WEB, tra truffe e raggiri. Come difenderci?

in #ita7 years ago

Web e i suoi molteplici raggiri, quali sono e come difenderci


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Vi arriva una e-mail da un amico. Dice che si trova a Dakar per lavoro, ma che ha smarrito tutti i documenti, compresa la carta di credito, e che ha bisogno urgentemente di 200 euro per rifare il passaporto. Chiede se glieli potete accreditare su un conto corrente o se potete inviarglieli con Western Union al nome di un suo amico senegalese. Poi, per fortuna, vi ricordate che proprio ieri lo avete visto alla Coop sotto casa e che vi siete anche parlati...
E' uno dei tanti, classici esempi di nuove truffe informatiche, che sovente continuano a fare qualche vittima approfittando di credulità e distrazione. In questo caso un hacker è riuscito a “bucare” un account di posta elettronica, utilizzandolo poi a suo piacimento per inviare e-mail sotto le mentite spoglie dell'ignaro titolare. Si sostanzia in questo caso la fattispecie del “furto d'identità”.

E' piuttosto recente il cosiddetto Vishing , una forma di truffa che ha lo scopo di carpire, con l'inganno, informazioni private, non più attraverso la comunicazione digitale, come nel Pishing, ma al telefono. Famosa è stata per un certo periodo la “truffa Telecom”, nella quale delle finte telefoniste, dopo che un hacker aveva “bucato” il sito della compagnia telefonica attingendo ai nominativi e ai recapiti degli utenti, chiamavano questi ultimi per cercare di carpire dati sensibili come numeri di fatturazione, anagrafici o peggio ancora credenziali di accesso a conti o carte di credito.
Tempo fa ha fatto notizia la “truffa dei cuccioli”. Gli imbroglioni di turno, con annunci sui social, in particolare su facebook, offrivano cagnolini in regalo, provenienti dall'Inghilterra, previa la semplice incombenza di dover pagare le modiche spese di spedizione. Ovviamente la cucciolata, con tutta probabilità, non era neanche mai venuta al mondo.
E' quella che gli agenti della Polizia Postale in gergo chiamano la “truffa nigeriana”, proprio perché ideata inizialmente nel Paese dell'Africa Occidentale. In pratica l'evoluzione digitale della “truffa della Fontana di Trevi”.

Niente di nuovo sotto il sole, internet ha semplicemente ampliato le opportunità e il raggio d'azione dei truffatori. La diffusione dell'E-Commerce (ossia le compravendite che avvengono on line) crea ovviamente problemi nuovi, così come l'utilizzo di internet dal telefonino, che ci rende spesso più superficiali e distratti nell'utilizzo di molti dei suoi servizi. Anche su siti famosi e certificati come Amazon si può incappare in prodotti civetta , come appartamenti, alberghi o servizi termali che non esistono e per i quali va versato un acconto. I criminali propongono di solito di versare caparre irrisorie, perché ovviamente giocano sulla quantità delle persone raggirate”.
Oppure ci sono siti che aprono e chiudono solo per il tempo di piazzare una truffa, legati a server e a conti correnti che si trovano in Romania, Russia o Nigeria. In quel caso le difficoltà nell'avere indietro il maltolto si moltiplicano esponenzialmente, perché si deve procedere per rogatorie internazionali e si ha a che fare con normative diverse da quella italiana.
Solo quest’anno nella mia regione ci sono state oltre 200 truffe generiche sul web, mentre ben oltre 250 sono stati i furti d'identità legati a frodi informatiche. E sono dati in continua crescita.
Per quanto riguarda l'acquisto di beni o servizi difettosi o inesistenti in realtà basterebbe seguire pochi accorgimenti. Primo, pagare solo in contrassegno. Secondo diffidare sempre di prodotti o servizi per i quali il prezzo sia stato abbattuto di oltre il 40 per cento. Fisicizzare il prodotto è altrettanto importante, ossia appurare la sua reale esistenza. Nel caso di abitazioni contattare magari la Pro Loco della località in questione e verificare che l'immobile esista per davvero e sia davvero in affitto o in vendita. Consiglio inoltre di evitare di acquistare da siti esteri, proprio perché spesso le legislazioni degli altri Paesi sono molto difformi dalla nostra soprattutto nei casi di recesso. Importantissimo è anche utilizzare per gli acquisti solo i siti con il lucchetto, e il codice https all'inizio dell'indirizzo che appare sulla barra del browser. Perché ciò significa che il sito stesso ha superato un protocollo di sicurezza ed è certificato come sicuro. In ogni caso non vanno mai salvati in internet, neppure in siti considerati non a rischio, il numero della propria carta di credito o le proprie credenziali bancarie e neppure il codice fiscale”.
Tutti questi consigli, come pure gli Allert con le indicazioni sulle truffe del momento e i relativi accorgimenti, sono rinvenibili sul sito www.commissariatodips.it

Passando dalle truffe alle estorsioni, un altro dolente capitolo è quello delle cosiddette Sex Extortions, che hanno iniziato a prendere piede sui social network ed in particolare su facebook da 6-7 anni a questa parte. Si tratta di un fenomeno piuttosto sommerso perché spesso la vittima non sporge denuncia per vergogna o imbarazzo. Vi incappano un po' tutti, non solo gli sprovveduti, ma anche professionisti e personalità famose e rispettate. Si tratta di un meccanismo ricattatorio molto semplice: una giovane e graziosa fanciulla contatta su facebook la sua potenziale vittima e le chiede l'amicizia. Successivamente inizia una conversazione in chat che si fa presto sempre più intima. Finché nel pieno di uno spogliarello o di un atto di autoerotismo il malcapitato si vede spiattellare davanti al naso la tragica verità. E cioè che tutta la sua performance è stata filmata e che il video verrà diffuso urbi et orbi nella rete, se non verranno soddisfatte alcune, solitamente pesanti, richieste economiche.
Il malcapitato viene quindi obbligato a pagare, in genere attraverso un trasferimento di denaro che avviene con Western Union. I flussi vanno solitamente verso Marocco, Costa d'Avorio, recentemente anche verso le Filippine. Di solito, dietro queste frodi ci sono delle vere e proprie organizzazioni. Ma, nonostante le polizie locali siano solitamente collaborative, l'attività d'indagine è assai lunga, dispendiosa e difficoltosa.

si ringrazia particolarmente per il suo contributo
Piergiorgio Grizzo
- giornalista e scrittore

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La storia della chat erotica e dello spogliarello l'ho sentita anch'io, un conoscente di un mio amico ha dovuto tirare fuori 3.000 per evitare che il suo video andasse in rete, lei si era spogliata e lui di conseguenza.....
Interessante ed istruttivo post, c'è poco da scherzare in rete

Grazie, purtroppo è una pratica sempre più diffusa... parlarne serve anche ad evitare che qualcuno ci csschi