Ho freddo.
Sono immobile, in un cubetto di ghiaccio del bicchiere di Whisky che sto bevendo.
Non riesco a rincuorarmi, tremo.
Ho paura di me. Il mio sguardo riflette me stesso, non riesco a vedermi. Ho paura di fissarmi, di capire cosa ho che non va.
Lo stomaco inizia ad appesantirsi, mi manca il fiato e le mani tremano in modo sempre più evidente.
L'ho vista uscire, la mia anima. Mi ha sorriso fissandomi con una rabbia immane; non era altro che un sorriso di potere, come se volesse dirmi che non sono nulla senza di lei.
Ma fuori è freddo.
Per quanto possa andare lontano, torna sempre da me.
Per quanto lei possa odiarmi, non può fare a meno di me.
Per quanto io possa odiarmi, non posso fare a meno di me.
Così decisi di parlarle, nonostante conoscessi le sue risposte.
"E tu chi sei? Perché tutto questo dolore?"
Intanto penso a quanto voglia perdermi per non ritrovare quel male ad aspettarmi con ansia, per scappare da ogni suo abbraccio, così forte da non farmi respirare.
"Stammi lontano!"
Continuavo a ripetermelo, nonostante non potessi mandare via una parte di me,
una parte che resterà incastonata nella mia testa e rifletterà la sua luce dai miei occhi,
accecando la vista alla mia coscienza.