Tapas: l’entusiasmo bruciante

in #ita5 years ago

Il Terzo Niyama: Tapas (Disciplina, austerità o “entusiasmo ardente”)

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I Niyama sono il secondo degli otto rami dello Yoga di Patanjali. Diamo uno sguardo al terzo Niyama, Tapas (Disciplina, austerità o “entusiasmo ardente”).

I Niyama
La parola “Niyama” spesso si traduce come “doveri positivi” o “osservanze”, e sono pensate come abitudini raccomandate per una vita sana e un'”esistenza spirituale”. Tradizionalmente sono considerate come pratiche che riguardano noi stessi, anche se naturalmente possiamo considerarle come pratiche che riguardano anche il mondo esterno. Patanjali elenca un totale di cinque Niyama, ma anche in questo caso ci sono altre tradizioni e testi che ne elencano altri:

  • Saucha (pulizia)
  • Santosha (contentezza)
  • Tapas (disciplina, austerità o “entusiasmo bruciante”)
  • Svadhyaya (studio di sé e dei testi)
  • Isvara Pranidhana (arrendersi al Signore Supremo, o contemplare un potere superiore)

Il maestro B.K.S. Iyengar descrive sia gli Yama che i Niyama come le “chiavi d’oro per sbloccare le porte spirituali”, in grado di trasformare ogni azione in un atto che ha origine da un luogo più profondo e più “connesso” al nostro interno. Sia che ci si consideri “spirituali” o meno, sia che si pratichi o meno lo Yoga, questi sono tutti modi in cui possiamo contribuire ad aiutare noi stessi ad essere persone migliori, e il mondo che ci circonda ad essere un posto migliore.

Se vogliamo davvero trarre beneficio dalla pratica dello Yoga, essa deve espandersi oltre il tappetino ed entrare nella vita. Quando questo accade, non solo i nostri corpi si allungano, si espandono e si rafforzano, ma anche le nostre menti e i nostri cuori. Da quello stato d’essere, ci avviciniamo sempre più all’integrità, alla connessione e all’unità, e iniziamo non solo a “fare” Yoga, ma a viverlo e a respirarlo in ogni momento.

Tapas
Il terzo dei Niyama di Patanjali è “Tapas“, che spesso si traduce tradizionalmente con “austerità” o “disciplina”. La parola tapas deriva dalla radice del verbo sanscrito “tap” che significa “bruciare”, ed evoca un senso di “disciplina ardente” o “passione”. In tal senso, tapas può significare coltivare un senso di autodisciplina, passione e coraggio per bruciare le “impurità” fisiche, mentali ed emotive, e aprire la strada alla nostra vera grandezza.

Tapas non deve per forza significare solennità e serietà, ma è proprio quella fierezza che fa pompare il nostro cuore, aumenta il nostro desiderio di crescita personale e ci ricorda quanto amiamo la nostra pratica dello Yoga!

Tapas è lo sviluppo dell’autodisciplina. Quando trascendiamo le nostre limitazioni autoimposte nel determinato perseguimento di un obiettivo superiore, questo è il tapas.

Proprio come per tutti gli aspetti degli Yoga Sutra, però, il tapas ha rilevanza sia sul tappeto dello yoga che fuori.

Tapas sul tappetino
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Foto di Beatriz Teixeira. Yogini Chaitanya Mayi*

Prima di tutto, “disciplina” non significa spingersi più in là in senso fisico. A volte è già abbastanza difficile trovare il tempo di salire sul tappetino e meditare, oppure esercitarsi per 10 minuti al giorno! Per alcuni, tapas significa trovare il tempo per fermarsi e osservare la mente, e per altri significa lavorare sulla forza o praticare una posa che non ci viene naturale e abbiamo rimandato.

Il tapas è un aspetto della saggezza interiore che ci incoraggia a praticare anche quando non ne abbiamo voglia, perché sappiamo quanto ci fa bene! È quella forza di volontà fervorosa che ci fa alzare e praticare per passione e, in questo modo, le impurità vengono “bruciate”. Tapas è un fuoco che brucia e ci purifica dall’accidia, dall’inettitudine e dalla negatività.

Immaginiamo di decidere di andare a letto un po’ prima ogni giorno per poterci svegliare alle 6.00 per meditare per 30 minuti. Al suono della sveglia il nostro corpo si ribella, perché stare a letto e dormire ancora mezz’ora è più facile. Tuttavia, quando abbandoniamo questo impulso, e ci alziamo per meditare – questo è tapas.

Decidere di non bere troppo o mangiare cibi malsani perché si vuole stare bene per la pratica è tapas; e il modo in cui ci si sente dopo un’intensa lezione di yoga, una beata savasana e una profonda meditazione? Anche questo è tapas – “bruciare” i modelli di pensiero negativo e le abitudini in cui spesso si ricade.

Coltivare il senso del tapas nella nostra pratica Yoga potrebbe significare praticare pose che di solito evitiamo o che troviamo difficili, oppure addentrarsi consapevolmente verso il nostro limite in un asana difficile. Rendersi conto che ci vuole tempo per arrivare a una versione più “avanzata” di una posa non deve per forza scoraggiarci; avere la disciplina per praticare in modo costante e l’umiltà di ammettere quando non siamo perfetti sono entrambi essenziali per raccogliere i frutti che tapas ha da offrire.

Astrarre Tapas dalla pratica fisica
La disciplina che impariamo sul tappetino è una lezione formidabile per imparare a staccarci dal tappetino e ad applicarla nella vita di tutti i giorni. Molti monaci Nath in India fanno di Tapas la loro pratica principale. Alcuni di loro eseguono prodezze estreme di resistenza nel perseguimento di siddhi – poteri mistici. Mi piace pensare a Tapas come al nutrimento della passione attraverso l’esercizio della forza di volontà.

La pratica dello Yoga spesso ci espone a frustrazioni, ma è molto importante non scoraggiarsi. Esercitando la forza di volontà, con il tempo, possiamo realizzare pose che prima ci sembravano impossibili. Possiamo portare queste lezioni con noi e imparare ad essere forti quando affrontiamo situazioni di vita impegnative: avere il coraggio di NON ascoltare le voci nella nostra testa che ci dicono che non siamo ”abbastanza forti” o ”abbastanza bravi” per tentare una posa più impegnativa o andare per quella nuova opportunità di lavoro è anche un elemento di tapas che brucia via quei pensieri “impuri”, e porta ad una maggiore fiducia in se stessi e ad una maggiore forza interiore.

Accendere il fuoco interiore
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Foto di Beatriz Teixeira. Ritiro Yoga con Chaitanya Mayi in Brasile.

Lavorare con la forza del nostro centro energetico è un modo sicuro per attingere a quel senso di fierezza che alimenta Agni o il “fuoco interiore”. Il centro è dove si trova il nostro Manipura Chakra, e questo centro energetico governa il nostro senso di fiducia in noi stessi, la forza interiore, la forza di volontà e l’autodisciplina.

L’elemento del fuoco – al quale sia il manipura chakra che il tapas si collegano – è anche l’elemento della trasformazione, e possiamo vederlo con i nostri occhi quando ci confrontiamo con delle sfide. La trasformazione avviene generalmente quando consentiamo che il cambiamento avvenga; uscire dalla nostra zona di comfort e praticare pose con le quali non abbiamo confidenza o di cui possiamo avere un po’ paura è il momento in cui iniziamo a crescere ed a imparare a conoscere noi stessi. Se le cose sono sempre troppo facili, tendiamo a non imparare le lezioni di vita di cui abbiamo bisogno per diventare più forti e più equilibrati.

Viaggiare su una strada dissestata ha senso quando alla fine si trova un luogo di pace e di libertà. Le lezioni che impariamo affrontando le sfide e le paure sono quelle che tendono ad avere il maggiore impatto positivo su di noi.

Tre Tipi di Tapas
Lavorando con l’elemento di Tapas, è importante assicurarsi di muoversi sempre da un luogo di positività e amore, e non di paura. Quando ci spingiamo un po’ oltre, dovremmo farlo non perché il nostro ego ci dice di farlo, ma perché sentiamo davvero di poter andare un po’ oltre.

La Bhagavad Gita classifica Tapas in tamasico, rajasico e sattvico – ossia, in ignoranza, passione e virtù – in base al motivo che sta dietro all’esecuzione di quei tapas e permette solo i tapas sattvici.

Il tapas sattvico è il vero stato yogico di purificazione, eseguito in modo calmo ed equanime con un atteggiamento sostenuto di non attaccamento. Il Tapas rajasico è eseguito con una feroce intensità ed è spesso associato ad un qualche obiettivo dell’ego; a volte può portare a sofferenze inutili e avrà un effetto misto nello stato interiore di purificazione. Infine, il tapas tamasico è l’idea errata di sottomettersi a condizioni estreme di dolore mascherate da purificazione, anche fino al punto di torturare o di nuocere a se stessi. Sfortunatamente queste non servono al percorso yogico e non faranno altro che incatenarvi ad un ciclo di negatività auto-diretta e punitiva.

Nel concetto di Tapas sattvico sono tradizionalmente riconosciuti tre tipi di purificazione: quella del corpo, quella della parola e quella della mente.

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Foto di kangbch da Pixabay

Purificazione del corpo
Non cedere alla letargia e mantenere l’igiene personale sono considerate pratica di Tapas fisico. Convenzionalmente, mangiare foglie di neem, sedersi al sole, sopportare il caldo e il freddo, stare in piedi su una gamba sola con le mani alzate, e così via sono considerate pratiche fisiche.

Purificazione della parola
La parola è potente, ed è un dono importante che la vita ci mette in mano. Il tapas, nel caso dei nostri discorsi, coincide con lo sforzo di utilizzare la parola sempre a scopi benefici.

La Bhagavad Gita dà indicazioni molto preziose sul tema:

le parole che pronunciamo non devono agitare le persone che le sentono. Non dovrebbero causare disturbo o paura in loro, né far loro perdere la pace della mente o farli sentire infelici o infastiditi. Bisogna evitare la provocazione e promuovere sentimenti di amicizia e calma;
dobbiamo cercare di essere il più possibile sinceri. Se per una gratificazione temporanea diciamo agli altri una menzogna questo avrà certamente molte conseguenze indesiderate. Quando vogliamo che le nostre parole corrispondano ad un’azione virtuosa, dobbiamo sempre essere sinceri;
la sincerità non deve contenere alcuna durezza, e non deve contenere critiche verso gli altri. Le parole che pronunciamo non dovrebbe agevolare la distruzione di qualcuno. A volte una parola può creare scompiglio in chi le ascolta e rovinare profondamente la loro vita. Il nostro discorso non deve mai causare tali situazioni.

Purificazione della mente
Il Tapas mentale è considerato più potente di quello fisico. Se sopportiamo il caldo e il freddo compiamo un tapas fisico. Aumentiamo il nostro potere di resistenza, ma potremmo non essere in grado di sopportare l’insulto. Potremmo essere facilmente turbati da una parola storta o poco gentile. Potremmo desiderare vendetta e non avere controllo sulla mente. In quel caso saremmo riusciti a disciplinare solo il corpo fisico. Mantenere una mente equilibrata in tutte le condizioni di vita, sopportare insulti, offese e persecuzioni, essere sempre sereni, contenti e pacifici, essere allegri in condizioni avverse, avere forza d’animo nell’affrontare il pericolo, avere presenza di mente e pazienza, sono tutte forme di tapas mentale.

La meditazione è la forma più alta di tapas. Fissare la mente errante su Dio o su Brahman è un grande Tapas. Vichara, riflessione e contemplazione costante, e bhava samshuddhi, la completa purezza della natura interiore sono considerate i tapas più alti.

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