In questi giorni si fa un grande parlare del prossimo Festival di Sanremo. Il Direttore Artistico è …nientepopòdimenoche… Claudio Baglioni!
Sanremo… si… ha rispolverato in me vecchi ricordi…
Eravamo tutti lì davanti al televisore tondeggiante, spigoli arrotondati, immagini barcollanti e sbiadite. In bianco e nero, ovviamente. Tutto il nostro immaginario era in bianco e nero a quei tempi, uno splendido bianco e nero. Film, fotografie, ricordi, emozioni,…
I grandi seduti a tavola, ancora apparecchiata, tovaglia, bicchieri bottiglie. Biscotti e dolci, immagino. Posacenere e sigarette. Noi piccoli seduti per terra e sul divano. Tra qualche giorno avrei compiuto sette anni. E nonna Fanci (Francesca), ascoltando Gigliola Cinquetti, disse “questa vince”. Ancora me la ricordo. Era il 1964.
Erano gli anni dei cantanti stranieri che cantavano in coppia con i nostri: Paul Anka: “…ogni volta, ogni volta che torno, non vorrei non vorrei più partir…”; Gene Pitney (con un fantastico Little Tony): “quando vedrai ieh ieh la mia ragazza ieh ieh…”; Les Surfs, Los Marcellos Ferials,… Persino Louis Armstrong, nel 1968: “ciao, stasera son qui, mi va di cantare…”
E degli italiani che erano talmente carismatici, che ci hanno fatto scordare con quale straniero cantavano: Pino Donaggio: “io che non vivo più di un’ora senza te…”; Wilma Goich (Wilma Goich!), che cantava: “amore ritorna, le colline sono in fiore…”; Bobby Solo: “da una lacrima sul visooo…”; Nicola Arigliano: “venti chilometri al giorno, dieci all’andata, dieci al ritorno…”; Caterina Caselli: “nessuno mi può giudicare, nemmeno tu…”;
Gli uomini in smoking. Le donne in abito lungo. Wow!
Alcuni tutti ingessati, un po’ …all’antica… i versi della canzone accompagnati dalle espressioni del viso e dal gesto della mano per aumentarne l’enfasi. Altri, …scatenati: arrivava il Rock and roll. Arrivava il Twist…!! Celentano, Tony Dallara,…
Già Tony Dallara… Classificato tra gli urlatori…
Un anno cantò in coppia con Renato Rascel. Altro stile. Stile d’altri tempi. Cantarono “Romantica”.
Ecco, guardarli ed ascoltarli cantare dà un’idea di come ci trovassimo nel bel mezzo del passaggio di un epoca. Stessa canzone, ma…
Ecco la versione cantata da
Renato Rascel. Ascoltate al minuto 1 e 23 secondi… E’ il ritornello.
Ed ecco la versione cantata da Tony Dallara. Stesso ritornello, al minuto e 5 secondi…
E daii, non è che so’ vecchio, so’ bei ricordi…
Qualcuno dei miei cuginetti più grandi non c’era. Forse era a casa di sotto, dove abitava mio zio.
“Dove xe i fioi?”, fa mia nonna. Dove sono i bambini? E io, pronto e gagliardo: “Forse i xe so!”, sono giù.
Tutti a ridere compiaciuti. ”Ma che bravo Marco, hai visto? Parla il dialetto! Bravo, Marco, bravo. Dai, ripeti…”
Parlavano triestino quando papà, zio e i nonni erano insieme.
Mi sono sentito avvampare. Mi sono vergognato. E forse, credo di ricordare, mi sono nascosto sotto al tavolo tra le gambe di papà.
E’ stata l’ultima volta che ho parlato in dialetto. Lo capisco, ma non l’ho più parlato. Mai più.
Che peccato!
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Leggo il post e leggo i commenti...e secondo me sono da chiarire due cose oggettive e su queste due cose, porci una domanda...è cambiata la "nostra" mentalità ed è cambiata la società, su queste due cose secondo me c'è poco da discuterne...la domanda è: la "nostra" mentalità è cambiata per colpa del cambiamento della società, cioè noi ci siamo adattati alla società che è mutata e continua a mutare nel tempo, oppure siamo noi che siamo cambiati e la società muta a causa nostra? Io sono classe '87, quindi non ho potuto vivere il festival negli anni di cui parla il post, ma ho un padre appassionato di musica, lui aveva un suo gruppo, suonava e suona la chitarra, andavano in giro a fare le serenate sotto le finestre delle future mogli di amici e di amici di amici, ore le serenate non le fa più, ma quando può non si sfuggire l'occasione di cantare sia a casa con il karaoke o a qualche evento....e grazie a lui, ho conosciuto la "vecchia" musica...lo ricordo come fosse oggi, ma era il '98, quando Lucio Battisti purtroppo lasciò questa vita; mi ricordo che mio padre accusò molto la notizia, intendiamoci, perché non voglio essere ipocrita, non è che si disperò come per la morte di una persona cara, ma il dispiacere f veramente forte....tanto che, qualche settimana dopo penso, ora non ricordo bene la data precisa, fu organizzato un concerto al Campidoglio a Roma con Vandelli ed altri Big (come li chiama Sanremo). Ovviamente andammo, ed è stata quella sera, a quel concerto, che ho capito veramente cosa vuol dire la passione per la musica e voler bene alla musica. E' stato veramente un attimo, eravamo lì, in attesa che iniziasse, eravamo in tanti, tante persone...e come suono di sottofondo c'era solo il mormorio di tutte le nostre voci.
Ad un certo punto si spengono tutte le luci, si fece tutto completamente buio, in un attimo ci fu un silenzio totale....e proprio in quest'attimo di silenzio, nel buio della sera, partono dagli altoparlanti le note de Il mio canto libero....sono bastate le prime cinque note, per farmi correre un brivido lungo tutta la schiena...e veramente non so perché, data anche la mia tenera età...i miei occhi hanno iniziato a far uscire lacrime e lacrime per quell'emozione di quel momento, da quelle cinque note fuori uscite così all'improvviso, nella completa oscurità. E' un'emozione che ancora ora a distanza di ben 19 anni, ricordala e raccontarla mi provoca le stesse sensazioni.
Tutto questo per dire che il problema di oggi e degli ultimi anni di Sanremo, è si il business, è si tutto quello che oramai ci gira intorno...ma il problema principale è che è cambiato il modo di vedere la musica, di fare musica, di sentire la musica...sia da parte di chi l'ascolta ma soprattutto da parte di chi la crea...
Si è perso tanto con il passare degli anni, si è persa la naturalezza del cantare....ed il piacere di farlo...su youtube quasi tutti i giorni, guardo ed ascolto un concerto di Fabrizio De André, live...che non potrei mai stancarmi di ascoltare e guardare....è un piacere ascoltare lui, è un piacere vedere la sua band che suona e lo fa con passione...il figlio che suona la chitarra dietro di lui durante Il testamento di Tito, la figlia che duetta con lui in Geordie....vabbè, ma di che vogliamo parlare...anzi scusate le mille digressioni...
Ora ascolti una canzone, l'ascolti 5/10/20 volte...poi finisce lì, non ti rimane nulla...ed io alle mie figlie non tramanderò ovviamente le canzoni di oggi, perlomeno non tutte, ma cresceranno con la musica con la quale sono cresciuto io e con la quale è cresciuto mio padre.
Ad oggi ce ne sono pochi che io definerei artisti...quei cantanti che non ti stancheresti mai di sentire, anzi, forse solo uno...(questa ovviamente però è una cosa soggettiva), ed è Dargen D'amico, sicuramente il 90% di chi leggerà questo nome, non lo ha mai sentito nominare, ma soprattutto l'ultimo album, accompagnato dalle note di un pianoforte, è qualcosa di eccezionale.
Quindi per quanto mi riguarda, se ad un festival della musica (perché cosi è definito), non c'è musica che emoziona (perché tanto ormai i big non sono più I BIG, ed i giovani sono cantanti usciti da qualche talent o comunque cantanti con il solo scopo di lucrare sul loro talento, invece di pensare di voler lasciare qualcosa a chi li ascolta), non c'è motivo di guardare il festival di Sanremo.
P.S. ...e come si dice a Roma....mi so dilungato 'na cifra!
Che dici... hai scritto du' righe...!!
Quello che ti è successo per Battisti a me è successo per Pino Daniele. Avevamo organizzato un'evento a Piazza del Popolo: proiezioni e musica. La notizia della sua morte è arrivata poche ora prima. Abbiamo iniziato proiettando il suo viso e andando un suo pezzo. Piazza del Popolo, gremita, si è ammutolita. Piangevamo tutti. Poi è scattato l'applauso. E il coro: "Pino, Pino..."
Se il gruppo che suonava con De Andrè a cui ti riferisci è la PFM, ... io quel giorno, al Palaeur c'ero. (Io continuo a chiamarlo così, Palaeur, e non Pala Lottomatica! Come continuo a dire Galleria Colonna invece di Galleria Alberto Sordi... e piazza Esedra invece che Piazza della Repubblica... Mia madre continua a chiamare via del Corso, Corso Umberto!! Ma lei è proprio antica...).
La società cambia, cambia velocemente e velocemente cambiano i costumi e i gusti. Inevitabilmente sempre più appiattiti verso il basso. Il mercato la fa da padrone. E per il mercato è più profittevole così. La sola salvezza è immaginare un mondo globalizzato in termini di relazioni, ma capace di preservare autonomie e tradizioni locali.
Dargen D'Amico me lo vado a sentì subito. Tanto sto a disegnà. Me fa compagnia...
Completamente d'accordo con te. Io sono del '97 e quando ascolto le canzoni attuali la maggior parte delle volte non mi lasciano niente..
penso che tra 10 anni saranno anche dimenticate. Poi mi basta ascoltare Battisti, de Andrè, Rino Gaetano, Mia Martini, Mina o
de Gregori (potrei continuare all'infinito, ma credo che il concetto si sia capito ) per emozionarmi.
😊
Isabella Turso accompagna al piano Dargen D’amico, cerca quelle di canzoni...ovviamente tutto altro stile rispetto ai cantanti che abbiamo citato prima, ma secondo me ad ora è qualcosa di diverso rispetto a tutta la scena musicale italiana, sia per qualità, sia per contenuti che per emozioni...il concerto di De André non mi sembra fosse quello al PalaEur, comunque poi mi informo e ti faccio sapere...allora buon disegno, e buon ascolto...buona serata
;)
Io non l'ho mai guardato il festival, sarà che sono troppo piccola o che ne ho sentite delle brutte, il fatto del business che c'è dietro..
Comunque adoro Baglioni :)
Quando eravamo piccoli noi, era un evento!
Sanremo lo guardavo da piccola quando ero ancora a casa dei miei... certo le canzoni di qualche decennio fa sono molto molto belle però qualcosina sta uscendo fuori anche ultimamente.
Claro que si!
sono una sanremofila dichiarata, non per niente il racconto a puntate che sto scrivendo si intitola "Festivaliere". Sanremo forever. E' uno specchio del costume italiano, a casa mia lo abbiamo sempre seguito e ne ho ricordi davvero remoti.
A chi lo dici...
Non posso dire di aver visto il festival nei suoi "anni d'oro" però lo seguo quasi da dieci anni... saranno i gusti, ma esclusa qualcuna non trovo canzoni all'altezza di quelle del passato
Non lo so...
Certo, nel passato, partecipavano tutti i big.
Poi ci sono stati anni e anni in cui i big lo snobbavano e da una decina di anni è tornato ad avere una buona qualità e risonanza. Allora erano altri tempi...
Leggendo il tuo post mi convinco sempre più che forse ora il Festival non è più come una volta...c'era probabilmente un'atmosfera diversa rispetto al giorno d'oggi, meno business...ma forse mi sbaglio proprio perché non ho potuto vivere quei momenti...
Sai, allora non me ne rendevo conto, ma ...la guerra (che a me sembrava una cosa lontanissima) nel '64 era finita da meno di vent'anni! Era un'altra Italia. In pieno boom economico ma ancora molto provinciale. E la televisione era ...il futuro. Una finestra sul mondo. E Sanremo un evento da vivere tutti insieme in famiglia e di cui parlare con gli amici... Che te lo dico a fa...!!
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