Questo è il primo vero capitolo sulle vicende di Eric Shuman, l'assassino. Per comprendere quanto segue è però importante leggere il capitolo introduttivo https://steemit.com/ita/@klevera/conoscere-eric-shuman-introduzione . Buona Lettura!
L'importanza di Eric Shuman
Lo so, miei nuovi amici, che vi spaventa quanto sta accadendo così repentinamente nelle vostre vite. So che l'incontrarmi e il conoscermi sono eventi rapidi che investono la vostra vita e cambiano le vostre percezioni. So che siete confusi.
Da qualunque parte voi vi giriate, ora, non vedete che caos. Persino una parete bianca e liscia ora vi appare come un intrigato scarabocchio, di quelli che si fanno per vedere se un penna scrive. Dovete capire che è questa la giusta percezione della realtà. Se pensavate che ci fosse un disegno più alto o "progetto divino" che dir si voglia, beh, quello non è altro che un turbinio di linee senza senso.
La realtà è una penna che cerca continuamente di vedere se scrive e poi si dimentica di poterlo fare. La realtà scrive sempre!
Dalle vostre lacrime capisco che state ancora cercando di trovare voi stessi in mezzo a queste linee, come se poteste spiccare in qualche modo, brillare in mezzo al caos. Se foste protagonisti della vostra storie, allora potreste deciderne il fato e questo vi darebbe sollievo. Sarà più facile accettare la verità quando capirete che siete un puntino invisibile che compone una delle tante linee insieme ad altri puntini invisibili. Siamo visibili sono nel caos informe, e per sua natura, il caos non ha senso. Siamo una piccola parte di una cosa inutile.
Io l'ho capito molto tempo fa. Entrai nella casa di un famosissimo scrittore. Decisi di incontrarlo perché mi incuriosiva e affascinava il fatto che si firmava con uno pseudonimo e in pochissimi sapevano il suo vero nome. Volevo chiedergli perché dare fama a qualcuno che non esiste invece che a lui.
La sua casa mi aveva detto molto già dall'esterno. Una villa isolata con un immenso giardino, dal design post-moderno, o almeno credo. Il giardino presentava qualche siepe un po' anonima e un paio di filari di cipressi ai bordi del viale di ingresso e del retro. Di solito i ricchi adornano il giardino con sculture appariscenti e altri ammennicoli col preciso scopo di far da introduzione allo sfarzo dell'abitazione. Questo giardino invece, sebbene ben tenuto, non sembra curarsi di presentare alcunché, come se subisse la propria esistenza invece di viverla.
La casa invece appariva come un'opera d'arte a sè stante dall'esterno. Un design ricercato, artistico, in completo contrasto con l'interno dell'abitazione. Una volta entrato, infatti, rimasi colpito da quanto era spoglia di decorazioni e arredo, contrariamente alle aspettative create dall'architettura e i disegni dell'edificio. Eccezion fatta per le numerose librerie, presenza ovvia in casa di uno scrittore, e le ampie vetrate imposte dal design, la casa era vuota, non aveva niente da raccontare.
Trovai il mio nuovo amico intento a scrivere. Non si trovava in uno studio o una stanza appartata, bensì in pieno salotto. La scrivania a cui sedeva era posizionata a caso nella stanza dando le spalle all'ingresso, in modo assolutamente privo di funzionalità se non quella di mero e puro piano di appoggio. Su di una poltrona, due divani e tutto il pavimento si trovavano pile di fogli sparpagliati caoticamente.
Non si udiva un suono se non quello della penna che scorreva sul foglio, cosa che mi colpì perchè tutti i fogli attorno a me erano invece battuti a macchina, quindi fui incuriosito da cosa stesse scrivendo con tanto sforzo e passione ma con un metodo diverso dal suo solito.
Decisi di rivelare la mia presenza con uno scherzo. Gli piombai alle spalle per spaventarlo e iniziai a giocare con lui. Però l'uomo era vecchio e si arrese subito. Non aveva voglia e energie per giocare, però, dopo le dovute presentazioni, rimase piuttosto tranquillo e iniziammo a conversare, fare conoscenza.
Lo misi sul divano facendo volare tutti i suoi scritti. Gli chiesi come si chiamava e lui mi disse il suo vero nome. Gli chiesi allora perché si firmasse con un altro nome ma non riuscì a rispondermi in modo comprensibile. Era troppo provato dal gioco di poco prima.
Fu la casa a darmi la risposta. La sentii dirmela a gran voce, e mi sentii stupido per quanto fosse ovvia. Come la casa era stata costruita subendo l'appariscenza del design artistico che ostacolava il suo vivere in modo anonimo, così lo scrittore, per sua natura, rischia di dover subire un'esposizione non gradita alla natura dell'uomo che vuole vivere appartato in tranquillità.
Quell'uomo quindi non aveva niente da raccontare, non era lui lo scrittore, ma l'unico personaggio che aveva partorito, il suo pseudonimo: un personaggio con molte cose da dire e molto da scrivere.
Però ero più ingenuo di oggi, amici miei, e avevo difficoltà a capire tutto questo. Soprattutto non riuscivo a capire come avesse potuto rinunciare a quello che tutti desiderano: essere ricordato.
Lui sì che aveva il mezzo di sopravvivere alla morte e alla caducità della memoria, l'orrore di finire nell'oblio che tutti temono, ma aveva scelto di non goderne. Mi sforza di capire il perché per alcuni minuti ma non ci riuscii. Allora glielo chiesi.
Lui non riusciva a parlare, faceva fatica a respirare e forse aveva la mascella dislocata. Colpa mia che non mi sono saputo regolare nel giocare con un uomo così vecchio e debole. Mi indicò però un foglio sulla scrivania. Il foglio era scritto a penna, ma dopo che avevo fatto confusione per giocare, non sono sicuro che fosse quello che stava scrivendo una decina di minuti prima. Sulla scrivania ce n'erano altri scritti a penna, piuttosto caoticamente, che recitavano brevi frasi ricche di significato che però non mi colpirono al punto da essere ricordate. Probabilmente erano private del contesto adatto. Ma il foglio che avevo in mano era estremamente ordinato. Su di esso una poesia recitava:
Quattro torri ai vertici di una geometrica perfezione
Senza un fossato, protetto dalla terra
Testimone di nobili balli e cerimonie regali
Ogni elmo un' investitura, ogni spada un' omelia
Gioiello ambito da eredi e usurpatori
Osservatore del susseguirsi delle generazioni,
Delle guerre e delle conquiste
Degli inganni e dei matrimoni
Di tutti coloro che lo desideravano
Di tutto ciò che hanno fatto per esso
Quanta importanza ha valso migliaia di vite
Ciò che ora è una pila di rocce
Diamante tornato carbone
Coperto dall'edera
Verde stendardo del trionfo del tempo"
Poi il vecchio morì, consapevole di non poter essere importante.
Fu il primo, fra i miei amici, a insegnarmi qualcosa di davvero grandioso. Nulla di ciò che facciamo o che esiste è importante agli occhi dell'universo, nulla è abbastanza duraturo da resistere ai venti del tempo.
Perciò giochiamo, amici miei! Abbandonate i vostri disegni e i vostri giardini e giochiamo! Smettiamo di cercare un senso nel non-senso quando il non-senso stesso è il senso e balliamo a formare nuove linee di questo divino scarabocchio caotico che tutti comprende e non vuol dir nulla!
Io sono Eric Shuman, e so di non poter essere importante.
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