Venezia, Biennale (2015)
tutti: l'Amore.
Cosa crede, la gente, che basti
innamorarsi per sentirsi completi?
La platonica unione delle anime?
Io la penso diversamente.
Io credo che tu sia completo prima
di cominciare.
e l’amore ti spezza.
Tu sei intero, e poi ti apri in due
Philip Roth, da "L'animale morente"
Grazie a @stella87s per questo spunto di riflessione sull'Amore, impegnativo ma molto stimolante. E amaro, a dispetto della cornicetta leziosa che io gli ho posto sotto. Quanti si sono interrogati, quanti hanno cercato di dare risposte, quanti hanno gridato e pianto, per l'Amore? Io vorrei scrivere una lettera immaginaria a mio figlio, per parlargli d'amore. Perché lui, letta la poesia di Roth, di certo mi avrebbe appena chiesto:
When it comes, will it come without warning,
Just as I'm picking my nose?
Will it knock on my door in the morning,
Or tread in the bus on my toes?
Will it come like a change in the weather?
Will its greeting be courteous or rough?
Will it alter my life altogether?
O tell me the truth about love.(W.H. Auden)
Quando viene, verrà senza avvisare,
proprio mentre mi sto frugando il naso?
Busserà la mattina alla mia porta,
o là sul bus mi pesterà un piede?
Accadrà come quando cambia il tempo?
Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
La verità, ti prego, sull'amore.
E' vero. Non basta innamorarsi, perché spesso ti innamori dell'essere innamorato. E non va bene, perché quello che vedi davanti a te non è l’altro, con i suoi brufoli, le sue rughe, il suo carattere da appiccicarlo al muro. E ti piace essere in quello stato di contorni rosa, dove tutto è patinato, dove non guarderesti la realtà nemmeno se te la piazzassero sotto il naso. Peccato che quando le luci di miele si spengono, però, sono cavoli acidi.
Roma, facciata della nuova Rinascente (2018)
La platonica unione delle anime, invece, è un mito buono per gli adolescenti, che magari se lo appuntano convinti che lo faranno leggere al proprio matrimonio. Platone lo illustra nel Simposio, gli uomini come sferoidi originari divisi a metà da Zeus perché fossero più deboli e tutta la vita dagli a cercare la propria parte mancante. Un corpo e un’anima, l’ape e il fiore e idilli simili provocano più danni del napalm, perché in nome del “siamo solo noi” si fa terra bruciata, si spezzano amicizie, si rinuncia alla propria vita personale. Poi arriva il giorno che non avevi previsto e ciò che non avevi previsto è lì: sei solo come un cane perché sono anni che ripeti come un broccolo “se ci vogliamo bene non abbiamo bisogno di nessuno”.
Amsterdam, Tiergarten - Zoo (2013)
Sembra un percorso ad ostacoli, fattene una ragione: passi sempre per queste fasi, prima l’innamoramento dell’innamoramento, poi l’amore esclusivo ed escludente, poi le ferite e, magari, anche un po’ di psicoterapia. Non fa mai male, anzi, sarebbe il miglior investimento su se stessi ma molti ci si avvicinano solo dopo l’ennesima tranvata. Dopo vari anni e varie cadute e ricadute, però, finalmente ti decidi a costruire te stesso e alla malora tutti, lasciatemi stare che ho da fare con le mie antiche ferite personali. Piano piano, cerchi di mettere su mattone dopo mattone, di rattoppare i buchi, di fartene carico e di non lasciare fatiche improbe a chi verrà, se mai verrà. E a volte si tratta di dare qualche punto di rappezzo qui e lì, altre di rimettere insieme i pezzi franati.
Venezia, Biennale (2015)
E non è detto che l'opera non venga anche bene
Rimini, dettaglio di edificio (2011)
Ma se questo lavorio di costruzione non è efficace, a volte, anzi spesso, incontri l'Amore sbagliato. Quello che ti fa perdere il sonno, e la fame, e la stima di te stesso. Quello che ti fa guardare il tuo oggetto d'amore e invidiare la pagina del libro su cui si posa la sua mano, la sedia che accoglie il suo corpo, la sua ombra proiettata sulla strada su cui cammini e che non ti basta mai a raggiungerla. Credevi di essere intero e l'amore invece ti ha spezzato, un frammento di qua, uno di là. Arrivi a fare e dire cose di cui non vai fiero, ma tant'è e non te ne importa. Che cosa dà ad un altro tanto potere su di noi? La risposta è tanto semplice quanto assurda: noi stessi glielo diamo. Perché proiettiamo sull'altro bisogni di riscatto che nella realtà più profonda del nostro essere appartengono solo a noi.
Però quando, dopo molto vagare, provando e riprovando, capisci quali meccanismi metti in atto, quali errori fai (anche perché ti senti ripetere sempre le stesse accuse), li riconosci e ti fermi in tempo.
Conoscere dà libertà, sempre, e conoscere se stessi dà il massimo della libertà, perché consente di scegliere ciò che è davvero meglio per sé.
Dare e ricevere alla pari, senza retropensieri, senza aspettative, senza vantaggi, senza ragioni se non quella di amare. Esistono amori così? Certamente. Alcuni sono semplici, purissimi:
Roma, divano di casa (2012)
Altri altrettanto puri, ma molto meno semplici:
Roma, SMS Villoresi (2001)
Altri complicati anche loro, ma profondi, dolci, solidi:
Londra, aereo Alitalia (2012)
Finisco questa chiacchierata regalandoti una canzone che amo molto e che ogni tanto canto. Il titolo è "The Rose", scritta per raccontare in un film la vita di Janis Joplin, artista straordinaria e donna dolente.
Some say love it is a river
That drowns the tender reed.
Some say love it is a razor
That leaves your soul to bleed.
Some say love it is a hunger,
An endless aching need.
I say love it is a flower,
And you it's only seed.
It's the heart afraid of breaking
That never learns to dance.
It's the dream afraid of waking
That never takes the chance.
It's the one who won't be taken,
Who cannot seem to give,
And the soul afraid of dyin'
That never learns to live.
When the night has been too lonely
And the road has been to long,
And you think that love is only
For the lucky and the strong,
Just remember in the winter,
Far beneath the bitter snows,
Lies the seed that with the sun's love
In the spring becomes the rose.
Mai perdere la fiducia nei semi che abbiamo gettato, mio tesoro. Impiegano tempo a trovare la strada per far emergere i propri germogli, ma poi crescono alti e solidi. E guardano lontano.
Bellissimo pensare ai tanti colori dell'amore ma a mio giudizio la migliore frase sull'amore è quella degli Squallor (mi sa che li conosco solo io 🤣) nella famosissima canzone 38 luglio:
"Là dove finisce il fiume comincia il film:
La storia tremenda di un elettrotecnico che seppe inventare la pila
Non pochi ci riuscirono, ma fu lui che la inventò.
Quattro giorni dopo scoprirono la luce elettrica,
Fu un grosso errore per l'elettrotecnico,
Ma lui volle insistere e si fece male,
Si fece male pensando a lei,
Lei che veniva da lui, lui che veniva da lei.
Non fu un incontro ma un bombardamento
Si aprirono i cieli si aprirono le strade,
E i due camminarono senza vergogna.
Quanto amore, quanto amore fu sprecato dall'elettrotecnico.
Era il 38 luglio e faceva molto caldo"
Dedicata a te 😍
Ecco, l’amore come un eterno 38 luglio 😍
Bellissimo post, mi ha emozionata e fatto riflettere. Complimenti anche per le foto, in particolare le ultime, lo rendono personale e sono davvero azzeccate.
Grazie :)
Hai fatto tante enunciazioni, in questo tuo ottimo post, e tutte quante sono più che condivisibili, tutto quanto adeguatamente supportato da un book fotografico di pregevole successione, molto valido tutto quanto, cara @pataxis
Sono contenta ti sia piaciuto 😊
È veramente stupendo questo post...hai scritto Delle parole bellissime e molto vere. Fa molto riflettere.
Brava! Le immagini poi rendono tutto ancora più bello.. 🙂
Grazie davvero.
Sempre sul pezzo, Paolè... 😘
Grazie, Dob 😘
...e per conoscere se stessi si ha bisogno di uno specchio... di qualcosa che rimbalza su di te quello che fai... lo specchio-mondo... e così... in ogni relazione... col gatto, con un compagno/a, con il proprio lavoro, con un panorama, con un libro... ognuna di queste è una relazione... in cui dai qualcosa e ricevi qualcosa... è in questo scambio che accade la conoscenza... è in questo scambio che la conoscenza diventa libertà, e che vadano alla malora gli scambi unidirezionali... quelli che puntano a mettere la parola fine... che fingono interesse... che simulano partecipazione... che infine non hanno amore verso la conoscenza.
Grande post 🙂👍
È vero, è il senso più profondo di quell’uomo “animale sociale” di cui parlava Aristotele, io credo. Il λόγος come parola, ma anche come ragione e conoscenza. I greci avevano già capito (quasi) tutto 😉
Grazie dell’apprezzamento.
Mi viene inmente una frase che sentii pronunciare da un noto critico d'arte: "...l'amore è per chi non ha nient'altro da fare", o era il matrimonio? Non ricordo bene 😂
🤣
Wow....
Bellissimo!
Ti ringrazio :)