so I could also write a post in which I tell the evening before going, in the following evenings, towards the end of this first chapter of Encyclopsychology .. .. before you say goodbye I leave you with an anticipation, in the next chapter we will talk about Erich Fromm!
Now all to sleep, thank you so much for getting here, let me know in the comments if the article was to your liking.
Read it soon!
.....Del mio meglio! Pikkio82
Bibliografia:
- Intelligenza emotiva, Rizzoli, milano 1997.
- Le emozioni che fanno guarire, Mondadori, Milano 1998.
- Emozioni distruttive, Mondadori, Milano 2003.
- Intelligenza sociale, Rizzoli, Milano 2006.
- Intelligenza ecologica, Rizzoli, Milano 2009.
- Leadership emotiva, Rizzoli, Milano 2012.
- Focus, Rizzoli, Milano 2013.
- Giù la maschera. Come riconoscere le emozioni dall'espressione del viso Paul Ekman,Wallace V. Friesen, Giunti editore, 2007,
- Felicità emotiva, di Gyatso Tenzin (Dalai Lama) (Autore), Paul Ekman (Autore), S. Orrao (Traduttore),Pickwick, 2014.
- L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali, di Charles Darwin (Autore), P. Ekman (a cura di), F. Bianchi Bandinelli (Traduttore), I. C. Blum (Traduttore), Bollati Boringhieri, 2012
- https://it.wikipedia.org/wiki/Daniel_Goleman
- http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=intelligenzaemotiva.html
- https://contrasociologia.wordpress.com/2016/03/25/daniel-goleman-intelligenza-emotiva2/
(Partendo dal primo, tutti gli articoli che parlano di Goleman) - http://www.quipsicologia.it/fai-attenzione-dice-goleman/
- https://it.wikipedia.org/wiki/Wechsler_Adult_Intelligence_Scale
- https://it.wikipedia.org/wiki/Paul_Ekman
- https://www.paulekman.com/micro-expressions/
Being A SteemStem Member
Non è il mio genere di post ma mi è piaciuto.
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Grazie mille!! innanzituttto grazie per avermi dedicato del tempo e per essere passato di qua, sono felicissimo che il post ti sia piaciuto.
Ci si legge presto!
Stavolta ho cercato di seguire il filo logico dei discoli, ma sono partito al rallentatore, per cui ho dovuto leggere il tuo professionale post in 3/4 tappe, separate da un buon caffè ed un paio di telefonate, ma tutto questo non mi impedisce di dirti che hai fatto un ottimo lavoro, anche se ormai ci hai abituato a tutto questo, non è un buon motivo per non sottolinearlo, bravo @pikkio82
ciao @mad-runner scusa per la risposta tardiva, grazie mille per i complimenti sei sempre troppo gentile ed il tuo supporto sai che per me è importante! Spero il post sia comprensibile, non è argomento semplicissimo ma dove possibile cerco di essere "potabile" al massimo, purtroppo ci sono frangenti dove alcuni tecnicismi non possono essere evitati. Ti ringrazio ancora tantissimo.
Ci si legge presto!
ciao Pikkio! è la prima volta che incontro i tuoi post e sono proprio ben fatti. Anch'io sono appassionata di questi argomenti e penso che Goleman sia stato veramente una grande mente! mi ha fatto piacere conoscerti, a presto
ciao @road2horizon grazie mille per i complimenti fanno sempre piacere, oltretutto tu condividendo la mia stessa passione mi riesci a dare un parere anche un pò più tecnico magari. Si Goleman credo anche io sia un grande, uno dei mie preferiti ed il suo pensiero ed i suoi libri sono illuminanti e pieni di ottimi spunti! E'stato anche per me grande piacere e spero ci ribeccheremo presto! Grazie mille ancora!