Quando trovo molto interessanti gli argomenti e le materie studiati a scuola, mi diverto a riflettere e a pensarci anche una volta terminate le lezioni, rendendoli miei. In particolare, tra le materie che ho iniziato a studiare quest'anno, mi sta interessando molto la filosofia.
Ho trovato molto stimolanti le ultime lezioni di questa materia, anche se dopo un'ora di ragionamenti strani che non avevo mai fatto prima la mia testa stava andando a fuoco.
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La prima parte del programma, che abbiamo affrontato per le prime due settimane, era piuttosto monotona ed abbastanza noiosa: abbiamo dato una definizione molto generale della filosofia, abbiamo parlato dei suoi scopi, dei metodi che utilizza e della sua storia, delle origini che ha nella storia dell'uomo. Insomma, la solita solfa introduttiva un po' noiosa ma che bisogna fare nell'introdurre una materia del tutto nuova.
Le lezioni successive, invece, hanno riguardato i naturalisti ed i pitagorici, oltre ad Eraclito. Quest'ultimo ha già tutta la mia disapprovazione: era a mio parere molto arrogante, e riteneva di essere uno dei pochi degni di sapere. Insomma, la sua opinione era che la sapienza fosse destinata solo a persone come lui, in grado di coglierla, e che invece le altre persone non avessero il diritto di conoscere, perchè incapaci. O almeno, questo è ciò che mi ha detto la mia professoressa.
Ma la parte interessante è iniziata con le lezioni di questa settimana: abbiamo infatti parlato di Parmenide. Vi lascio uno screen della sua frase più famosa (non la trascrivo perchè altrimenti cheetah rompe le scatole), della quale farò un'analisi.
Partiamo dunque dalle basi, ovvero dal concetto di essere e di non essere secondo Parmenide. Molti filosofi concordano sull'idea che essere vuol dire pensare: da qui la frase "Cogito ergo sum", ovvero "Penso dunque sono". L'idea di Parmenide invece si dissocia leggermente da quella di questi poeti, o meglio, va oltre. Infatti secondo lui essere non è solo ciò che può pensare, ma anche ciò che può essere pensato. Dunque un sasso, che non può pensare ma che può essere invece pensato, secondo questa ideologia è, esiste. Ma non esiste solo il sasso, che è un oggetto concreto, ma bensì tutte le cose chela nostra concezione e la nostra mente possono immaginare. Ecco perchè è impossibile trovare una cosa che non "sia". Perchè anche se la riuscissimo a trovarla, questo vorrebbe dire che l'abbiamo pensata e di conseguenza inizierebbe ad "essere". Prendiamo per esempio un drago che indossa un cappello. Secondo Parmenide, questo drago col cappello ora "è" perchè io, per scriverlo, l'ho pensato.
Ecco, ora avete capito perchè ho scritto nel titolo che la filosofia mi fa implodere il cervello.... E la studio solamente da un mese, non oso immaginare cosa succederà più avanti!
Inoltre, Parmenide ha anche altre teorie, che però secondo me sono meno interessanti e ragionevoli della prima. Ve ne citerò soltanto una. Lui dice, ad esempio, che tutto ciò che "è" non può muoversi. Dunque, ritiene che tutto ciò che noi viviamo è un'illusione, se non ho capito male. Perciò tu, che stai leggendo questo articolo, secondo Parmenide stamattina non sei andato al lavoro, ed ora non stai muovendo il dito per far scorrere questo testo durante la lettura.
E questo viene spiegato in modo strano da parte sua.
Non sono sicuro di riuscire ad esprimermi nel migliore dei modi, per quanto riguarda questa teoria. Il filosofo di cui stiamo parlando spiega il fenomeno citato sopra con un esempio. Facciamo finta di doverci spostare da un punto A ad un punto B. Per farlo, dovremo passare dal punto che si trova in mezzo tra questi due, che chiameremo C, e dunque dovremo essere passati per il punto intermedio tra C ed A (D), ed anche tra D e A e così via, per infinite volte...
Per questo motivo, secondo Parmenide, è impossibile che noi ci muoviamo: e come noi tutte le cose esistenti. Io non riesco bene a capire che cosa il filosofo volesse intendere nel dire questo e non riesco ad intendere la logica da lui utilizzata nella stipulazione di questa teoria.
Credo che, per l'uomo moderno, sia difficile capire a fondo cosa volessero dire le persone vissute millenni prima, a causa di grandi differenze per quanto riguarda le condizioni sociali ed il progresso scientifico.
Detto questo, il post di oggi finisce qui, con la speranza che possa essere stato interessante per qualcuno.
A presto!
...mi sento confuso !
Ahah anche io!😂
Il divenire è la realtà. Non esiste condizione che non sia in divenire. L'essere non può non subire questo destino. Pertanto la natura vera dell'essere non è la staticità ma il movimento. Parmenide ha delimitato il campo di che cosa sia la realtà. Un infinito divenire mai completamente uguale a se stesso. Fatti coraggio e vai avanti con questo entusiasmo!
Ci proverò, sperando che non mi si intrippi il cervello😅
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