Siamo arrivati all'inizio di un nuovo anno lavorativo, che io di solito faccio iniziare a settembre, mi sembra il caso di fare un punto della situazione personale sulla mia presenza in steemit e sui miei progetti.
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steemit: la comunità italiana
Non parlo di SPI o di altri gruppi come Da Vinci o la neonata Steemit-Italia, parlo degli interlocutori italiani che ho avuto modo di incrociare in questi sei mesi di partecipazione alla piattaforma.
Sono entrato in steemit con un mio progetto professionale, di sviluppare percorsi editoriali in prima persona, deluso dal mio settore professionale, marketing e comunicazione web. Tutti sembrano ormai comunicare allo stesso modo, si bada alla forma (uno stile livellato verso il basso) e non ai contenuti della narrazione (comunicazione). Questo purtroppo sta capitando non soltanto al marketing ma anche ad altri settori come quelli della cultura e dell'informazione. Si pubblica moltissimo, ma di cose interessanti e innovative ce ne sono poche. Molti come me si lamentano di questo fatto, ma stanco di lamentarmi e basta ho deciso di avviare un percorso che cercherà appunto di recuperare quelle narrazioni che mostrano passione e interesse verso ciò che narrano. Per far questo, e consapevole che il lavoro della creazione e valorizzazione dei contenuti deve essere in grado di determinare delle entrate economiche, sarà necessario sperimentare modelli di business alternativi: il mercato editoriale è in crisi orma da moltissimi anni.
Con questo spirito sono entrato in steemit, con l'obiettivo di intercettare persone che avessero una sintonia con il mio approccio. Ho trovato invece poco interesse sui contenuti, e molto interesse sulle modalità tecniche attraverso le quali sfruttare i contenuti all'interno di steemit. I contenuti erano degli optional, quello che conta sono i sistemi automatici per la crescita in valore dei singoli account: e così le discussioni riguardano le categorie, i tag, i bot, lo stile, l'approccio divulgativo (perché in steemit sono tutte capre) ecc. ecc. Lo stesso concetto di comunità, che io ritengo strettamente legato al confronto in questo ambiente (steemit) è diventato lo scambio di favori: io ti do questo se tu mi dai quest'altro, così entrambi siamo felici: viva la comunità. Ma in questo scambio nulla, ma proprio nulla, ha a che fare con la passione, la curiosità verso l'altro, il desiderio di crescere da un punto di vista culturale (cioè da un punto di vista di conoscenza e nuova consapevolezza).
Tutto ciò se guardo all'area italiana di steemit. Per fortuna, allargando lo sguardo verso gli autori non italiani o fuori da steemit, lo scenario che trovo è già molto più interessante. E come già ho detto in alcuni precedenti post, i miei progetti andranno verso quelle direzioni.
Steemit: la piattaforma
Una vera delusione.
Non ho consigliato (anzi ho sconsigliato) ai miei contatti che lavorano professionalmente nello sviluppo di progetti editoriali questa piattaforma. Si tratta di una social network che ha costruito una comunità all'interno della quale non ci sono lettori, ma solo "autori" (in maggioranza dilettanti) che promuovono i propri contenuti, in modo slegato dai contenuti stessi, quindi che promuovo attraverso delle tecniche e delle attività il proprio account per aumentarne il valore.
blockchain
Il mio interesse maggiore riguarda la tecnologia blockchain, cioè in che modo questa tecnologia potrà cambiare il modo di collaborare, sviluppare progetti, creare e condividere contenuti.
schiavi tecnologici
Ogni tecnologia dovrebbe essere al servizio di chi la utilizza, oggi mi sembra invece (non solo steemit naturalmente) che la tecnologia detta i tempi a chi la utilizza. Su steemit la cosa può essere descritta così: non scrivo dei contenuti che mi interessano utilizzando steemit ma steemit (come gioco di valorizzazione del proprio account) mi dice come e cosa devo scrivere.
Il contrario per me di qualsiasi progetto culturale. Gli unici attivi sono i programmatori, che creano scatole che poi vanno riempite, con che cosa? con qualsiasi cosa che ci passa tra le mani.
la sfida
Quello che a me interessa è la sfida culturale che la crisi della nostra società (intesa come sistema di relazione e di conoscenza) pone ad ognuno di noi, al di là del dare sempre la colpa agli altri e di lamentarsi perché nessuno ci ha premiato.
come affrontare la sfida?
Innanzi tutto prendendomi il giusto tempo, mi ero illuso dopo alcuni scambi positivi di poter bruciare le tappe e invece non è così.
Sto avviando dei confronti che porteranno allo sviluppo di progetti editoriali. Questi progetti per ora non hanno alcun riferimento a steemit (non ho trovato ancora un motivo per utilizzare steemit come sostegno a questi progetti). Steemit rimane per me un luogo di pubblicazione basato su blockchain e una comunità (quella intera degli utilizzatori della piattaforma). Ma non è l'unica piattaforma, e valuterò altre iniziative basate sulla decentralizzazione da blockchain.
Ma come luogo di pubblicazione mi sembra ben poca cosa (per il limite che non ci sono lettori). E' meglio per me avviare un blog indipendente, ed è quello che farò. Rimarrò in questa piattaforma per vederne gli sviluppi e per confrontarmi con coloro che hanno interesse sui contenuti, che mi parlano cioè di percorsi editoriali, culturali e creativi e non di voti automatici, di trail o di criptovaluta. Sarò in steemit soprattutto un lettore, uno dei pochi.
Argomento interessante su cui riflettere, credo di essere il terzo lettore del tuo post e sono d'accordo con le tue considerazioni. Leggere quello che scrivono gli altri è un impegno che richiede troppo tempo ed energie, e forse questa piattaforma (come molte altre) non concede tempo. Parlo del tempo intimo, solitario e proficuo che ti permette di concentrarti e di godere di una buona lettura.
E' l'intera nostra organizzazione sociale e culturale che non lascia più tempo, di fare le cose per bene, anche per il divertimento o il riposo. E' la schiavitù di cui bisogna liberarsi.
Grazie per il commento 👍
Ciao e bentornato! Mi è molto mancata la presenza di post, proposte e commenti da parte tua e di @marcodobrovich.
Condivido gran parte dei tuoi stessi dubbi e perplessità: sono entrata in Steemit curiosa lettrice, ne esco (non letteralmente) svuotata ed esausta, poiché ho dedicato migliaia di ore a leggere di tutto, ritrovandomi ad aver solo sprecato il mio tempo per lo più.
Non ho mai avuto scopi economici o lavorativi, forse per questo ho letto più che scrivere; ma leggere, su questo pianeta di (sedicenti) "scrittori", non paga affatto, nè in termini monetari nè in termini di crescita personale. Eppure trovo, forse, che scrivere sia ancor più mortificante del mio anonimo ruolo di lettrice accanita: quando, infatti,e se distillo una goccia dei miei pensieri, della mia anima, della mia conoscenza, del mio estro, o anche solo del mio prezioso tempo, trovo umiliante, o come minimo avvilente, sapere che solo una decina di persone (forse) leggeranno il mio scritto, e solo una (forse) mi lascerà un commento. Quasi nessuno vuol costruire un dialogo interfacciandosi all'altro. Si tende più ad infilare un post dietro l'altro per crescere in reputazione e guadagni ma senza avere davvero uno scopo, o la voglia di dire qualcosa.
Grazie per il commento @piumadoro,
E' proprio così, non solo in steemit naturalmente, è un aspetto che coinvolge tutta la nostra cultura, Carlo Sini (filosofo italiano che curava anche una collana editoriale) ha tradotto in italiano uno studio di Alfred Kallir (ne ho parlato in un mio post, uno studio sull'alfabeto). Quando Sini ha informato l'autore dell'intenzione di tradurre e pubblicare il suo lavoro in italiano, Kallir ha chiesto: perché? E Sini ha spiegato i motivi di questa sua proposta... di questo suo interesse... e solo dopo Kallir ha acconsentito.
Non si deve pubblicare per forza, un autore che ha qualcosa da dire dovrebbe essere più preoccupato (interessato) dall'ambiente in cui il suo testo (o qualsiasi altro contenuto) viene inserito, perché è questo che da senso al dialogo che si cerca di avviare, alla narrazione che si vuole proporre.
Ma, secondo me, quello che sto dicendo è arabo per molti. Il contenuto sta diventando un qualcosa che serve per riempire scatole vuote. Spero che ameno i costruttori di scatole guadagnino qualcosa, che siano almeno loro soddisfatti.
Sono molto d'accordo con quello che dici su steemit... Forse io sono ancora più negativo di te. Ormai quello che pubblico lo pubblico solo per mio gusto e ho smesso di mettermi problemi per quanto riguarda qualità o simili fesserie. Non saprei neanche perché continuo, forse solo abitudine o speranza che chissà, un giorno magari questi steem varranno davvero tanto (ma chi ci crede?). Arrivo a dire che è molto meglio Facebook se vuoi mandare avanti progetti del tipo che interessano te... Qua è solo uno scambio di voti che non ha nessun fine oltreché se stesso. Poi vabbè, in mezzo alla massa qualcosa si salva più di altre ma il sistema quello è...
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Sono d'accordo con quello che dici...
Per aggiungere qualcosa direi che il valore di steemit, per me, può essere solo quello di incrociare delle persone (sul valore della criptovaluta non ci ho mai fatto affidamento, non era proprio nei miei obiettivi). Devo dire che gli incontri/confronti avuti con te e pochi altri sono stati molto positivi, mi stanno cioè aiutando concretamente a mettere a posto alcuni tasselli per i miei nuovi progetti. E la nostra partita a scacchi è stata molto divertente e interessante da giocare.
Letto. Intelligente e garbato, come sempre. Ma, se posso dirlo, un po’ ripetitivo: rimurgini sempre sugli stessi concetti e tarda a venir fuori qualche stimolo o proposta concreta...
Ma apprezzo lo sforzo e la tenacia.
Io, per parte mia, credo di aver esaurito ogni risorsa progettuale ed emotiva e riapparirò qua e là, a macchia di leopardo, secondo gli umori e la voglia di raccontare e dibattere. ...che per il momento, a dirla tutta, è molto ridotta...
Un saluto a te, @anedo e anche a te, @serialfiller!
Ciao @marcodobrovich,
sì sono d'accordo, questo post è ripetitivo, si tratta di una sintesi.
Ma in altri post, forse tra le righe (ma neanche tanto) sono stato più che propositivo, come del resto anche tu mi hai più volte confermato.
Sarò propositivo in altre occasioni e probabilmente in altri luoghi del web (i miei progetti vanno avanti). 🙂👍
Un abbraccio
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