Pubblico dominio olio su tela esposto a San Pietroburgo. Dipinto del 1877
Anche qui l'acqua, per l'esattezza uno stagno. I colori interessano i toni del giallo ma non nella forma dei colori pastello, qui sono brillanti e vivaci, e alle intonature di giallo si accompagnano i verdi e i rossi. Il tutto per creare una vegetazione lussureggiante, che Monet aveva appreso dai tanti giardini guardati per poi ritrarli nelle oleografie che si apprestava a comporre. Il colore scuro dell'acqua dello stagno, con la chioma fronzuta degli alberi che lì si rispecchia. E al solito, il cielo non scevro da nubi: qui l'azzurrino si confonde con vari colori del verde che sovrastano il crinale delle colline che si intravedono all'orizzonte. Tra la vegetazione che l'osservatore vede in primo piano sulla tela, e gli alberi che stanno un pò più indietro, si vede un selciato, interrotto sembrerebbe, dall'accenno di una strada che non consente a chi guarda, di capirne la direzione, lasciando quindi libera la propria immaginazione. Capisco che la sua naturale vocazione sia data e si esprima con il ritrarre cielo e acqua con i conseguenti movimenti dell'atmosfera. Qui non si nota vento che muove le chiome degli alberi o brezza che tende ad increspare le acque. Come colori in genere si muove tra bianchi e diafano che riescono a creare una mistura degna di nota.