STEMpills #4 - La bistecca "in vitro" presto disponibile sui nostri tavoli

in #ita6 years ago (edited)



L'aumento della popolazione mondiale ha fatto sì che anche il settore dell'allevamento di bestiame si espandesse ad un ritmo incredibile per soddisfare il crescere bisogno di carne. Anche se la carne è un alimento importante per un corretto regime alimentare, è anche vero che un allevamento di bestiame ha un consumo enorme in termini di risorse. Il bestiame infatti necessita di ampi spazi per il pascolo, tantissima acqua, fertilizzanti, vaccini e controlli continui, tanto per dirne qualcuna. Costi elevati, resa ridotta paragonata a quella di un terreno per uso agricolo, eppure la carne è qualcosa di cui non si può fare a meno.



Crescere hamburger in laboratorio: ora si può.

Cosa vi dicessi se le cose stanno per cambiare a breve e che forse, presto vedremo anche i non-consumatori di carne , gustarsi un vero hambuger?

Dalla staminale alla brace: tecnologia IMPS

È da circa 15 anni che nei laboratori si sintetizzano cellule muscolari da cui si ricava un prodotto alimentare. Fino a pochi anni fa, queste cellule venivano utilizzate per ricavare proteine ed aminoacidi a scopo farmaceutico. Oggi, grazie ai progressi della ricerca, siamo vicini alla produzione in massa di carne creata artificialmente in laboratorio. Niente più allevamenti di bestiame, spese mostruose, consumi idrici esorbitanti: per gustarci un succulento arrosto in vitro basterà comprarlo nel negozio più vicino.

L'idea di fondo è quella di produrre "carne" in laboratorio e manipolare la sua composizione selettivamente: questo tipo di processo viene eseguito con lo scopo di fornire il massimo beneficio al consumatore, così come per l'ambiente e gli animali. Ricordiamo che la carne è un alimento importante per via del suo alto contenuto in proteine essenziali, grande biodisponibilità di elementi come il ferro e lo zinco, alto contenuto di grassi omega 3, vitamina b12 e tutte le vitamine del gruppo B.



L'allevamento di bestiame è responsabile di quasi il 15% dei gas che determinano l'effetto serra sul nostro pianeta.

La tecnologia prende il nome di IMPS (In Vitro Meat Production System). Tutto inizia da un piccolo prelievo di tessuto muscolare da un animale: ciò che compone la carne non è solo muscolo scheletrico, ma anche popolazioni cellulari meno "differenziate" come le cellule miosatelliti e le cellule cellule staminali adulte. Le prime sono quelle più adatte ad essere utilizzate per questo tipo di tecnologia: sono abbastanza mature da ridurre al minimo il rischio di sviluppo di cancro durante la replicazione e sono abbastanza poco differenziate per garantire un alto tasso di replicazioni. Queste cellule vengono fatte crescere in particolari terreni di coltura ricchi di vitamine e minerali su di "un'impalcatura" che serve per definire la forma e far organizzare le cellule in "fasci" una volta terminata la fase replicativa. In teoria, 1 sola cellula di questo tipo può produrre un numero infinito di carne. Il risultato finale è un pezzo di carne senza ossa, pulito e senza ulteriori processazioni, pronto per il consumo. È da notare come non sia indispensabile compiere modifiche genetiche per ottenere questo prodotto anche se modifiche nel DNA della cellula iniziale può portare a numerosi vantaggi.

I benefici della cane in vitro

Si stima che entro il 2050 il mondo conterà ben 9 miliardi di abitanti e che il consumo di carne sarà circa il doppio di quello attuale. Ad una richiesta così imponente, segue un costo in termini di risorse che il nostro pianeta difficilmente potrà provvedere. Liberare spazi coltivabili (fino al 99%), risparmiare l'acqua (fino all 82%) ad uso allevamento e incontrare la richiesta di questo alimento è l'obiettivo che si prefigge questo tipo di tecnologia, su cui si sta concentrando parte dell'industria alimentare proprio perchè è forse l'opzione più valida per queste problematiche. Questo tipo di carne sarà anche più salutare per il consumatore: i produttori potranno decidere ad esempio di diminuire la quota di grasso "dannosa" a discapito di quella benefica, come i grassi omega-3, così come si abbatteranno i processi di contaminazione delle carne, che avvengono nella maggior parte dei casi durante la macellazione (che non c'è nel caso della carne in vitro) per il contatto con altre parti dell'animale (intestino).



Se il consumatore supera la barriera del "da dove viene", è probabile che la carne in vitro abbia un grande successo

Disponibilità: entro fine 2018

Lo scorso giugno, l'azienda di nome JUST, ha annunciato dal nulla che avrebbe introdotto nel mercato i primi lotti di carne in vitro entro la fine del 2018. Se ciò dovesse accadere, sarebbero i primi in questo settore: altre aziende come Finless Food (per il pesce in vitro) e Memphis Meat (sempre per la carne) mirano ad lanciare i loro prodotti rispettivamente nel 2019 e nel 2021. La FDA americana non si è pronunciata contro questo tipo di prodotto (ma nel 2015 ha deliberato positivamente sul consumo di pesce in vitro) e soprattutto c'è da vedere come reagiranno gli allevatori, che ovviamente vorranno far valere le loro ragioni e mettere in evidenza una netta distinzione tra un prodotto biologico ed uno prodotto in laboratorio.

Ma l'interrogativo più grande rimane un altro: quanto sarà buona?


BIBLIOGRAFIA

Tutte le immagini, ove non altrimenti specificato, sono di pubblico dominio (CC0). Il logo STEMpills è un immagine di mia proprietà la cui riproduzione è consentita unicamente per far riferimento alla mia iniziativa o ai miei post (CC BY-NC-ND).


Il concetto di STEMpills è quello di stimolare la curiosità del lettore con un breve post di carattere scientifico, da leggere tutto d'un fiato in meno di 5 minuti, di fornire eventuali spunti per approfondimenti e perchè no, stimolare chi vuole a scrivere dei post più dettagliati sugli argomenti accennati!



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Un po' di perplessità per questa soluzione sinceramente ce l'ho, magari è solo suggestione, però la fiorentina naturale mi ispira da matti, vorrei in ogni caso sbagliarmi, perché sarebbe di grosso aiuto sotto tanti punti di vista consumare carne prodotta in questa maniera, ottimo post, davvero interessante

nemmeno io so se, anche solo in pratica, sia possibile replicare il sapore di una determinata tipologia di carne. In linea teorica, se prelevi la cellula dal manzo giusto....vedremo come andrà a finire l'anno prossimo :)

Io confesso di essere molto ottimista a questo proposito e non vedo l'ora che si possa cominciare a trovare questo tipo di carne al supermercato. Per tanti motivi, soprattutto questioni legate all'impatto ambientale ma anche etiche. Non sono vegetariana o vegana, ma confesso che alcune situazioni paradossali negli allevamenti intensivi o nei processi di produzione non le ritengo accettabili.
Credo che un deterrente possa essere il gusto (occorre lavorare per rendere questa carne riconducibile a quella "vera") ma anche i costi; tempo fa' leggevo un articolo in merito, se ricordo bene i costi di hamburger e vari "tagli" per il consumatore finale - stimati - erano esorbitanti.

Il 2018 è già più che inoltrato, spero che questa rivoluzione avvenga a breve e non vedo l'ora di assaggiare questa clean meat!

E' stata una lettura molto interessante, non ne avevo mai sentito parlare.
Sento molto il problema abientale, ma non sono sicura che metterci a produrre carne in vitro sia meno impattante rispetto ad altre soluzioni (allevamenti ecosostenibili, riduzione dei consumi, controllo delle nascite eccetera). Però, ecco, nonostante lo scetticismo non sono uno scienziato e non sono assolutamente in grado di calcolare i possibili pro e contro di questa cosa. Staremo a vedere.
Grazie per aver condiviso, è stata una bella lettura :)

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