Il pensiero che vorrei condividere con voi riguarda il senso civico comune, o almeno diffuso in questa zona del Paese. Da diverso tempo Roma è al centro di discussioni e polemiche a causa dello stato in cui versa e del degrado che colpisce un po' tutta la città, con picchi drammatici in alcune periferie.
Discarica sì, discarica no, emergenza rifiuti, emergenza buche, emergenza sorci, e via di seguito a emergere. Che noi romani, al di là della staffetta delle responsabilità istituzionali, non ci prendiamo cura di Roma è un fatto che le ovvie eccezioni possono solo confermare.
Per me insegnante, quindi, non è semplice fare leva sul comune senso civico quando il piccino mi decora a intaglio o a marker la suppellettile scolastica.
Prof: "Ma a casa tua, viene tollerato che tu scriva sul tavolo del salotto o incida improperi sulla porta del bagno? Tua madre, per dire, come si regola con le tue fioriture espressive?"
Piccino (sorriso imbarazzato):"Ehm... no..."
Prof: "E poi, di chi è il banco che stai imbrattando (magari con le date della seconda guerra punica o con la tavola degli elementi), di chi è il muro su cui hai scritto - Se nella vita contano i fatti, più se famo più contamo -?
Piccino (sguardo attonito):"Ehm... boh... dàa scòla"
Prof: "Sbagliato. Sono miei, sono di tua madre, di tuo zio, dell'anima di tutti i parenti tuoi che pagano le tasse. Hai idea di che cosa voglia dire BENE COMUNE?"
E così via infierendo. Con tirate stucchevoli su questo paese del menga in cui, se una cosa è di tutti, per tutti non è di nessuno. Alla fine mi rompo pure di ascoltarmi.
Insomma difficile, tanto più se uno guarda fuori dalla finestra e vede un po' la terra di nessuno di cui sopra.
Con questa abitudine all'imbruttimento, quest'anno arrivo in vacanza a S. Felice (e pure questo lo sapete) e vengo piacevolmente sorpresa dalla novità che vige da qualche mese sul territorio comunale: la raccolta differenziata porta a porta.
So bene che molti di voi, fortunati, vivono questo miracolo da molto tempo, ma qui da noi, nel basso Lazio, è piuttosto inedito. Vent'anni fa, dico VENT'ANNI, in vacanza ad Amsterdam, avevo appreso che esistevano pratiche esotiche simili, ma che calassero a valle mi appariva inverosimile.
L'aspetto dell'immondizia fino a poco tempo fa era 'sta schifezza qui, nei casi migliori:
Dunque accade che invece oggi ognuno di noi ha in dotazione un kit per esporre i rifiuti differenziati, secondo un calendario settimanale;
Però nel complesso mi sento di dire che il paese è più pulito che in passato. Ed è una bella cosa perché, se ci pensate, dà senso compiuto al verbo altisonante che viene utilizzato dalle autorità per il gesto di buttare l'immondizia: conferire. E' una parola di origine latina, composta dalla preposizione cum più il verbo fero, che significa quindi "portare insieme": solo se ognuno esce dal proprio orticello e si incontra con gli altri col proprio secchio colorato conferisce i rifiuti. Altrimenti si limita a buttarli, ed è tutto un altro mondo.
Vabbe' la smetto col latino e con la monnezza. S'è fatta 'na certa e domattina mi devo svegliare per la camminata quotidiana: è mercoledì, tocca a plastica e metallo.
Dove non diversamente indicato, le immagini sono miei scatti personali, realizzati con un iPhone 6.
Post arguto. More solito. Tuttavia il mio osservatorio mi restituisce un panorama opposto. La differenziata ahimè è la prova del 9 della civilitational competence e del senso di bene comune di una comunità. Come tu anche dici. E i risultati che io vedo sono lontani anni luce da quelli che racconti tu. Ma è certamente la via giusta. Speriamo di seguire l'esempio di san felice 😊
Io credo che una differenza la facciano le isole ecologiche, che qui hanno sparso in abbondanza nel paese. Se per un motivo o per un altro non puoi o non vuoi aspettare il turno settimanale (specie con l'umido è inevitabile), vai lì e "conferisci" con l'ausilio di una tesserina magnetica nominativa.
Le cose funzionano se metti la gente in condizioni di collaborare senza fracassarsi gli zibidei.
Sembra quasi un'utopia poter fare a Roma una cosa di questa portata, più che altro farla fatta bene, ecco. Penso che il problema della differenziata sia che le persone non hanno voglia perché ci sono pochissimi cassonetti (sempre pieni, svuotati una volta ogni morto di papa) per la differenziata e di conseguenza non riescono ad imparare a farla perché che fai, "il cassonetto della plastica è pieno da giorni, la butto nella differenziata per non buttarla per terra però a sto punto vaffanculo la differenziata non la faccio se svuotano sempre e solo quelli neri di cassonetti".
Ora, questo è un pensiero più o meno comune che non ho sentito una sola volta, spero però che la gente si renda conto che dobbiamo abituarci per poter far sì che pian piano anche noi riusciamo a passare alla differenziata porta a porta.
Si spera presto, ne abbiamo davvero bisogno!
Al centro storico e in altre zone il criterio è quello del porta a porta. Il resto è un finto differenziato con cassonetti diversi che, come tu dici, non vengono svuotati e nemmeno rispettati dagli utenti. L'impressione è che qui a S. Felice, almeno per ora, la sinergia tra amministrazione e cittadini stia funzionando. Il successo di un'operazione del genere però non può essere demandato a una sola delle parti.
Spero solo che anche qui riusciremo tutti, in un modo o nell'altro, ad istruirci.
Già già già perché non ho avuto una prof come invece che una che mi scriveva i 5 😊?
Guarda che sono TREMENDA 🤓
guarda io ne avevo una affezionatissima ai sepolcri di Foscolo .... cosí prontamente grazie alla sua mania per i cimiteri o necrofilia siamo arrivati in ritardo con il programma... non ci aveva preparati un gran bene, al punto che la più secchiona ha preso cinque al tema di maturità, imprecando davanti al cartelloni dei risultati... io invece ero fiera del mio cinque, che avevo mantenuto anche con un tema corretto da un'altra... comunque quella maturità è stata un vero massacro, ne hanno bocciati 5 della mia classe. I tre di tema fioccavano, che bello finire così con gente che bestemmia per la prima volta nella vita... i professori si sono difesi dando tutta la colpa a noi, non avevamo studiato... non mi spiego solo una cosa... se sono arrivata alla fine di un dottorato perché avrei dovuto non studiare per la maturità? :D :D Caso di masochismo repentino?
Mah, io dico sempre che se le cose non funzionano si cerca di cambiarle. Se ancora non funzionano, si cambia aria. A scuola è lo stesso.
Poi ho avuto alunni che negli anni del liceo erano scoraggianti e che poi sono fioriti all'università. Io stessa, che pure ho sempre amato studiare, non ho affrontato il dottorato con lo spirito dell'adolescenza.
invece il mio dottorato l´ho affrontato con la mia tipica follia.. meno male che non ho pensato troppo... ero in modalitä fight for your life... ha funzionato :) GERONIMOOOOO
Da noi è differenziata da un paio di anni e devo dire che le strade sono cambiate dal giorno alla notte! Non ci sono più secchioni per strada che d'estate puzzano di spazzatura! Ora ogni sera ne passa uno! È vero sei pieno di secchi a casa, però vedi la città rivivere!
Nella mia zona ogni comune si è organizzato in modo diverso per la differenziata. Nel mio paese umido e indifferenziata vanno portati ai cassonetti mentre carta o vetro e plastica passano una volta ogni due settimane a ritirarla.
Devo dire che è difficile gestire l'ingombro dei cestini di media grandezza. Vivendo in un'appartamento piccolo e senza balconi i secchi sono andati a occupare uno dei pochi spazi liberi in cucina.
La situazione non mi sembra cambiata molto, il problema nella mia via resta sempre il cretino di turno che molla divani e mobili vecchi contro i bidoni invece di andare in discarica (presente nel mio paese tra l'altro)
....ogni piccolo passo conta anche nel conferire la monnezza 😀
Non conoscevo bene la situazione del basso lazio, ma ti dico che da bambino, ormai piu di 20 anni da, andavamo in vacanza in costiera amalfitana. Già alla fine degli anni 80 i cassonetti traboccavano e c'era spazzatura ovunque...purtroppo si è andati a peggiorare
La raccolta differenziata porta a porta può fare miracoli. È stata adottata da qualche anno qui ad Andria (comune nel nord barese) e le strade sono cambiate radicalmente, persino l'olezzo tipico dei grandi cassonetti è scomparso. (E credimi, d'estate a 40° diventava un grosso problema.)
Sono contenta di sapere che la civiltà è arrivata anche da voi in "continente". In Sardegna sono più di 10 anni che la facciamo e abbiamo paesi che ormai differenziano la raccolta anche all'80% ( e forse più....non sono aggiornata...)
Mah. La civiltà, ne sono sicura, ha grandi rappresentanti sia in Sardegna che altrove. Come sanno tutte le persone di buon senso.