Vaporwave: Storia e Tracce Pt.1
Nel post pubblicato un paio di giorni fa ho introdotto l’argomento Vaporwave in maniera molto generale.
Più che l’aspetto musicale, tuttavia, ho preferito trattare l’aspetto “filosofico” alle spalle del genere, soffermandomi sulle atmosfere e sui “mood” che ogni composizione tende ad evocare negli ascoltatori.
Oggi invece entrerò più nello specifico tentando l’impresa di tracciare una sorta di storia della Vaporwave, con riferimenti ai vari sotto generi che si sono andati a sviluppare negli anni ed a molti album/tracce cult. L’argomento è abbastanza vasto, ragion per cui impiegherò molti post per svilupparlo appieno.
In principio le prime tracce Vaporwave apparvero nel 2010 circa e non ancora sotto tale denominazione (il genere assunse tale nome soltanto più tardi).
Nel panorama pre-vaporwave sicuramente emerge l’album “Eccojams Vol.1”, prodotto da Daniel Lopatin.
Da un ascolto anche breve e superficiale è possibile riconoscere tra le tracce di questo masterpiece dei sample di canzoni tendenzialmente pop o dance che negli anni ‘80/’90 spopolarono principalmente negli USA.
La manipolazione di queste hit è molto pesante; il pitch è alterato e l’intera canzone viene rallentata e spesso mandata in loop, acquisendo un carattere più cupo e malinconico.
Il 2011 invece è l’anno di James Ferraro che pubblica l’album Far Side Virtual.
Improvvisamente l’andamento cambia radicalmente. Si nota l’introduzione di caratteri tipicamente elettronici. L’intero album infatti è ispirato alle melodie tipiche dei sottofondi da ascensore ed appare quasi come un susseguirsi di suonerie per cellulare. I temi trattati spaziano dal consumismo al concetto di iper-realtà (la prima traccia si chiama appunto Linden Dollars, nome della valuta di “Second Life”, mondo virtuale molto in voga soprattutto durante gli anni 2000.)
Dando un’occhiata al nome delle altre tracce è possibile riconoscere molte delle immagini che andranno poi a rappresentare le fondamenta dell’immaginario Vaporwave e che saranno riprese in seguito nella branchia grafica del genere.
Sempre nel 2011 viene pubblicato da Macintosh Plus (pseudonimo di Ramona Xavier) l’album Floral Shoppe, con grande probabilità l’album Vaporwave più ascoltato di sempre, all’interno del quale troviamo la traccia più famosa del genere, ovvero “リサフランク420 / 現代のコンピュー”
L’album, sintesi degli elementi prodotti nelle precedenti sperimentazioni, contribuì molto alla diffusione del genere che andava ora acquisendo un’identità sempre più specifica e delineata acquisendo per la prima volta un nome che potesse identificare la produzione eterogenea frutto dei precedenti anni: “Vaporwave” (Un’interpetazione del nome è stata da me riportata nel precedente articolo: https://steemit.com/ita/@gekents/vaporwave-tra-nostalgia-ed-aesthetics)
Man mano che si andavano consolidando le peculiarità musicali del genere si andavano affermando anche le impostazioni ideologiche che i vari producers attribuivano alle proprie composizioni.
Molto efficace è la citazione di “Eco Virtual” che affermò: “In un Mondo dove nulla è privato, è rinfrescante trovare qualcosa che sembra esser stata trovata nel cassonetto di un thrift shop… dove non importa da dove viene o chi l’ha fatta, ma piuttosto che ti porta altrove, in luoghi lontani dalla realtà.”
Il mio post odierno si conclude qui, provvederò nei prossimi giorni a continuare questa “sintesi” della storia della Vaporwave.
Consiglio a tutti i lettori l’ascolto della canzone linkata qui sotto, “リサフランク420 / 現代のコンピュー”, a mio avviso il capolavoro del genere a cui ho fatto riferimento nell’articolo.
All the pictures and the tracks in the post are not mine, the source is linked under each one.
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Sta storia della Vaporwave mi sta intrigando
Would love an english translation!