Questo post è scritto anche per continuare un confronto sul significato di qualità dei contenuti avviato in altri articoli molto interessanti e che invito, a chi non l’abbia già fatto, a leggere.
DELLA QUALITÀ: Criteri, definizioni e …indefinizioni, di @marcodobrovich
Il concetto di "qualità" e quello di "gruppo"., di @miti
Quant'è dura guardare al di là del proprio naso? di @bronsedi
Elogio alla scrittura e alla lettura lenta
Pensando a questo post mi è venuto in mente un pensiero di nietzsche:
Non per nulla si è stati filologi, e forse lo siamo ancora: la qual cosa vuol dire, maestri della lettura lenta; e si finisce anche per scrivere lentamente. Oggi non rientra soltanto nelle mie abitudini, ma fa anche parte del mio gusto – un gusto malizioso forse? – non scrivere più nulla che non porti alla disperazione ogni genere di gente «frettolosa».
[…]
[ancor più necessaria, l’arte della lettura e della scrittura lenta,] nel cuore di un’epoca del «lavoro», intendo dire della fretta, della precipitazione indecorosa e sudaticcia, che vuol «sbrigare» immediatamente ogni cosa, anche ogni libro [contenuto] antico e nuovo…
Prefazione di Aurora, tra parentesi quadre integrazioni mie.
Ahimè, devo purtroppo ammettere che anche io partecipo all’epoca della fretta e della precipitazione indecorosa. E che è un problema per me (come per molti penso) la gestione del tempo, anche io sono costretto (o comunque semplicemente lo faccio) a “sbrigare” le cose.
Ecco, sono sicuro di questo: che tale “sbrigare” le cose (in ambito professionale, ma anche nelle relazioni e nelle passioni) alla fine produce scarsa qualità. Ed è proprio su questo che io credo bisogna focalizzarsi per la ricerca della qualità. Il fare di qualità è quello che si prende il tempo per fare le cose come andrebbero fatte.
E’ vero: il testo lungo e il creare un testo mettendoci molto tempo non è da solo un certificato di qualità, ma, sicuramente, il fare una cosa usando meno tempo di quello che si ritiene necessario è quasi una sicurezza di scarsa qualità.
Perché quasi: perché ci sono delle eccezioni, ci sono dei “mostri” che possono fare alcune cose istintivamente e senza preparazione producendo immediatamente qualità, forse Mozart è uno di questi, probabilmente Maradona (che poteva entrare in campo senza allenarsi durante la settimana), ma si tratta appunto di “mostri”, la maggior parte dei grandi musicisti e dei grandi calciatori lavora duramente per raggiungere la qualità.
E questo non è una cosa scontata per la maggior parte delle persone, che pensano (almeno per la creazione di contenuti creativi, artistici) che i grandi siano nati per così dire “imparati” e già grandi, ad esempio nietzsche da neonato aveva già sicuramente i suoi proverbiali baffoni.
Si può misurare il tempo? Forse in durata ma non in qualità
Titoletto ironico, naturalmente.
Ma la questione che si pone è questa: il tempo necessario è il tempo necessario per l’autore, e quindi è anch’esso un elemento arbitrario (diciamo soggettivo?).
L’arbitro della contesa sarà lo stesso autore del contenuto, non credo che si possa misurare un giusto tempo valido per tutti e, quindi, la possibilità di creare dei sistemi automatici in grado di analizzare i contenuti in base al tempo di realizzazione o alla lunghezza mi sembra nulla.
Ma la qualità di solito viene certificata lo stesso, e questo determina il valore dei contenuti che vengono creati. Certo valori calcolati anche in modo diverso, ad esempio un contenuto può avere un alto valore economico e un basso valore culturale, o viceversa. Ma come accade questo?
Classificare significa votare
Abbiamo la gioconda di leonardo da vinci (opera conosciuta da tutti), l’urlo di munch (conosciuta da quasi tutti), le cattive madri di segantini (conosciuta da molti).
Possiamo dire che sono tutti e tre dei quadri di qualità? Direi di sì! Bene, però non ci accontentiamo di questo, bisogna anche dare un valore a questa qualità, e come procediamo?
Bene! Io dico che la cultura procede attraverso una serie di valutazioni, anche molto diverse tra loro, che alla fine producono un valore generale e tanti valori specifici.
Cosa significa che la cultura procede con le sue valutazioni? Penso all’attività degli intelletuali, dei professori, della comunita degli artisti, dei mercanti d’arte, degli acquirenti delle opere d’arte, della popolazione che visita i musei, ecc. Tutte queste comunità (e anche i soggetti individuali di queste comunità) procedono a dare una valutazione per i contenuti suddetti ed alla fine la totalità di queste valutazioni (tenendo conto che alcune di queste comunità valgono di più di altre, nel senso che sono in grado di incidere più di altre) produce anche dati che possono essere misurati.
Per cui se per gioco (si può fare solo per gioco io penso) decidessimo di dare un voto scolastico alle opere che vi ho presentato, probabilemente tenendo conto di tutte le comunità, il voto potrebbe essere un bel 10 per la gioconda (il massimo), un bel 9 per l’urlo (eccezionale) e un bel 8 per le cattive madri (bellissimo).
Poi ognuno di noi da i sui voti naturalmente, io voterei diversamente ma non è questo il punto.
Ma anche questo voto è legato al momento, forse fra mille anni i voti sarebbero diversi, forse nessuno di questi quadri arriverebbe alla sufficienza tra mille anni, potrebbe essere, io non credo affatto all’immortalità delle opere, sia da un punto di vista fisico che metafisico.
Ma ritorniamo a noi
Storie di balene, di pesciolini e di pesciolini che diventano balene
La storia di ogni contenuto (o autore) di successo è fatta di pericolose curve, inopportuni sbandamenti, litigiose incomprensioni e tristi indifferenze.
Pensiamo ad esempio allo stesso Nietzsche, che se dobbiamo misurare la qualità nella capacità di influenzare la cultura contemporanea, possiamo dire tranquillamente che si tratta di un top player.
Ebbene, la piccola casa editrice che pubblicò i suoi libri quando nietzsche era ancora in vita non fece grandi vendite e non si arricchì affatto. E nietzsche era relegato nel limbo degli scrittori un po’ strani e “così parlò zarathustra” veniva considerato quasi più un romanzo che un testo filosofico. Poi ad un certo punto una balena si interessò a lui, un grandissimo accademico e tra i maggiori filosofi del novecento (heidegger) decide di trattare l’opera di nietzsce nei sui corsi universitari. Improvvisamente Nietzsche entra sotto i riflettori della comunità accademica in una luce diversa, e nel novecento è stato il punto di riferimento (di confronto anche per coloro che hanno dissentito dal suo pensiero), diventando così una balena.
Forse quanto ho raccontato può essere considerato un po’ semplicistico (non sarà stato solo per heidegger che nietzsche si è conquistato uno spazio accademico), ma quello che volevo far emergere è come il successo di un percorso possa dipendere da tantissimi fattori e non tutti necessariamente hanno a che fare con la qualità.
Successo e qualità: ma vanno d’accordo?
Qualche volta sì e qualche volta no, ma non sono sinonimi.
Quello che mi risulta strano leggendo alcuni commenti sulla qualità è il legare il concetto di qualità con quello di successo.
Mi sembra strano perché io vengo da una generazione invece (e non è detto che stava nel giusto) che aveva legato il concetto di successo con scarsa qualità.
Si amava citare Oscar Wilde: “Quando la gente è d’accordo con me, sento sempre che devo avere torto”.
Che significa dire: se faccio parte della maggioranza sono nel torto. E questo dipendeva dal fatto che assistevamo allo sviluppo della cosiddetta società di massa, che a noi non piaceva evidentemente.
La televisione divenne subito il medium principale per la trasmissione della scarsa qualità.
Poi venne il web e io fui entusiasta di un nuovo strumento che poteva sostituire i vecchi e unidirezionali strumenti di comunicazione di massa (che noi consideravamo strumenti di potere).
E poi è la storia di oggi…
Web e qualità
Molti intellettuali e sociologici hanno accusato il web di essere il mondo dei contenuti spazzatura.
Aspetto centrale di questo punto di vista è che l’abbattimento dei costi per la pubblicazione e la comunicazione di contenuti ha fatto sì che il filtro originario dato dai professionisti della comunicazione (gli editori) venisse meno e con ciò lo standard minimo di qualità.
Io non sono d’accordo con questa accusa, ma non perché credo che il web non sia pieno di contenuti spazzatura e l’attuale egemonia di multinazionali che controllano la maggior parte dei contenti web (google, amazon, facebook, e anche altri) sta peggiorando la situazione.
Io non sono d’accordo con questa accusa perché penso che il web non sia un luogo di pubblicazione ma un luogo di relazione. Quindi per me il web non è affatto tipo una grande edicola dove tutti appendono il loro giornale, ma un mondo dove è possibile parlare con gli altri e dove è possibile scambiare contenuti e informazioni (ecco anche il lato editoriale).
Per questo, ancora oggi sono un appassionato del web, nonostante non mi piacciano molte delle derive in atto.
E allora?
Professionalità
Io proporrei di focalizzarci non sul concetto alto di qualità ma su uno un po’ più terra terra, quasi come guardare appunto agli standard minimi.
Un testo per essere di qualità, e ritorno a quanto detto all’inizio, deve avere semplicemente il tempo per la cura necessaria. E lasciamo perdere il valore.
Il valore è un’altra storia: si può guadagnare un valore anche in modo immeritato… quindi è un’altra storia, affrontiamola, ma non c’entra niente con la qualità.
Avere il tempo per curare dei contenuti significa anche avere l’opportunità di farlo, cioé avere la possibilità di guadagnare a sufficienza per sostenersi.
Per questo secondo me oggi parlare di qualità significa pretendere tempo e pretendere tempo significa porre la questione del guadagno (della professionalità). Ma in questa esatta cronologia.
Per cui:
Guadagnare con contenuti di qualità significa anteporre il tempo alla valorizzazione.
Mentre guadagnare con i contenuti significa anteporre la valorizzazione al tempo.
Le immagini utilizzate sono prese da wikipedia e sono di pubblico dominio: Mona_Lisa,_by_Leonardo_da_Vinci,_from_C2RMF_retouched.jpg
The_Scream.jpg
The_Evil_Mothers_by_Giovanni_Segantini.jpg
Nietzsche1882.jpg
Mi ero ripromessa di non parlare più di qualità, invece il tuo post stimola una risposta. Ogni ambiente ha i suoi standard qualitativi: quello che va bene su una rivista di gossip non troverebbe spazio su una specialistica, quello che funziona tra informatici non soddisfa magari un gruppo di fotografi. Ovvio, dirai. È ovvio però dove sono chiari i confini del contesto culturale di riferimento e a volte nemmeno questo basta come garanzia: non in tutte le scuole si lavora allo stesso modo e la qualità di un diploma non equivale a quella di un altro.
Noi utenti di Steemit siamo su un social network ma aspiriamo a scrivere articoli, che solo per brevità chiamiamo “post”, sebbene nulla abbiano a che fare con i contenuti pubblicati su Facebook o su Twitter. Quella della qualità, in un contesto così eterogeneo, sarà a mio parere sempre una battaglia persa, perché non è pensabile un comitato scientifico o di redazione in un mondo che rifugge da controlli e censure. È non è nemmeno possibile imputare ad alcuni una scarsa cura qualitativa se i loro parametri di valutazione sono diversi dai nostri: ieri leggevo qualcuno che proponeva di liberalizzare il numero dei post giornalieri consentiti. Ho sorriso perché, se riesco a sfornarne uno o due a settimana, sono già contenta, ma le ore che impiego io per uno solo forse servono a qualcun altro per tirarne fuori tre o quattro. È chiaro che io non troverei granché di interessante in una produzione seriale del genere, ma altri forse sì e forse la premierebbero, persino.
E impaginare per bene un testo pieno di errori ortografici e grammaticali è qualità? O lo è piuttosto un post denso di significato in cui però magari mancano i riferimenti puntuali alle immagini?
Steemit sarebbe un terreno fantastico per studi sociologici, come ho già detto, perché offre esempi di molte dinamiche reali. Qualcuno dovrebbe farci una tesi di laurea, se non di dottorato.
D'accordo con le tue considerazioni.
Personalmente non vorrei nessun comitato scientifico o giuria di qualità per giudicare i contenuti, dobbiamo comprendere che la valorizzazione dei contenuti (che non ha nulla a che fare con la qualità) è un lavoro che ci tocca fare o qualcun altro deve fare per noi se vogliamo guadagnare con il lavoro di creazione dei contenuti. Questo è accaduto sempre nella storia occidentale (con il tipo di organizzazione economica che abbiamo), non è solo un problema di oggi o di steemit. Il problema in più di oggi è che l'industria editoriale è in crisi e dobbiamo cercare di capire qualcosa di questa crisi, se poi vogliamo avere una strategia di valorizzazione dei nostri contenuti.
Anedo, anche in similitudini astratte non so quanto possa ritornare utile citare un Nietzsche, un Mozart o la gioconda per poi cercare di trarne utili spunti per Steemit e la comunità Italiana. L'articolo vola alto, forse anche troppo.
Non mi fraintendere, ho gradito tutto quello che hai scritto e penso ti rileggerò con piacere ma rischiamo il pantano aulico.
A mio piccolo e modesto avviso quel che personalmente trovo rilevante è se avrò la possibilità di crescere (sui temi a me cari) e se potrò formare i miei gruppi di "lavoro" e quindi legami sociali.
Se avrò tale possibilità avrà un senso parlare successivamente di guadagni, ripartizioni, qualità, ruoli e struttura gerarchica.
E' meglio affrontare una paura alla volta, la mia principale al momento :
Posso crescere?
Per farlo devo entrare in perversi meccanismi di paraculismo (scusa il francesismo ma è per veicolare rapidamente il messaggio) sociale verso qualcuno che si sente vip?
Sono entrato da poco ma ho come l'impressione che tutti questi discorsi su simpatie o antipatie non siano poi così fantasiosi. Ho notato una certa presenza ormonale in alcune rispose, perdonerai il presunto maschilismo. Concludo che è meglio :
Io chiedo solo la libertà di poter formare i miei legami e bypassare i controlli della frontiera di chi essendoci da più tempo vuole ego boost dominando il regno.
Grazie mille, e sì... le citazioni alte sono un po' inserite in un contesto anche ironico, però sono le mie passioni... tuttavia hai ragione: il pantano aulico è sempre un rischio...
Bene, intravedo un cervello in questa risposta. :-)
Un gran post, complimenti.
Io credo sia una questione di obiettivi, almeno qui dentro. Potresti creare contenuti di qualità (posto il concetto di qualità al tempo attuale) e farlo per tua soddisfazione personale, senza centrare l'obiettivo del guadagno atteso oppure puntare su qualcos'altro (interazione e amicizie) e raggiungere l'obiettivo del guadagno per vie traverse.
Qui le cose non sono esattamente logiche e consequenziali.
Non necessariamente questo sarà vero all'interno di steemit. Perchè la qualità, posto il valore che ne hai attribuito nel post, non sempre avrà il giusto guadagno nonostante il tempo profuso.
Il tuo post ne è un esempio lampante.
Sì è vero, è una questione di obiettivi, però la cronologia di cui parlo si riferisce ad una scelta etica che ognuno di noi deve fare: prendersi o non prendersi il tempo necessario per fare le cose bene e con piacere.
A livello generale ti dò perfettamente ragione.
Se circoscriviamo il discorso a Steemit, purtroppo ci sono parole "fuori luogo":
Ripeto, Steemit ha delle logiche di funzionamento che sono estremamente diverse da quelle della vita di tutti i giorni.
In ogni caso mi piace come ti poni e il tentativo di dialogo che mantieni aperto.
Grazie @miti
Sono d'accordo sulla parola etica ("fuori luogo). Etica, nel mio commento (non ricordo se ho utilizzato la parola anche nel post) è una parola utilizzata in modo scorretto, nel senso che uso un'accezione che non corrisponde a quella comune (per cui se non lo spiego è sbagliato utilizzarla così), ma siccome la cosa non è ora semplice da dire la rimando ad altra occasione, nel mio commento si può anche togliere la parola "etica" e rimane scelta.
Mentre ho dei dubbi sulle altre considerazioni:
Io voglio salvare capra e cavoli (detta così mi metto dalla parte del torto da solo).
A me interessa il lato economico e ne parlerò (state sicuri), ma uno degli elementi del mio post è questo: sleghiamo il concetto di qualità dal concetto di valorizzazione (anche economica). Perché faccio questo? Perché è il contesto in cui viviamo che fa questo, non lo scelgo io.
Quindi, su steemit scelgo di non badare al numero di commenti e di visualizzazioni in questo momento, ma alla qualità degli stessi, rinunciando nell'immediato all'obiettivo prettamente economico. Ma perché faccio questo? Perché non mi interessa il lato economico? Perché sono un santo? No, faccio questo perché credo che (a lungo termine e non pensando solo a steemit come strumento di valorizzazione) mi avvantaggiano di più in questa fase le relazioni di qualità piuttosto che la quantità di relazioni. Riprenderò il discorso se ci sarà occasione.
Mi è piaciuto tanto ciò che hai scritto, ed anche tutti i commenti che hai ricevuto che sono andati ad evidenziare sfaccettature simili e diverse da quelle esposte da te... questo si che porta al piacere di leggere, riflettere e confrontarsi! Grazie x questa opportunità! 😊
Per ritrovarmi all' una di notte a leggere questo post dopo undici ore di lavoro si evince che mi interessa. sarà che hai affrontato l' argomento tempo, tema sul quale ultimamente rifletto molto, idem cura e contenuti e concordo sul fatto che un buon post articolo necessiti di tutti e tre.
Però talvolta ammetto leggo post scritti anche di fretta e con qualche errore, magari di distrazione ma con contenuti o una spontaneita e creatività che mi colpisce maggiormente rispetto a post lungi, curatissimi ma per me noiosi a morte. Comunque io faccio parte della schiera di quelli che vorrebbero più tempo per fare post più curati o su argomenti che richiedono maggiore approfondimento e mi accorgo con rammarico che poco tempo significa almeno nel mio caso davvero meno qualità ed intendo rimediare a breve. ;) Comunque steemit rimane per me una piattaforma oscura per le tantissime tipologie di post e per le valutazioni ho altre opinioni, credo che spesso qui su steemit le valutazioni si basino più che sulla qualità sulle interazioni fra utenti, proprio stile social network ^^
Grazie per l'interesse! 🙂
Sono d'accordo sul fatto che post scritti di fretta e non lunghi, ma con contenuti densi e originali, possono essere migliori di altri, maggiormente curati nella forma e lunghi.
Infatti, proprio perché la penso anch'io così che parlo di tempo giusto in riferimento a quello che desidera l'autore (e non in assoluto), per fare un lavoro in accordo con i propri obiettivi e con il proprio piacere. Se no, se lo fa per dovere, molto spesso (ma non sempre) il risultato non potrà che essere un bel compitino, e nulla più.
Sono anche in sintonia con le tue considerazioni su steemit ed il suo funzionamento come strumento di valutazione (valorizzazione), ma quello che a me più interessa in questo momento è il confronto di idee piuttosto che lo strumento. Se lo strumento non sarà adatto per i nostri obiettivi se ne inventa un altro, il problema per me sono proprio gli obiettivi.
Abbiamo come obiettivi soltanto quelli legati al fare soldi con dei contenuti? O trovare il modo di premiare con i soldi i contenuti in assoluto migliori? E quali sono i migliori? Ci vuole un comitato di qualità? O un algoritmo capace di estrapolare i contenuti migliori da alcuni dati del post e delle interazioni che produce? La nostra ambizione è quella di scrivere chiusi nella propria stanza aspettando che il pubblico premierà i nostri contenuti facendoci così sentire importanti, utili?
Oppure...
Oggi sentiamo la necessità di riprendere un confronto generale sul senso dello scrivere, del comunicare e del leggere?
Poi ognuno contribuirà al confronto con la sua sensibilità ed i suoi strumenti, chi lo farà disegnando, chi con la poesia, chi con la saggistica, chi con il giornalismo, chi inventando una barzelletta, ecc.
Per me il guadagnare è fondamentale per raggiungere non dico la qualità ma la professionalità sì (mi rendo conto che si tratta di una tautologia, però oggi messa in discussione) , ma non deve essere il solo e unico motore che ci fa muovere .
Post molto interessante. Il web è il luogo della relazione. La lentezza, la fretta, la scrittura, la qualità, la cura, la professionalità. Tutti temi che richiederebbero molta riflessione. E ci aggiungo la sistematicità. Puoi interagire in modo sano se non sei sistematicamente e in modo metodico e attento sui contenuti? Se non leggi e non commenti, se non segui? Se ti colleghi solo quando capita? Non lo so perchè anche le regole della comunicazione sul web vengono messe un po' in crisi. Comunque grazie per l'occasione di riflettere.
Ottimi spunti di riflessione... da mettere da parte e rileggere.
Piace come scrivi! penso proprio che ti metto fra quelli che seguo.
Un saluto, nicola
scrivo piccolo così sembra che parli piano :) ... metti il link dell'immagine altrimenti quelli di PostIT rognano :))
Grazie, anche del piccolo consiglio :)
Ciao @anedo!
Ho apprezzato molto il tuo articolo e l'impronta che dai per affrontare steemit, in un modo più autentico e dando valore all'intera comunità.
Il rapporto successo e qualità, come tu stesso dici, non è certo lineare, eppure sono convinto che la qualità su steemit venga sempre premiata, almeno nel lungo periodo.
Abbiamo una visione molto simile della piattaforma insomma.
Un saluto
Questa cosa è importantissima. Ogni epoca ha i suoi canoni... Un quadro di Munch proposto nel 500 sarebbe stato deriso. Ogni epoca ha i suoi valori (da distruggere come avrebbe detto Nietzsche). Dunque penso che provare a ragionare in maniera assoluta sul concetto di qualità non ha molto senso.
Cavolo quanta carne al fuoco in questo post :)
bel lavoro ma.. alcuni nomi li hai scritti con la lettera minuscola! Apparte questo, condivido l'articolo !
grazie @bjtcoin, questa è una mia abitudine (o vezzo), forse bisognerebbe dire difetto!? di solito scrivo i nomi propri di persona con la minuscola (se vedi anche la mia presentazione, il mio nome è in minuscolo), chissà perché in questo post per qualche nome ho usato la maiuscola... lo faccio anche nelle email di lavoro, i miei amici e clienti si sono abituati... sarà difficile per me cambiare... :)
Post favoloso! Completo e interconnesso di molti aspetti di alto livello. Credo che il tempo sia relativo anche qui, nel mio caso specifico. Perché nel momento stesso in cui scrivo mi faccio trasportare dai pensieri e non mi accorgo di quanto tempo passa. A maggior ragione quando scrivo di getto entro letteralmente in un'altra dimensione. Bravo!
Ho apprezzato davvero molto questo articolo e le riflessioni. Credo anche io che sia tutto molto legato al tempo. Si tratta sempre di opinioni, ovvio, ma non possiamo essere tutti come Ungaretti! In ogni caso, non è neppure detto che un testo breve e conciso sia meno difficoltoso da produrre rispetto ad uno lungo e magari anche prolisso.
A volte, fermarsi è la giusta via, fare un passetto indietro e lasciare che la fretta ci si scolli di dosso; anche se so che è difficile.
Mi hai fatto pensare ad una sensazione che ho provato a Torino e a Roma: vivendo e lavorando in quelle città, ogni giorno prendevo la metro e gli autobus. In alcuni casi, non avevo neanche fretta, perché per fortuna avevo orari flessibili, ma correvo. Correvo, trascinata dalla gente che mi correva intorno. Assorbivo la frenesia e sentivo la necessità assoluta di correre. Era come se non fossi padrona di afferrare il mio tempo, anche se avveniva tutto nella mia testa.
Tornando alle riflessioni sul tema qualità, si tratta sempre di valutazioni personali, ma la produzione di un buon contenuto non può essere svincolata dal tempo; il tempo giusto per ciascuno di noi, che è variabile, ma che deve essere proporzionato.
Mi sembra giusto, anche, separare i concetti di qualità e valore (vorrei sottolineare che sto parlando a titolo del tutto personale) ma è sempre bello quando si può dare valore alla qualità, con tutti i limiti e i condizionamenti che il giudizio umano può avere, ma anche con tutte le migliori intenzioni del mondo.
Grazie @nawamy, il tempo di cui volevo parlare è proprio quello che racconti tu.
Un tempo che non ha a che fare con la lunghezza di un testo, ma quello che sfugge dal controllo presi dalla frenesia.
Mi piace molto la citazione che fa @marcodobrovich nel suo post in riferimento alla velocità degli impressionisti nella realizzazione di un quadro rispetto agli standard del periodo:
😊
molto interessante