Ho apprezzato davvero molto questo articolo e le riflessioni. Credo anche io che sia tutto molto legato al tempo. Si tratta sempre di opinioni, ovvio, ma non possiamo essere tutti come Ungaretti! In ogni caso, non è neppure detto che un testo breve e conciso sia meno difficoltoso da produrre rispetto ad uno lungo e magari anche prolisso.
A volte, fermarsi è la giusta via, fare un passetto indietro e lasciare che la fretta ci si scolli di dosso; anche se so che è difficile.
Mi hai fatto pensare ad una sensazione che ho provato a Torino e a Roma: vivendo e lavorando in quelle città, ogni giorno prendevo la metro e gli autobus. In alcuni casi, non avevo neanche fretta, perché per fortuna avevo orari flessibili, ma correvo. Correvo, trascinata dalla gente che mi correva intorno. Assorbivo la frenesia e sentivo la necessità assoluta di correre. Era come se non fossi padrona di afferrare il mio tempo, anche se avveniva tutto nella mia testa.
Tornando alle riflessioni sul tema qualità, si tratta sempre di valutazioni personali, ma la produzione di un buon contenuto non può essere svincolata dal tempo; il tempo giusto per ciascuno di noi, che è variabile, ma che deve essere proporzionato.
Mi sembra giusto, anche, separare i concetti di qualità e valore (vorrei sottolineare che sto parlando a titolo del tutto personale) ma è sempre bello quando si può dare valore alla qualità, con tutti i limiti e i condizionamenti che il giudizio umano può avere, ma anche con tutte le migliori intenzioni del mondo.
Grazie @nawamy, il tempo di cui volevo parlare è proprio quello che racconti tu.
Un tempo che non ha a che fare con la lunghezza di un testo, ma quello che sfugge dal controllo presi dalla frenesia.
Mi piace molto la citazione che fa @marcodobrovich nel suo post in riferimento alla velocità degli impressionisti nella realizzazione di un quadro rispetto agli standard del periodo:
😊