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RE: SANREMO, FAMIGLIE, USI E COSTUMI…

in #ita7 years ago

Leggo il post e leggo i commenti...e secondo me sono da chiarire due cose oggettive e su queste due cose, porci una domanda...è cambiata la "nostra" mentalità ed è cambiata la società, su queste due cose secondo me c'è poco da discuterne...la domanda è: la "nostra" mentalità è cambiata per colpa del cambiamento della società, cioè noi ci siamo adattati alla società che è mutata e continua a mutare nel tempo, oppure siamo noi che siamo cambiati e la società muta a causa nostra? Io sono classe '87, quindi non ho potuto vivere il festival negli anni di cui parla il post, ma ho un padre appassionato di musica, lui aveva un suo gruppo, suonava e suona la chitarra, andavano in giro a fare le serenate sotto le finestre delle future mogli di amici e di amici di amici, ore le serenate non le fa più, ma quando può non si sfuggire l'occasione di cantare sia a casa con il karaoke o a qualche evento....e grazie a lui, ho conosciuto la "vecchia" musica...lo ricordo come fosse oggi, ma era il '98, quando Lucio Battisti purtroppo lasciò questa vita; mi ricordo che mio padre accusò molto la notizia, intendiamoci, perché non voglio essere ipocrita, non è che si disperò come per la morte di una persona cara, ma il dispiacere f veramente forte....tanto che, qualche settimana dopo penso, ora non ricordo bene la data precisa, fu organizzato un concerto al Campidoglio a Roma con Vandelli ed altri Big (come li chiama Sanremo). Ovviamente andammo, ed è stata quella sera, a quel concerto, che ho capito veramente cosa vuol dire la passione per la musica e voler bene alla musica. E' stato veramente un attimo, eravamo lì, in attesa che iniziasse, eravamo in tanti, tante persone...e come suono di sottofondo c'era solo il mormorio di tutte le nostre voci.

Ad un certo punto si spengono tutte le luci, si fece tutto completamente buio, in un attimo ci fu un silenzio totale....e proprio in quest'attimo di silenzio, nel buio della sera, partono dagli altoparlanti le note de Il mio canto libero....sono bastate le prime cinque note, per farmi correre un brivido lungo tutta la schiena...e veramente non so perché, data anche la mia tenera età...i miei occhi hanno iniziato a far uscire lacrime e lacrime per quell'emozione di quel momento, da quelle cinque note fuori uscite così all'improvviso, nella completa oscurità. E' un'emozione che ancora ora a distanza di ben 19 anni, ricordala e raccontarla mi provoca le stesse sensazioni.

Tutto questo per dire che il problema di oggi e degli ultimi anni di Sanremo, è si il business, è si tutto quello che oramai ci gira intorno...ma il problema principale è che è cambiato il modo di vedere la musica, di fare musica, di sentire la musica...sia da parte di chi l'ascolta ma soprattutto da parte di chi la crea...

Si è perso tanto con il passare degli anni, si è persa la naturalezza del cantare....ed il piacere di farlo...su youtube quasi tutti i giorni, guardo ed ascolto un concerto di Fabrizio De André, live...che non potrei mai stancarmi di ascoltare e guardare....è un piacere ascoltare lui, è un piacere vedere la sua band che suona e lo fa con passione...il figlio che suona la chitarra dietro di lui durante Il testamento di Tito, la figlia che duetta con lui in Geordie....vabbè, ma di che vogliamo parlare...anzi scusate le mille digressioni...

Ora ascolti una canzone, l'ascolti 5/10/20 volte...poi finisce lì, non ti rimane nulla...ed io alle mie figlie non tramanderò ovviamente le canzoni di oggi, perlomeno non tutte, ma cresceranno con la musica con la quale sono cresciuto io e con la quale è cresciuto mio padre.

Ad oggi ce ne sono pochi che io definerei artisti...quei cantanti che non ti stancheresti mai di sentire, anzi, forse solo uno...(questa ovviamente però è una cosa soggettiva), ed è Dargen D'amico, sicuramente il 90% di chi leggerà questo nome, non lo ha mai sentito nominare, ma soprattutto l'ultimo album, accompagnato dalle note di un pianoforte, è qualcosa di eccezionale.

Quindi per quanto mi riguarda, se ad un festival della musica (perché cosi è definito), non c'è musica che emoziona (perché tanto ormai i big non sono più I BIG, ed i giovani sono cantanti usciti da qualche talent o comunque cantanti con il solo scopo di lucrare sul loro talento, invece di pensare di voler lasciare qualcosa a chi li ascolta), non c'è motivo di guardare il festival di Sanremo.

P.S. ...e come si dice a Roma....mi so dilungato 'na cifra!

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Che dici... hai scritto du' righe...!!

Quello che ti è successo per Battisti a me è successo per Pino Daniele. Avevamo organizzato un'evento a Piazza del Popolo: proiezioni e musica. La notizia della sua morte è arrivata poche ora prima. Abbiamo iniziato proiettando il suo viso e andando un suo pezzo. Piazza del Popolo, gremita, si è ammutolita. Piangevamo tutti. Poi è scattato l'applauso. E il coro: "Pino, Pino..."

Se il gruppo che suonava con De Andrè a cui ti riferisci è la PFM, ... io quel giorno, al Palaeur c'ero. (Io continuo a chiamarlo così, Palaeur, e non Pala Lottomatica! Come continuo a dire Galleria Colonna invece di Galleria Alberto Sordi... e piazza Esedra invece che Piazza della Repubblica... Mia madre continua a chiamare via del Corso, Corso Umberto!! Ma lei è proprio antica...).

La società cambia, cambia velocemente e velocemente cambiano i costumi e i gusti. Inevitabilmente sempre più appiattiti verso il basso. Il mercato la fa da padrone. E per il mercato è più profittevole così. La sola salvezza è immaginare un mondo globalizzato in termini di relazioni, ma capace di preservare autonomie e tradizioni locali.

Dargen D'Amico me lo vado a sentì subito. Tanto sto a disegnà. Me fa compagnia...

Completamente d'accordo con te. Io sono del '97 e quando ascolto le canzoni attuali la maggior parte delle volte non mi lasciano niente..
penso che tra 10 anni saranno anche dimenticate. Poi mi basta ascoltare Battisti, de Andrè, Rino Gaetano, Mia Martini, Mina o
de Gregori (potrei continuare all'infinito, ma credo che il concetto si sia capito ) per emozionarmi.

Isabella Turso accompagna al piano Dargen D’amico, cerca quelle di canzoni...ovviamente tutto altro stile rispetto ai cantanti che abbiamo citato prima, ma secondo me ad ora è qualcosa di diverso rispetto a tutta la scena musicale italiana, sia per qualità, sia per contenuti che per emozioni...il concerto di De André non mi sembra fosse quello al PalaEur, comunque poi mi informo e ti faccio sapere...allora buon disegno, e buon ascolto...buona serata