Eternità, una parola che mi spaventa

in #ita7 years ago

In certi periodi della mia vita mi capita di svegliarmi nel cuore della notte, e se sto attraversando un momento particolare, succede spesso che la mia mente parta per la tangente, ed inizi a viaggiare libera e senza confini, spaziando tra gli argomenti più vari.

Uno dei pensieri più peculiari e per me angosciante sui quali mi ritrovo immerso a riflettere è quello riguardante il concetto dell'eternità, perché trattasi di un concetto che non riesco proprio a comprendere.

Mi definisco una persona agnostica, nel senso che ritengo che "qualcosa" o "qualcuno" quando passerò a miglior vita ci sarà pure nel famoso aldilà ma non sono assolutamente praticante, le chiese mi vedono solo in specifiche ricorrenze - e se posso evitare di entrare, resto volentieri fuori nello spiazzale. Quando bestemmio sbaglio, quando prego faccio bene: a grandi linee queste sono le mie linee guida. Da queste considerazioni deriva un ragionamento che mi scatena un'inquietudine senza fine, ammessa e non concessa la presenza di una entità (Dio o altro), ed elaborando il concetto che ho letto da qualche parte, per cui una volta morti rinasceremo e vivremo nella grazia divina per l'eternità.

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Cercherò di essere il più chiaro possibile, anche se non è facile, visto l’argomento che è molto immateriale. Vivremo per l'eternità, quindi per sempre, ma il mio cervello va il tilt se mi fermo a riflettere su questa affermazione: come "per sempre, o per l'eternità"?? Ci sarà la determinazione del tempo, cosa saremo, spirito, aria, nuovamente uomini e donne, o altro ancora? L'idea che non ci sarà mai una fine è per me al limite dell’allucinante, certo, non è che io in questa vita non veda l'ora di morire, ci mancherebbe altro, ma dopo aver condotto la nostra esistenza, si spera nella maniera migliore possibile e soprattutto in pace con noi stessi e con gli altri, mi suona logico che arriverà la fine di tutto quanto con la morte, per aspettare, da quello che più o meno mi ricordo dal Catechismo, il risveglio dell'anima. Ma l'anima è immateriale, intangibile, eterea, spirituale, quindi teoricamente non si mangia, non si corre, non si fa sesso, non si gioca a poker, non si lavora, non si sta male, non ci sono problemi. E allora, anche per quello che riguarda le gioie, come sarà il modo di avere delle soddisfazioni? Vivremo nella grazia di Dio, e va bene, ma non sapere come sarà questa grazia non mi rende tranquillo. E’ sicuramente un limite del mio carattere, ma questa mancanza di comprensione non mi fa star bene, se non sono più che stabile emotivamente parlando, quando il mio cervello imbocca la via del discorso dell'eternità sono davvero dolori. Se già si sapesse che una persona rivive e si reincarna in un'altra, sarebbe diverso, ma non mi sembra che nessuno possa verosimilmente affermare che nella vita vita precedente fosse Tizio, Caio o Sempronio, quindi o non ci reincarniamo, o per forza, se il dettato dell'eternità è vero, dovremo avere un'altra destinazione finale.

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Pensando alla profondità degli abissi marini, alla vastità delle galassie, per quanto possano essere immensi questi spazi, al confronto con il concetto dell'eternità perdono totalmente la loro dimensione, risultano estremamente piccoli: quando provo ad attaccare mentalmente la concezione e la percezione che ho dell'eternità, per riuscire a cavare il classico ragno dal buco, è come se il mio cervello inviasse tanti razzi fluorescenti, per rischiare la cortina fumogena in cui è perennemente immersa l'eternità, ed il risultato è sempre il solito, avvilente scontato e ripetitivo: zero; non procedo e non riesco a categorizzarla in nessuna maniera.

Ritornando al concetto di Dio, nella sua immensa ed infinita capacità di comprensione delle cose e degli esseri viventi, il ragionamento logico che mi regala un po' di pace e relativa tranquillità è quello che certamente è in grado di leggere dentro la nostra anima, per cui se si ritroverà di fronte alla mia povera e piccola natura di uomo qualunque, rendendosi conto di questa mia instabilità di ragionamento di fronte al concetto dell'eternità, saprà come rimuovere il file incriminato, quello della paura del vivere in eterno.

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Voi come ne pensate al riguardo? Si accettano tutti i commenti.

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testo molto impegnativo ,ma interessante ,sopratutto per uno come me che certe domande se l'è sempre fatte.
Un mio pensiero molto brevemente.
Il tempo non esiste in natura è solo una nostra convenzione per indicare un momento.
La realtà che ci circonda potrebbe essere solo virtuale , infatti quello che tu vedi non è la luce o un oggetto ma l'elaborazione del tuo nervo ottico che manda un impulso elettrico al cervello che interpreterà come luce o oggetto...
quindi potremmo essere dentro a un videogioco chiamato Vita che preclude i ricordi di chi siamo veramente e di che cos'è la realtà .Per poter vivere a pieno la nuova esperienza di gioco .Dove lo scopo del gioco è vivere .

Io ho cercato di andare un po' in profondità, ma tu sei andato molto di più, pensieri intimi e decisamente introspettivi

Questi argomenti li trovo molto interessanti e, si, come ti hanno già scritto, il tema è impegnativo e sono pressocchè d'accordo con @internauta e il fascino di scoprire che ogni risposta che l'uomo ottiene finisce per rivelarsi una nuova partenza e mai un arrivo non ha prezzo per me.... c'è una realtà di proporzioni inimmaginabili che aspetta solo di essere scoperta... complimenti, continua così che troverai le tue personali risposte!

Grazie dell'incoraggiamento!!

Interessante articolo con delle domande che ogni essere umano dovrebbe farsi a un certo punto della vita. La situazione secondo me è più complessa di quanto pare e non credo che troveremmo risposte giuste indagando solo con la mente ma anche con il cuore visto che Dio è amore. Farsi domande è solo la parte iniziale di un percorso che bisogna fare per comprendere la realtà, vai avanti e troverai la strada.

Sì, hai ragione Giuseppe, ed è proprio quello che mi spaventa, il ritrovarmi perplesso ed insicuro di fronte a questi grandi misteri

Di recente ho ascoltato due pillole del Maestro MRA chiamate "DOPO LA MORTE" in cui credo che tu troverai qualche risposta alle tue domande.

Grazie mille!!

Complimenti per l'articolo. Io credo che sia fondamentale vivere "qui e ora", il concetto di eternità per me è totalmente astratto, non esiste un'eternità perché tutto è mutevole. Più del pensiero dell'eternità mi interessa sfruttare ogni attimo del vivere presente.

Certo, anche il vivere presente è fondamentale, cercare di passare una buona esistenza, possibilmente in pace ed armonia con se stessi, concordo con te, io mi sono spinto un po' più in là perché ogni tanto questo pensiero mi ritorna alla mente

forse il problema è che il nostro pensiero è condizionato dal concetto di tempo, un concetto che - a ben vedere - potrebbe essere limitante perché consuma tutto ciò che tocca. E se la morte portasse al di là del concetto di tempo, fuori da confini spazio temporali che proprio perché sono confini delimitano il pensiero entro certi schemi...difficile fare questi discorsi in questo modo, vero?