Te c'hanno mai mannato a quel paese?

in #ita7 years ago (edited)

Questo articolo non vuole essere una lezioncina sul multiculturalismo, ma un breve excursus, con divertenti esempi pratici, di... incomprensioni che possono venirsi a creare tra due persone che provengono da paesi differenti!

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Quella attuale è un'epoca caratterizzata da fenomeni migratori di ampia portata che abbiamo visto intensificarsi ancor di più grazie alla globalizzazione.
Attualmente, ogni Stato (non solo quelli occidentali!) accoglie al suo interno società dove più culture, anche molto differenti tra loro, si trovano a dover convivere.
Spesso si pensa che le differenze tra popolazioni che provengono da luoghi molto distanti tra loro, interessino i grandi temi esistenziali come, ad esempio, la religione. In realtà, ritengo che non sia assolutamente così: le differenze culturali risiedono principalmente nelle piccole cose e di seguito riporterò qualche esempio chiarificatore a questo proposito.

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Ombrelli etiopi...

Stavo appunto dicendo come attraverso gli inconsci gesti quotidiani veniamo a scoprire le difformità tra un popolo ed un altro.
Vorrei, pertanto, iniziare questo breve viaggio tra le singolarità dei popoli - soprattutto nell' ambito della comunicazione non verbale - con un simpatico aneddoto che mi ha raccontato un membro dell' U.N.A.R. (Ufficio Internazionale Antidiscriminazioni Razziali) durante un convegno: anni fa le si presenta in ufficio una signora della Milano-bene, piuttosto anzianotta e visibilmente indignata...


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...si siede di fronte al funzionario U.N.A.R., appoggia la borsetta sulla ginocchia e stizzita comincia:

"Senta, giovanotto - tenete presente che il funzionario ha circa cinquant'anni, eh! - io ho provato a comportarmi da buona cristiana con questi negretti, ma oggi sono qui per denunciare un gravissimo atto discriminatorio nei miei confronti!"

"Va bene, signora, mi racconti, son tutto orecchi..."

"Bene, circa un mese fa si sono trasferiti nel MIO palazzo..."

"Ah, dunque lei affitta appartamenti di sua proprietà?"

"Io non affitto nulla, giovanotto! Intendevo dire che si sono trasferiti nel palazzo dove abito da trent'anni..."

"Ah, allora non è SUO il palazzo, giusto?"
Domanda divertito il funzionario.
"Ma, andiamo avanti, signora, continui pure."

"Ci abito da trent'anni! È come fosse mio! Non le pare?"
E senza dare il tempo di rispondere, la vecchietta prosegue: "Comunque, stavo dicendo, prima che lei mi interrompesse, che una famiglia di africani...mi pare mi abbiano detto di essere originari dell' Estonia..."

"Africani estoni? È proprio sicura? Saranno forse etiopi, signora?"

"Etiopia, Etiopia...e cosa ho detto io? Una famiglia di Etiopi, ovvio! Insomma, questi maleducati, ogni volta che ci incontriamo per le scale ed io, cortesemente, li saluto, lo sa come mi rispondono, giovanotto? LO SAAA?!"

"No, signora, non lo so. Me lo dica lei...cosa le rispondono"

"Mi guardano negli occhi e sorridendomi...TAAAC!!"

A quel punto, la vecchietta si porta la mano destra sull'avambraccio sinistro ed usando un tono di voce di gran lunga superiore ai decibel sopportabili da un orecchio umano, prosegue: "mi fanno il GESTO DELL'OMBRELLO mandandomi allegramente a quel paese! Se ne rende conto, giovanotto? E quello scostumato del padre ha insegnato questo gesto volgare persino a quei due poveri bambini figli suoi, VERGOGNA! Che Dio li aiuti...ma a casa loro!"


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Dopo quasi otto anni, quella simpatica famigliola di esto...ehm, di etiopi, abita sempre nello stesso palazzo, probabilmente più numerosa di quanto già non lo fosse al tempo del colloquio tra la signora e il funzionario U.N.A.R.
Dovete sapere, infatti, che in etiopia il gesto dell'ombrello, che da noi è un'offesa piuttosto pesante (come ricordava la signora milanese!), è usato come gesto di saluto cordiale!
Così facendo, la famiglia etiope, bambini compresi, non faceva altro che dare educatamente il buongiorno alla simpatica nonnetta. Tutto qua!

Indigesti gesti ingestibili...


Vediamo, ora, quali altri pasticci sono capitati nel corso della storia e possono ancora accadere, quando incontriamo persone di nazionalità differenti.

- Pollice in su:

gesto utilizzato in molte parti del mondo, ma con significati completamente diversi.
In Italia, ma anche in moltissimi altri paesi occidentali, per dire "ok" ad un'altra persona alziamo il pollice.
Ma siamo proprio sicuri che sia così in tutto il mondo?

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La risposta è no!
Se alzi il pollice per dire "va bene" ad un nigeriano, molto probabilmente la recepirà come un'offesa. Infatti in Nigeria, ma anche in Iran e in Afghanistan, questo gesto corrisponde al nostro "dito medio" che, diciamocelo, non è proprio un complimento! In Thailandia, invece, tale gesto non ha un significato positivo come in Italia, ma non è considerato un'offesa grave come nei tre paesi appena indicati. Sembra sia assimilabile ad una linguaccia.
In ogni caso, il mio consiglio, qualora vi recaste a Bangkok, è di esprimere il vostro consenso con le parole e tenere i pollici in tasca! ;-)

-Pollice e indice formano un cerchio:

oltre al pollice in su, un altro modo che abbiamo noi italiani per dire "ok" è quello di unire il pollice e l'indice, così da formare un cerchio.

Ebbene, in Brasile non la pensano così! Se vuoi dire "stronzo" questo è il modo giusto (scusate il termine scurrile, ma in parte del Sud America il significato del gesto è proprio questo).

In Turchia, invece, mettendo le dita in questa posizione offendi l'altro dandogli dell' omosessuale (purtroppo al mondo ci sono ancora troppi ometti tristi di spirito che considerano questa come un'offesa!).
Non farti, poi, vedere da un turco che "rubi il naso"a suo figlio, sia mai!
Vi ricordate quando da bambini le amiche della nonna ti facevano impazzire facendo finta di rubarti il naso mettendo il pollice tra il dito indice e il medio? Ecco, questo gesto puerile, pare equivalga al nostro "vai a quel paese", espressione decisamente meno simpatica di un nasino rapito!



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Popolazioni con usi molto diversi dai nostri sono, poi, quelle asiatiche. Prendiamo, ad esempio, il Pakistan, ma anche il Bangladesh o l'India: in questi paesi persino i concetti di SPAZIO e Tempo sono differenti.
Mi spiegava recentemente un professore di sociologia di origine pakistana che, mentre noi occidentali viviamo il tempo proiettati nel futuro (ad esempio, studiamo in vista di una carriera lavorativa), loro vivono molto il presente e proiettarsi nel futuro non viene considerato in maniera molto positiva.
In Pakistan, ad esempio, non esiste il concetto di "tempo libero", la vita viene affrontata in maniera meno frenetica rispetto al mondo occidentale, ma allo stesso tempo viene vissuta qui ed ora (il discorso sarebbe molto lungo e complesso da approfondire, e includerebbe molti aspetti anche religiosi e socio-familiari...chissà, magari lo riprenderò in un futuro post!).


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- Nuvole di gioia:

curiosando, poi, tra le usanze asiatiche, ho scoperto che in India e nei paesi limitrofi viene considerato "bel tempo" una giornata di pioggia; probabilmente dipenderà dalla siccità (ma questa è solo una mia supposizione). Infatti, se guardassimo Bollywood con le scene di danza che descrivono un momento felice, noteremmo sicuramente una pioggerellina scenografica!

- Sguardi rapiti:

un altro aspetto che caratterizza i popoli di queste zone riguarda l'approccio visivo. Noi occidentali siamo abituati sin da piccoli, in segno di rispetto, a guardare le persone negli occhi nel momento in cui ti parlano.
Ecco, nel sud-est asiatico è esattamente il contrario: fino a circa tredici anni i bambini non guardano l'insegnante mentre questa parla; e per le donne, l'abitudine di non guardare l'autorità (insegnante, polizia, avvocato, medico,ecc...) negli occhi, rimane addirittura a vita natural durante.
Se volete conquistare una ragazza pachistana, dovrete fissarla negli occhi e se lei reggerà il vostro sguardo... il gioco sarà fatto!

A questo proposito, sempre il professore di cui sopra, raccontava di un suo connazionale che un giorno gli si presenta tutto sorridente (erano pochi giorni che l'amico era atterrato in Italia) ed esordisce così: "Non puoi capire che mi è successo oggi mentre ero sul bus! Mi hanno guardato almeno sei o sette donne! Facili queste italiane, le ho rimorchiate tutte?" Beh... non proprio, anche perché l'amico del Prof. aveva un enorme turbante, probabile fossero attratte da quello, ma in Pakistan avrebbe avuto un gran successo! :-)


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- Mani a posto:

in Pakistan non usa presentarsi con una stretta di mano come avviene in molti paesi. Lì, infatti, dare la mano ad una donna è considerato un atto erotico o comunque molto sensuale; mentre nelle isole Fiji pare che la stretta di mano debba essere mantenuta a lungo (quanto? mah! C'è chi sostiene vada stretta per tutto il tempo della conversazione, ma trovo sia piuttosto impegnativo...e sudaticcio!) altrimenti si rischia di passare per una persona egocentrica e poco seria.

In Cile unire la punta delle dita per chiedere "COSA VUOI?" a chi hai difronte è considerata un'offesa molto grave. Dobbiamo ammettere, però, che anche in Italia non è il massimo della finezza rivolgersi a qualcuno in tal modo.

Sei in Vietnam, hai un brutto mal di gola e puoi quindi augurare "BUONA FORTUNA" al tuo amico vietnamita solo a gesti, che fai? Ecco, te lo dico io: pensane un'altra, non è assolutamente il caso! Qui, infatti, incrociare indice e medio non significa affatto "in bocca al lupo!", è un gesto considerato osceno che sta ad indicare gli organi genitali femminili.
Chissà, invece, a cosa si sarà ispirata la fantasia vietnamita per indicare quelli maschili...se passate da Hanoi ricordate di svelare questo arcano che ci tiene svegli la notte!



Immagine di proprietà dell'autrice del post.

V per... Pace:

non poteva, infine, mancare il simbolo della PACE, ovvero indice e medio alzati con il palmo della mano rivolto verso l'esterno. Ma basta un attimo di distrazione e...BAAAM! Senza nemmeno dover prendere l'aereo, immagina di ritrovarti in Inghilterra, sempre con le due dita alzate, ma il dorso della mano stavolta è rivolto verso l'esterno; difronte a te una massa indistinta di energumeni palliducci e biondastri con la faccia cattivissima che ti guardano in cagnesco, ebbene...sappi che con quel gesto hai appena mandato a quel paese un gruppo di Hooligans agguerritissimi: SCAPPAAA!!

Questo viaggetto tra culture diverse termina qui, per ora!
Soprattutto negli ultimi tempi, alla parola "straniero" viene purtroppo attribuita una connotazione negativa: l'altro, il diverso, è colui dal quale dobbiamo stare in guardia e possibilmente allontanarlo da noi. Guardandomi intorno, noto tra la gente il timore diffuso che il forestiero possa pian piano cancellare l'identità del Paese ospitante.
Io, invece, sostengo l'esatto contrario. Penso che ogni popolazione, con il proprio bagaglio culturale possa arricchire le altre, il segreto è trovarsi a metà strada, dove s'incontrano rispetto e genuina curiosità.

Con la speranza di leggere presto le vostre opinioni in merito al post, vi saluto, lasciandovi con un estratto del libro "Io speriamo che me la cavo" di Marcello D' Orta. Alla prossima!

"Se tu avessi la possibilità di viaggiare dove andresti?"

"In America, dove ‘sta Rambo.

In America ci sono un sacco di soldi, in America ci è ricchissimi, le strade autostradali, i ponti, le macchine grandi, la polizzia grande.

Non manca mai l’acqua, le case grattacieli, i soldi.

Rambo li uccide tutti.

Rambo è fortissimo, li uccide ai nemici.

In America ci sta mio zio, ma lui non li vatte ai negri.

Zio quando partette era un poverommo, dall’america quando torna torna con la cadillacca bianca, e non c’entra nel vico. Fa i palazzi a America, li fa…

Io c’andrò purio da lui a fare i soldi, i dollari".

Sort:  

Ed io che mi ero fermato al rutto in tavola, da noi sgradito, in altri posti addirittura segno di riconoscimento!
Bellissimo articolo!

😂😂In Francia è considerato un complimento!

Fantastico post @herodirock... davvero ! Io amo scoprire somiglianze e differenze delle varie culture nel mondo e questo post è davvero illuminante.

Grazie @giulianomlodi☺️! Io mi sono divertita tantissimo a scoprire queste sfaccettature culturali.

e fai bene, capire le diverse culture è alla base del sapere e della civiltà

Oddio, è una fortuna aver letto questo post. Sono solito dare il gesto dell'OK e il pollice in alto, soprattutto con gente che parla un'altra lingua, per sottolineare dei passaggi di un discorso.
Ora scopro che ho corso il rischio di essere menato... :D

😂Anch'io ho io solito vizio... e ancora non l'ho perso, nonostante queste utili scoperte!☺️

Il "nasino rubato" è un brutto gesto anche nei paesi ex sovietici. :)
Le dita a V mi raccontò un esperto di armi antiche che deriva dal fatto che durante la guerra dei cento anni i francesi tagliavano le 2 dita agli arcieri inglesi prigionieri in modo che non potessero più scoccare frecce. La guerra fu vinta comunque dagli inglesi che iniziarono a prendere per i fondelli i francesi mostrando (per quelli che ancora ce li avevano) il medio ed indice a V verso gli sconfitti.

Ma dai?!Una curiosità veramente interessante! Sarebbe ganzo scoprire l' origine dei gesti usati nei vari paesi!

Il nasino rubato l'ho scoperto quando guardavo film in russo :D .

Hai studiato russo??🤩

Sto cercando di impararlo tutt'ora. Conosco solo una minima base...giusto per non perdermi :D