La valle più bella del mondo.

in #ita7 years ago (edited)

"Oggi ho attraversato la valle più bella del mondo" disse Hemingway, percorrendo la strada lungo il fiume Trebbia.

Come può uno scrittore così famoso aver detto una cosa così bella di una valle così sconosciuta? La Val Trebbia si insinua silenziosa tra la provincia di Piacenza, il fiume nasce in provincia di Genova e sfocia nel Po all'altezza di San Nicolò.

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Veduta della Val trebbia

Ho avuto la grandissima fortuna di crescere in campagna, fortuna che capisci soltanto quando ti trasferisci in una grande città, magari senza auto, e sei costretto a trascorrere le estati nella calura cittadina, quando invece da casa mia, in poco meno di venti minuti, si raggiunge Rivergaro, una delle località più conosciute a ridosso del Trebbia. La strada è la statale 45, ed è questa che percorse anche Hemingway ai tempi.

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Il fiume

Risalendo il fiume si sale tra i monti e si insegue questa linea verde blu, che si gonfia in laghi e si stringe in un unico filo, si divide e si unisce, facendoti perdere il senso del tempo. Non è inconsueto ammirare il panorama e scovare un castello, come quello di Rivalta, o una chiesa arroccata su uno strapiombo.

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Bobbio

Dopo Rivergaro si trova Travo, a cui si accede soltanto attraversando un ponte che attraversa tutta la larghezza del fiume, poi Perino, conosciuto per il palio degli asini e per la focaccia buona, e Bobbio, uno dei paesi più suggestivi, noto non solo per il Film festival organizzato da Bellocchio, ma anche per il suo strano ponte, chiamato Ponte Gobbo.

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Il ponte Gobbo

Da qui in su la natura si inasprisce, il fiume diventa più selvaggio, i paesaggio ancora più mozzafiato. Si arriva a Marsaglia, luogo della mia infanzia:nel comune di San Salvatore, mio padre prendeva una stradina sterrata e scendevamo tra le curve tortuose, schivando un grande masso bianco alla sinistra dell’ultima curva, per poi trovarci in una radura circondata da alberi che nascondevano il tesoro blu della nostra valle. Qui il Trebbia forma un lago con due grandi sassi, da dove i ragazzi giocavano a tuffarsi.

Lì ho camminato sui sassi, facendo attenzione a scegliere quelli più grandi e stabili. Una volta ebbi la fortuna di vedere una vipera d’acqua che fuggiva dal sasso su cui ero appena saltata.
Lì ho anche imparato la durezza della Natura, così placida e così perfida, ho visto un ragazzo perdere la vita tra i mulinelli che, nascosti nel verde, lentamente ti tirano nel loro abbraccio mortale.
Ma il fiume è anche un docile compagno, che ti rinfresca con la sua corrente e ti fa prendere confidenza con lui nell'acqua bassa e frizzantina.

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Il Trebbia a Rivergaro

Mio padre mi insegnò a distinguere le diverse specie di pesci che popolano il fiume: se pucci i piedi in acqua e smuovi il fango del greto, dopo solo poco potrai vedere piccole trote e avannotti nuotarti accanto e mangiarti le dita dei piedi.
Uno dei miei passatempi preferiti è tutt’ora giocare a catturare i piccoli pesciolini che nuotano in acque basse con le mani, guardarli nuotare tra i miei palmi e poi liberarli nuovamente. Costruivo dighe e laghetti per le mie prede, e poi le smantellavo per osservarli andarsene tra la corrente.
Giocavo anche al lancio dei sassi piatti, per farli rimbalzare sull'acqua. Purtroppo mio padre rimane tutt'ora campione indiscusso, non sono mai riuscita a battere i suoi 9 rimbalzi controcorrente.

Anche se vietato, è normale vedere qualche barbecue lungo le rive del fiume, tra gli spazi lasciati dagli alberi secchi o intricati, e a volte non è raro vedere qualche campeggiatore, per lo più giovani di provincia che per trascorrere una serata meno noiosa vogliono provare il brivido dell'accampamento notturno.

Quando trascorri gran parte della tua vita in un luogo di provincia tendi a vederne tutti i difetti e a non valorizzarlo, quasi fosse una spenta storia d’amore che si trascina tra due persone che hanno smesso di vedersi come i primi giorni. Per il Trebbia è stato così, ne ho sentito la mancanza, fortissima, soltanto dopo il mio trasferimento, e cerco di tornare ogni volta che posso. Penso che sia una sensazione simile che provano coloro che abbandonano il mare, perché l'acqua ha il potere di alleviare tante pene con il suo scorrere, e di farti dimenticare, per qualche momento, ogni bruttura.

È così che mi sento ogni volta che i miei piedi finalmente sentono i puntini gelati del mio fiume, nella valle più bella del mondo.

Tutte le immagini sono di proprietà dell'autrice

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Wow, che bei posti che devono essere...è una zona che conosco poco...sicuramente, anche grazie a te, ci farò un giro il prima possibile.
Complimenti a te per il bel racconto dei tuoi ricordi...
Io ho seguito il "giro" opposto...dopo 30 anni in città ho deciso di trasferirmi in un paesino in campagna/collina...non tornerei mai indietro!

e io dopo 10 anni non avrei mai pensato di dire "tornerei volentieri fuori città" :D! grazie :)

Che bel racconto e che belle foto :O

<3 Riconosco i posti, i pensieri, le sensazioni, perfino il gioco di catturare i pesciolini per poi liberarli :)
Un fiume meraviglioso, una valle stupenda: siamo "seduti" su un vero tesoro che varrebbe la pena far conoscere di più, anche strutturando un'offerta turistica rispettosa dei luoghi e dell'ambiente. Prima che lo faccia qualcuno senza scrupoli...

vero, tu hai anche la fortuna di vivere a Grazzano quindi chi meglio di te può capirmi? :) tra l'altro ricordi quando volevano privatizzare le rive del Trebbia? mio dio mi erano venuti i brividi al sol pensiero, sono convinta che le nostre valli abbiano un potenziale immenso e come dici tu non sia sfruttato a dovere. Vero che noi piacentini siamo bravi a non riconoscere la bellezza che ci sta intorno, ma quando ce ne andiamo ce lo ricordiamo eccome!

Bellissimo il ponte. Ho avuto occasione di visitare il castello di Rivalta, molto bello come lo è tutta la zona circostante.

ohhhh bello vero? ce ne sono un sacco lì nei dintorni! se torni mi raccomando vai a Bobbio allora, così potrai camminare sul ponte Gobbo! ;)

Si, ce ne sono molti in quella zona, se non ricordo male c'è proprio un itinerario chiamato proprio "itinerario dei castelli". Belle zone incantevoli.

Sono Pugliese, ma conosco bene la zona perchè c'ho passato un pò di tempo in vacanza. Stavamo di casa a Bettola e avemmo la felice idea di provare ad accorciare al ritorno da Bobbio facendo la provinciale 39.
Pessima scelta.. a un certo punto mancava quasi l'asfalto sulla strada..

uh sei passato dall'altra parte? Non conosco l'altra strada che nomini, ma son sicura di averla percorsa allmeno un paio di volte, si pass per stradine un po' a casaccio vero? io tutt'ora faccio la strada che conosco meglio e non ti nego che se vado troppo in su tra i tornanti faccio la coda dietro di me perché non sono più abituata a guidare in valle :D

Esatto.... siamo saliti fino in cielo e a un certo punto il navigatore ci mollò perchè neanche lui capiva dove eravamo. Per fortuna dopo un cartello che indicato "Passo del xxx" (non ricordo il nome.. forse Cerro), cominciammo la discesa. Non incrociammo una macchina per tutto il tragitto.

Meraviglioso, sia il posto (che mi prefiggo di andare a conoscere al più presto) sia le sensazioni, che mi hanno fatto tornare in mente quelle del "Grande fiume dai due cuori" nel racconto di Hemingway.

mi sa che aveva ragione Hemingway! Complimenti, mi è piaciuto molto leggere