Eh, una volta era tutto diverso e allora sì che si viveva meglio!
Ma veramente?
Si stava meglio quando si stava peggio è una di quelle frasi tormentone che sono utilizzabili in mille situazioni e che, probabilmente, sono state pronunciate dalla notte dei tempi riferendosi a una vita passata (non si sa bene quando) ma che si possono applicare a qualsiasi momento storico secondo i gusti.
Spesso considerata una frase deve per forza uscire dalla bocca sdentata di un anziano, in realtà la si può sentire pronunciare da diverse categorie di età e anche da giovanissimi che sembrano pensare che a una certa determinata epoca (in cui loro non erano ancora nati) si viveva molto meglio di adesso.
Ed effettivamente forse si stava meglio prima.
Io, per esempio, mi ricordo la fine degli anni 80 come un periodo spensierato e in cui l’aria che si respirava era decisamente meno pesante di quella degli ultimi due decenni.
Ma io ero una bambina all’epoca e, diciamolo, non avevo grandi preoccupazioni per la testa se non andare ai giardinetti con la mia BMX, guardare improbabili cartoni animati alla TV e cercare di farmi regalare la casa di Barbie dai miei per Natale (spoiler: non me la regalarono).
Quindi la mia è probabilmente solo nostalgia di un momento storico assolutamente personale in cui non avevo un tubo da fare e mi godevo, ignara dei mali del mondo, la mia infanzia.
E’ anche vero però, che quando parlo con la gente che invece in quell’epoca l’infanzia l’aveva già bella e che passata, mi confermano che la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90 é stata una decade rosea (almeno in Italia) di boom economico, in cui chi voleva lavorare lavorava e chi decideva di comprarsi casa ce la faceva senza fare i salti mortali.
Certo negli anni 80 c’era sicuramente qualcuno che diceva che la vita era meglio negli anni 60 e così via in un otto volante infinito che, sicuramente, non è analizzabile nè quantificabile perchè, alla fine dei conti, è tutto molto soggettivo e perchè non dovrebbe esserlo?
Dopotutto, se l’Italiano medio si è senza dubbio impoverito negli ultimi decenni il mondo sembra essersi arricchito, se si prende la media globale. E se da noi non c’è più una guerra da tempo, in tanti paesi del mondo le guerre scoppiano come funghi, anche senza veri motivi apparenti.
Purtroppo e per fortuna, per alcuni la vita migliora e per altri peggiora.
La medicina ha certo fatto passi da gigante e la speranza di vita media non ha fatto che allungarsi col passare del tempo.
Al giorno d’oggi, però, i problemi di sopravvivenza fisica sono stati rimpiazzati dai problemi di sopravvivenza psicologica e mentale. Mai come ora, infatti, la popolazione di mezzo mondo è stata preda di disordini mentali, a volte lievi e a volte debilitanti.
L’ansia sembra avvolgere il mondo occidentale come una punzecchiante e puzzolenta coperta del peggior tessuto acrilico.
Allo stesso tempo però la tecnologia in continuo fermento ci ha dato libero e immediato accesso a cose, persone, comunicazioni e informazioni…e ha migliorato la nostra vita. Oppure l’ha peggiorata?
E’ forse il ritmo incalzante della tecnologia che non permette al nostro cervello di stare al passo e che ci provoca tutta quest’ansia?
Forse…ed è possibile che sia sempre stato così.
Non è da escludere che sia proprio uno dei fattori scatenanti che ci fa pronunciare la fatidica frase “si stava meglio quando si stava peggio”.
Non sto dicendo che il progresso tecnologico ci fa stare male. Sto solo dicendo che è difficile sintonizzare il cervello alla stessa velocità con cui il mondo evolve tecnologicamente.
Son sicura che quando le televisioni sono arrivate nelle case della gente, tanti son stati contenti ma tanti hanno rimpianto il tempo in cui si ascoltava più radio, si leggevano più libri e si andava di più al cinema.
Adesso che abbiamo internet e che possiamo mandare un email a chiunque nel mondo in qualche secondo, qualcuno (come me) rimpiange un’epoca in cui si scrivevano lettere di proprio pugno e si aspettava ansiosi il postino suonare al campanello.
Ok, sto grandemente divagando e non so più cosa volevo dire con questo post.
Forse si stava meglio prima semplicemente perchè “prima” eravamo tutti più giovani e, ammettiamolo, tutto sembra un pò più leggero quando si è un pò più giovani.
O forse, la ragione è che non siamo mai contenti, siamo geneticamente insoddisfatti e abbiamo una tendenza generalizzata a ricordarci solo di quello che era bello in questa fantomatica era del “prima” mentre (per fortuna) ci scordiamo allegramente di quello che faceva veramente schifo.
O forse, il “si stava meglio quando si stava peggio” va letto in maniera letterale e, in un mondo in cui c’é sempre di più di tutto, stiamo sempre peggio.
C’é sempre di più perchè siamo pieni di cose e quindi, in senso materiale, siamo preoccupantemente circondati da roba, roba e più roba. Ma sempre più poveri di spirito.
C’é sempre di più a cui pensare perchè viviamo in un mondo in cui tutto quello che succede, veramente TUTTO quello che succede, è a portata di un clic sul nostro computer.
Pensateci, una volta non era così…non si era così connessi. Se succedeva qualcosa di brutto in famiglia lo venivi a sapere ma se succedeva qualcosa di brutto nella tua città, non sempre lo venivi a sapere, a meno che la cosa non ti toccasse da vicino.
Adesso se succede qualcosa di orribile dall’altra parte del mondo, letteralmente a migliaia di chilometri da noi, lo veniamo a sapere nel giro di qualche ora.
Che ansia. Ci credo che siamo tutti in terapia.
Insomma, perdonatemi, son partita per la tangente e ho partorito un post senza capo nè coda.
Eeeeeh, si stava meglio quando non c’era Steemit e non si scrivevano tutte ste boiate senza senso.
Scherzo, eh ;)
Bellissima considerazione. Anche io penso spesso a questa frase e sono giunto ad una conclusione: è la maledetta nostalgia che ci frega!
Ogni periodo storico ha i suoi lati positivi e negativi... Come ho scritto nel mio ultimo post, tutto dipende dalla prospettiva con cui la si guarda...
Se penso al Natale di quando ero piccolo, ho nitide le immagini del pino (quello vero!) portato in casa da mio padre, la gioia nel decorarlo, la voglia di scoprire i regali, l'eccitazione del giorno di Natale da passare con i cuginetti...
Stessa identica cosa che vedo nei volti dei miei due bimbi di 5 e 9 anni!
Chiaramente per me il Natale, adesso, è qualcosa di "meccanico", di standard, di asettico...
Il Natale è sempre Natale, io non sono pù quel bambino...
Scusa per la parentesi nostalgica!!!
Grazie del commento! L'esempio del Natale calza a fagiolo...anche io guardando i miei figli vedo che ne hanno una visione molto agica, come avevo io da bambina. beati loro...spero che duri a lungo!
Uno spunto molto interessante.
Posso riportare un piccolo esempio.
Mio padre mi racconta, che quando ero appena nato, quindi negli anni 70, lui percepiva 500.000 lire di stipendio e mia madre lavorava solo d'estate. L'affitto era di 50.000 lire, cioè 1/10 dello stipendio. Oggi per pagare l'affitto...serve più di 1/2 stipendio.
Poi ovviamente ci sono tutti i pro e contro che hai evidenziato tu
Ecco Dave, il discorso "valore dei soldi" è forse il più quantificabile e, se dovessimo analizzare solo quello, chiaramente si stava mooolto meglio prima :D
Ci sono molte verità , la prima come hai descritto e che quando si è più in tenera età abbiamo meno responsabilità e tutto e centrato sul divertirsi , poi arriva l’età in cui devi affrontare il tema lavoro , il tema di metter su famiglia ed ecco che arrivano le responsabilità e la consapevolezza che non possiamo più solo pensare a noi stessi ma anche ad un nucleo di persone , moglie figli ed i nostri genitori che invecchiano coi loro acciacchi , vabbè ora non voglio diventare logorroico , godiamoci questa vita è affrontiamo quello che ci capita nel bene e nel male.
Hai proprio ragione...alla fine, la felicità è imparare a godersi quello che già si ha.
Il buon tempo antico non esiste. Siamo noi che, specie col passar degli anni, romanziamo la realta 😏
Semplice ma efficace...grazie Fulvia!
Personalmente ho passato meravigliosamente gli anni 80, che penso siano stati insieme ai primi anni 90 un periodo dove effettivamente le cose andavano molto bene, c'era lavoro, ero veramente giovane (occhio che non ho detto che adesso non mi sentivo giovane, ma sono più grande di sicuro), e la vita era più leggera.
Adesso siamo invasi dalla tecnologia, al punto tale che, ad esempio, se a casa per qualche motivo non ci dovesse essere l'ADSL sarebbe una mezza tragedia, in quanto il cellulare fa parecchie cose, ma il pc sicuramente di più, per cui se la scelta di non accenderlo è la nostra, va tutto bene, se manca la linea, sono problemi, almeno per quello che mi riguarda.
L'importante secondo me è vivere al meglio ed in pace con se stessi, e di riflesso quando si è raggiunta una certa pace interiore, la possiamo anche trasmettere alle altre persone con cui veniamo in contatto, è facile a dirsi ma purtroppo non è un obiettivo semplice da raggiungere, a causa delle tante difficoltà che la vita moderna ti pone.
Scrivi davvero bene, @camomilla, ed anche se apparentemente fai alcuni voli pindarici nei tuoi racconti, il filo del tuo discorso è molto lineare, complimenti
Grazie Mad, i tuoi commenti sono sempre molto saggi e emani un certo senso di "zenitude" che apprezzo molto! Effettivamente, una delle cose positive dell'invecchiare (almeno biologicamente parlando!) è che si impara a trovare una certa pace interiore che prima sfuggiva completamente...
Nel tuo post si nota distintamente l'approccio al bicchiere, il primo sorso, e il crescendo fino alla fine della bottiglia di un buon amarone della Valpolicella. E, facendo il paragone, non oserai mica dire che stavi meglio quando non bevevi?
Trasponi, et voilà, la soluzione è servita.😘
Tu, caro Surya, mi conosci un pò troppo bene ;)
Shakyamuni aveva al suo tempo colto esattamente quello che hai scritto e infatti diceva non a caso che “Dall'attaccamento sorge il dolore, dal dolore sorge la paura; per colui che è totalmente libero, non c'è attaccamento, non c'è dolore, non c'è paura”. Nel mio immaginario infatti gli anni 90 sono il paradiso dei sentimenti! :) Bella riflessione comunque!
Grazie mille Mukaluc di essere passato di qua :) Bella citazione!