ORIGINAL WORK BY LYCOS
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I remember that as a child I always felt mixed feelings about the wildlife parks: I was partly attracted by the presence of animals otherwise difficult to observe, but then, once there, took the anger and sadness due to the conditions often miserable in which these animals were raised. Growing up and studying, I learned to recognize stress in animals, and this only made things worse, to the point that for many years I refused to enter a wildlife park.
Recently, however, I let myself be convinced to visit the Parco Natura Viva near Verona, with the assurance that it would have been different, and indeed it was so, for a series of reasons which I will discuss in a future post. Today, however, I would like to talk about what was for me the clear sign that, at least in this park, the situation is better than others: the wolf.
Considering the question from an ecological point of view, the wolf is one of the animals that needs the greatest spaces: it is in fact a great walker, able to travel hundreds of kilometers in a very short time; a wolf in dispersion can travel enormous distances resting very little, even reaching a thousand kilometers in a few days. But even individuals belonging to stable packs are usually very busy in patrolling the territory. This, of course, implies that a wolf needs large spaces even when kept in captivity. The absence of these vast spaces can have an important impact on animal welfare, since the whole ecology is heavily impacted, and this can alter various factors of its existence. For a lion, for example, much less space can be used, as its ecology provides rest as its main activity, while movement is limited to hunting or dispersal events.
At the Natura Viva there is a pack of seven or eight individuals (I could not count accurately), and the whole side of a wooded hill was placed at their disposal, so that it is often impossible to see them. But on the other hand, the real purpose of a wildlife park should be the conservation of animals and not the satisfaction of human voyeurism, so this can be acceptable. As for space, therefore, I consider myself sufficiently satisfied.
Ricordo che fin da bambino ho sempre provato sentimenti contrastanti riguardo i parchi faunistici: ne ero in parte attratto, per la presenza di animali altrimenti difficili da osservare, ma poi, una volta giunto lì, prendevano il sopravvento la rabbia e la tristezza dovute alle condizioni spesso misere in cui questi animali venivano cresciuti. Crescendo e studiando ho imparato a riconoscere negli animali i segnali dello stress, e questo non ha fatto che peggiorare le cose, al punto che per molti anni mi sono rifiutato di entrare in un parco del genere.
Recentemente, però, mi sono lasciato convincere a visitare il Parco Natura Viva vicino a Verona, con l’assicurazione che sarebbe stato diverso, ed effettivamente è stato così, per una serie di motivi di cui parlerò in un prossimo post. Oggi, invece, vorrei parlare di quello che è stato per me il segno evidente che, almeno in questo parco, la situazione è migliore: il lupo.
Considerando la questione da un punto di vista ecologico, il lupo è uno degli animali che necessita gli spazi maggiori: si tratta infatti di un grande camminatore, in grado di percorrere centinaia di chilometri nell’arco di pochissimo tempo; un lupo in dispersione può percorrere enormi distanze riposando molto poco, arrivando addirittura ai mille chilometri in pochi giorni. Ma anche gli individui appartenenti a branchi stabili sono solitamente molto impegnati in attività di pattugliamento del territorio. Questo, ovviamente, implica che un lupo necessiti di grandi spazi anche quando tenuto in cattività. L’assenza di questi vasti spazi può ripercuotersi in modo importante sul benessere degli animali, poiché ne risulta pesantemente impattata l’intera ecologia, e questo è in grado di alterare diversi fattori della sua esistenza. Per un leone, per esempio, può essere impiegato molto meno spazio, in quanto la sua ecologia prevede come attività principale il riposo, mentre il movimento è limitato alla caccia o a eventi di dispersione.
Al Natura Viva è presente un branco di sette o otto individui (non sono riuscito a contare con precisione), ed è stato messo a loro disposizione l’intero versante di una collina boschiva, tanto che spesso risulta impossibile vederli. Ma d’altra parte, il vero scopo di un parco faunistico dovrebbe essere la conservazione degli animali e non il soddisfacimento del voyeurismo umano, per tanto ben venga la difficile osservazione. Quanto allo spazio, quindi, mi ritengo sufficientemente soddisfatto.
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Besides the ecology of the species, another absolutely important element to consider is its ethology. In the wild, the packs of wolves walk the entire perimeter of their territory two or three times a day, marking it at strategic points. A wolf grown up and kept in a situation of inadequate captivity would eventually lose the need to put in place such behavior, probably replacing it with a stereotypical behavior such as the nervous march back and forth along one side of the cage.
In the wolves I have seen, however, the protection behavior of the territory was completely present. After a long and patient wait, the wolves moved in pack from the shelter area, hidden from view, to descend along the slope of the hill. A first wolf quickly crossed the perimeter, followed by two individuals who, more slowly, marked the territory; a little further inside another group of two or three individuals alternated between the rapid march and guard moments, and slightly more in the background there was the alpha couple watching over the operations, the pack leaders. Attending in person at this moment was definitely exciting, especially for the great naturalness with which the wolves have completed everything, as if there was a real territory to defend.
Another very interesting moment was when, along the perimeter, we found ourselves face to face with the pack. The animals of the parks are often characterized by the lack of interaction with the human being who, instead, should stimulate curiosity if nothing else. These wolves, on the contrary, showed a high degree of interaction, stopping for a few moments in front of the small group of humans. The feeling was that of being considered as a rival but not hostile pack, with the wolves who have made clear the beginning of their territory and the end of ours, without ever trespassing in threats. However, the slight tension that has formed between the two groups has also been evident: the alpha individuals, in fact, have abandoned their detached position to get closer to the others, in order to better manage the dynamics of the group. The meeting lasted no more than four or five minutes, at the end of which the wolves disappeared again into the vegetation.
Two of the most interesting and surprising elements I could observe were the size and beauty of the alpha female. We often imagine the capibranco as the biggest individuals; in this case, the alpha female turned out to be the smallest of the pack; nevertheless the decision and the harshness with which it is related to the other individuals have made explicit the qualities that have placed it at the top of the herd.
Also from an ethological point of view, therefore, I was pleasantly surprised. Perhaps more than I expected.
Oltre all’ecologia della specie, un altro elemento assolutamente importante da considerare è la sua etologia. In natura, i branchi di lupi percorrono due o tre volte al giorno l’intero perimetro del loro territorio, marcandolo in punti strategici. Un lupo cresciuto a mantenuto in situazione di cattività non adeguata perderebbe col tempo la necessità di mettere in atto un comportamento del genere, sostituendolo, con ogni probabilità, con un comportamento stereotipato come la marcia nervosa avanti e indietro lungo un lato della gabbia.
Nei lupi che ho avuto modo di osservare, invece, il comportamento di protezione del territorio era completamente presente. Dopo una lunga e paziente attesa, i lupi si sono mossi in branco dalla zona rifugio, nascosta alla vista, per scendere lungo il versante della collina. Un primo lupo percorreva rapidamente il perimetro, seguito da due individui che, più lentamente, marcavano il territorio; poco più all’interno un altro gruppo di due o tre individui alternava la rapida marcia a momenti di guardia, e leggermente più in fondo vigilava sulle operazioni la coppia alfa, i capibranco. Assistere di persona a questo momento è stato decisamente emozionante, soprattutto per la grande naturalezza con cui i lupi hanno compiuto il tutto, come se ci fosse effettivamente un territorio da difendere.
Un altro momento decisamente interessante è stato quando, percorrendo il perimetro, ci siamo trovati faccia a faccia con il branco. Gli animali dei parchi si caratterizzano spesso per la scarsa interazione con l’essere umano che, invece, dovrebbe stimolarne se non altro la curiosità. Questi lupi, al contrario, hanno mostrato un elevato grado di interazione, fermandosi per alcuni momenti davanti al piccolo gruppo di umani. La sensazione è stata quella di essere considerati come un branco rivale, ma non ostile, con i lupi che hanno messo ben in chiaro l’inizio del proprio territorio e la fine del nostro, senza mai sconfinare nelle minacce. Tuttavia, è stata anche evidente la leggera tensione che si è formata tra i due gruppi: gli individui alfa, infatti, hanno abbandonato la loro posizione distaccata per avvicinarsi agli altri, in modo da poter meglio amministrare le dinamiche del gruppo. L’incontro è durato non più di quattro o cinque minuti, al termine dei quali i lupi sono nuovamente spariti nella vegetazione.
Due degli elementi più interessanti e sorprendenti che sono riuscito ad osservare sono stati la dimensione e la bellezza della femmina alfa. Spesso ci si immagino i capibranco come gli individui più grossi; in questo caso, la femmina alfa si è rivelata essere la più piccola del branco; ciononostante la decisione e la durezza con le quali si è rapportata agli altri individui hanno reso esplicite le qualità che la hanno collocata all’apice del branco.
Anche da un punto di vista etologico, quindi, sono rimasto piacevolmente sorpreso. Forse più di quanto mi aspettassi.
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Remaining in the field of ethology, one element struck me in a particular way, allowing me to verify for the first time on the field a theory that is becoming wider and wider among ethologists in recent years: the hierarchy of the pack and the presence of a omega wolf, an argument still today object of discussion and not well clarified.
More knowledge about the social organization of wolves probably comes from the work of Shaun Ellis, an English researcher who spent part of his life with these animals. Ellis is often viewed with suspicion by the scientific community, for his particular methods, but at the end his theories are always confirmed and verified.
The organization of each group involves the presence of an alpha couple, a beta couple, and an unknown number of middle individuals, usually variable depending on the size of the territory and the presence of resources. Each class performs precise tasks.
The most characteristic elements for each social class are the behavior and the type of howl.
The alpha individuals are the pack leaders and are generally the least social of the pack, they are often detached and show a behavior that we would call "royal"; they rarely intervene in the group's dynamics, except in case of serious dangers or shortcomings. But their role is fundamental, and they observe and regulate the whole dynamics in a very fine way. Their howl is short and with high frequencies, usually serves to call attention.
Beta individuals show very different behaviors; they are the most active specimens, and in a certain sense they represent the operational arm of the leaders. They are the ones that intervene in first person in the dynamics of the pack, supporting the will of the alpha. Although they are fundamental to alpha, they also represent the first threat to leadership. His howl gives important orders to the èack and has a function of defense of the territory.
The "middle" individuals perform all the other functions, and are the first to line up in fights and hunting; they usually do not question the authority of the leader. Their howl plays defensive functions and is signaled.
Restando nel campo dell’etologia, un elemento mi ha colpito in modo particolare, permettendomi per la prima volta di verificare sul campo una teoria che si fa sempre più largo tra gli studiosi negli ultimi anni: la gerarchia del branco e la presenza di un lupo omega, argomento ancora oggi oggetto di discussione e non ben chiarito.
Le maggiori conoscenze riguardo l’organizzazione sociale dei lupi ci arrivano probabilmente dai lavori di Shaun Ellis, ricercatore inglese che ha trascorso parte della sua vita proprio con questi animali. Ellis viene spesso guardato con sospetto dalla comunità scientifica, per i suoi metodi particolari, ma di fatto le sue teoria vengono ogni volta confermate e verificate.
L’organizzazione di ogni branco prevede la presenza di una coppia alfa, una coppia beta, e un numero imprecisato di individui middle, solitamente variabili in base alle dimensioni del territorio e alla presenza di risorse. Ogni classe assolve compiti ben precisi.
Gli elementi maggiormente caratterizzanti per ogni classe sociale sono il comportamento e il tipo di ululato.
Gli individui alfa sono i capibranco e sono generalmente gli individui meno sociali del branco, sono spesso distaccati e mostrano un comportamento che definiremmo “regale”; raramente intervengono nelle dinamiche del gruppo, se non in caso di gravi pericoli o mancanze. Il loro ruolo però è fondamentale, ed essi osservano e regolano in modo molto fine le intere dinamiche. Il loro ululato è breve e con frequenze elevate, serve solitamente per richiamare l’attenzione.
Gli individui beta mostrano invece comportamenti molto diversi; sono gli esemplari più attivi, e rappresentano in un certo senso il braccio operativo dei capibranco. Sono loro ad intervenire in prima persona nelle dinamiche del branco, assecondando la volontà dell’alfa. Nonostante siano fondamentali per l’alfa, essi rappresentano anche la prima minaccia alla leadership. Il suo ululato impartisce importanti ordini al branco e ha una funzione di difesa del territorio.
Gli individui “middle” assolvono tutte le altre funzioni, e sono i primi a schierarsi nelle lotte e nella caccia; solitamente non mettono in discussione l’autorità del leader. Il loro ululato svolge funzioni difensive e si segnalazione.
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Then there is a last social class, called omega. It is commonly believed that this represents the last individual in the pack, the one with fewer rights; but Ellis' recent work has shown that this vision is extremely simplistic and reductive with than the real situation.
This idea was born from the observation that there is always an individual who is apparently harassed by the rest of the pack: tensions of others are vented on him, he accesses last to meals, and often takes on the role of "clown" of the group, becoming the object of the games of others. It was then thought that it was a weak specimen, whose only way to remain within the pack is to submit completely to others.
Ellis, however, noted that often the omega wolf is recognized as an important part of the pack, for example, when the alpha individuals reserve valuable parts of the prey to him, despite it being the last to feed. The idea currently under examination, therefore, is that the omega wolf performs the function of "peacemaker": its role is to intervene during the internal clashes, placating the minds, often putting us back in first person. Being a wolf not suitable to play important roles, he can accept to suffer some small damage or deprivation, without compromising the survival of the herd; damage to the omega is more easily acceptable than beta damage. For example, if a beta and a middle are fighting, the omega can interfere by tempering aggressive behavior and preventing the two contestants, both essential for hunting, from hurting themselves.
Surveys related to the howl were also extremely interesting. The howl of the omega individual is profoundly different from all the others, it is a long, low and prolonged, almost tormenting sound that placates the other members of the pack and fosters unity. This field is currently the subject of intense studies, but it seems certain that the sounds have a high power of hormonal regulation in mammals and, of course, also in humans.
Esiste poi un’ultima classe sociale, definita omega. Si ritiene comunemente che questo rappresenti l’ultimo individuo del branco, quello con meno diritti; ma i recenti lavori di Ellis hanno evidenziato che questa visione è estremamente semplicistica e riduttiva rispetto alla situazione reale.
L’idea di partenza è nata dall’osservazione che è sempre presente un individuo che viene apparentemente vessato dal resto del branco: su di lui si sfogano le tensioni degli altri, accede per ultimo ai pasti, e assume spesso il ruolo di “buffone” del gruppo, diventando l’oggetto dei giochi degli altri. Si è pensato allora che si trattasse di un esemplare debole, il cui unico modo per restare all’interno del branco fosse quello di sottomettersi completamente agli altri.
Ellis, però, ha osservato che spesso il lupo omega viene riconosciuto come importante parte del branco stesso, per esempio quando gli individui alfa gli riservano parti pregiate della preda, nonostante esso sia l’ultimo a cibarsi. L’idea attualmente sotto esame, quindi, è che il lupo omega assolva la funzione di “pacificatore”: il suo ruolo è quello di intervenire durante gli scontri interni placando gli animi, spesso rimettendoci in prima persona. Trattandosi di un lupo non adatto a ricoprire ruoli importanti esso può accettare di subire qualche piccolo danno o privazione, senza compromettere la sopravvivenza del branco; un danno all’omega è più facilmente accettabile rispetto a un danno al beta. Per esempio, se un beta e un middle stanno litigando, l’omega può intromettersi stemperando i comportamenti aggressivi ed evitando che i due contendenti, entrambi fondamentali per la caccia, si feriscano.
Estremamente interessanti sono state anche le rilevazioni relative all’ululato. L’ululato dell’individuo omega è profondamente diverso da tutti gli altri, si tratta di un suono lungo, basso e prolungato, quasi struggente, che placa gli altri membri del branco e favorisce l’unità. Questo campo è attualmente oggetto di intensi studi, ma sembra ormai accertato che i suoni abbiano un elevato potere di regolazione ormonale nei mammiferi e, ovviamente, anche nell’uomo.
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The presence of different social castes is easily detected already in litters, and Ellis has repeatedly demonstrated his theories using dogs, close relatives of the wolf. In every litter an omega individual is immediately identifiable: it is usually the "loser brother", the one to whom the others steal the attention and that, normally, is harassed by the other puppies.
In the same way it is not difficult to identify the other elements. The alpha is usually the most detached puppy and the one most observed by the mother: it does not always participate in games, appears almost haughty and observes from a distance but in a very careful way the external stimuli. If placed with the back to the ground they stiffen, but they do not give any sign of submission. They are adopted last, because apparently not social.
The beta individual is instead the most physical and playful, the first to react to external stimuli and normally the one that has the upper hand in games between puppies. Among the dogs are those that are adopted first, because they show greater interaction with the owners. If placed with their backs on the ground, they show obvious impatience and rebel.
The middle individuals are similar to the beta, but much more condescending even when placed with the back on the ground. They are adopted easily, because they are very willing to interact.
In conclusion, the role of omega can appear sad and sometimes brutal, but above all in nature play a fundamental role, perhaps more important than beta. Nature often surprises us, even negatively, with questionable strategies ... But we must not forget that they are questionable only on a purely human level, while they are simply natural for other species.
La presenza di diverse caste sociali è facilmente rilevabile già nelle cucciolate, e Ellis ha più volte dimostrato le proprie teorie utilizzando i cani, stretti parenti del lupo. In ogni cucciolata è immediatamente identificabile un individuo omega: si tratta solitamente del “fratello sfigato”, quello a cui gli altri rubano i giochi le attenzioni e che, normalmente, viene vessato dagli altri cuccioli.
Allo stesso modo non è difficile identificare gli altri elementi. L’alfa è solitamente il cucciolo più distaccato e quello maggiormente osservato dalla madre: esso non partecipa sempre ai giochi, appare quasi altezzoso e osserva da lontano ma in modo molto attento gli stimoli esterni. Se posti con la schiena a terra si irrigidiscono, ma non danno alcun segno di sottomissione. Vengono adottati per ultimi, perché apparentemente poco sociali.
L’individuo beta è invece quello più fisico e giocoso, il primo a reagire agli stimoli esterni e normalmente quello che ha il sopravvento nei giochi tra cuccioli. Tra i cani sono quelli che vengono adottati per primi, perché mostrano maggior interazione coi padroni. Se posti con la schiena a terra mostrano evidente insofferenza e si ribellano.
Gli individui middle sono simili ai beta, ma molto più accondiscendenti anche quando posti con la schiena a terra. Sono adottati facilmente, perché molto propensi all’interazione.
Concludendo, il ruolo degli omega può apparire triste e a volte brutale, ma soprattutto in natura svolgono un ruolo fondamentale, forse più importante di quello dei beta. La natura spesso ci sorprende, anche negativamente, con strategie discutibili… Ma non bisogna dimenticare che esse sono discutibili solo su un piano puramente umano, mentre sono semplicemente naturali per altre specie.
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Returning to our park... As I said, the observed elements pleasantly surprised me, and for the first time I returned home without bringing with me a deep sense of shame for what I had seen. Park promoted? No. I love wolves, and therefore I can not accept that they are kept in a cage, as far as this can be extended. I understand the needs of the wildlife parks, and in part I defend them, but the wolf, in particular the European one, is listed on the IUCN red list as a minimum risk; its presence in a cage, therefore, is not justifiable with a protection activity. The money spent for its management within a park could be used to implement adequate protection and information policy in nature. But I will deal with the topic better in the next post...
Tornando al nostro parco… Come detto, gli elementi osservati mi hanno piacevolmente sorpreso, e per la prima volta sono tornato a casa senza portare con me un profondo senso di vergona per quello che avevo visto. Parco promosso? No. Amo i lupi, e per tanto non posso accettare che essi siano tenuti in una gabbia, per quanto questa possa essere estesa. Capisco le esigenze dei parchi faunistici, e in parte le difendo, ma il lupo, in particolare quello europeo, è catalogato nella lista rossa dell’IUCN come a rischio minimo; la sua presenza in una gabbia, quindi, non è giustificabile con un’attività di protezione. I soldi spesi per la sua gestione all’interno di un parco potrebbero essere utilizzati per mettere in atto adeguate politica di tutela e informazione in natura. Ma affronterò meglio l’argomento nel prossimo post…
Nikon D3400 | |
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70-300 mm | |
20.10.2018 | |
04.00 PM | |
45°28'47.1"N, 10°47'52.8"E |
Immagine CC0 Creative Commons, si ringrazia @mrazura per il logo ITASTEM.
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Sources
- L. David Mech, Luigi Boitani. Wolves: Behavior, Ecology, and Conservation.
- J. P. Scott. The Evolution of Social Behavior in Dogs and Wolves.
Gli ho visti da vicino in Francia...alla Maison des Lupes...a sud della Francia. Belli davvero
I read this with pleasure (whole post) and interest (especially the omega parts). The narrative is flowing and inviting. And I felt present in the scenes described!
I suspect the bilingual edition might give the illusion of excessive length, which might dissuade some readers from attempting to read it, and it's too bad if that's the case.
A subject very befitting to your name lycos! :D Looking forward to the next park post.
Of course :D
Thanks for the nice comment ;) in the coming days I will try to finish the post on the parks...
meraviglioso...che bel post! W il Lupo! Grande @lycos
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Very good. Sono un appassionato di lupi. Ho fatto anche uno spettacolo sui lupi (sono un teatrante). E ho preso come protagonista proprio un lupo Omega. Complimenti.
Grazie mille @sbarandelli ;) sono una passione anche per me, ci ho fatto la tesi di laurea... Sono animali davvero stupendi, sono tanti punti di vista...
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