Grazie @marcuz, ti seguo e ti stimo.
D'accordo con quasi tutto quello che hai detto:
- il vertice secondo me cerca di lavorare anche nell'ottica della crescita collettiva (se non pensassi questo smetterei di dire la mia e me ne scapperei a gambe levate).
- sistema democratico perfetto? Difficile, ma secondo me non necessario, si può fare anche in altri modi, quello che non deve mancare però è il rispetto reciproco, che si misura anche nella capacità (qualità) di dialogo. Quindi, ben vengano anche sistemi verticistici dovuti al fatto che ci sono finanziatori che rendono possibile un percorso. Non mi pare che su questo abbia detto cose contrarie.
Ecco perchè credo che in questa "democrazia-zoppa" bisogna trovare il giusto trade-off tra l'ascoltare tutte le proposte ed il fare sempre ciò che i vertici decidono.
Secondo me una cosa è il percorso reso possibile dai vertici (con i loro finanziamenti) e un'altra cosa è il confronto, i vertici non possono permettersi (secondo me) di fare pressioni su come ci si confronta o come si dialoga, ma su questo punto (che non ha nulla a che vedere col percorso possibile solo con i finanziamenti) devono semplicemente partecipare alla pari (senza trincerarsi in una comunicazione che non può neanche definirsi "aziendale", direi più da editto), e per far questo non è neanche necessario un sistema democratico, basta volerlo.
Io non ho mai espresso dubbi sulla presenza dei ruoli o sulla legittimità di fare delle scelte, ho solo sottolineato la retorica del dire "siamo una comunità" e l'incapacità (o mancanza di volontà) di produrre un confronto paritario (questo sì che lo chiedo). Cioè ognuno partecipa dicendo quello che pensa (in modo sincero e leale) poi chi può decidere all'interno di certi ambiti deciderà (perché ha un ruolo per poterlo fare).