Oggi è indubbio la nostra vita propende verso l'immaterialità digitali. Impossibile pensare di fare a meno dello smartphone, della mail e del navigatore ,di non iniziare chat o di non fare la spesa on-line ,di mandare file anziché pagine scritte a mano o di fare qualsiasi cosa con un'app. Ma dopo la sbornia virtuale degli ultimi tempi stiamo riscoprendo la gioia della tridimensionalità degli oggetti veri.
Ne sono l'esempio l'inaugurazione di Shop reali di noti blogger del Beauty come Cristina Fugazzi in arte ClioMakeUp che hanno deciso di integrare l'aspetto Social del loro lavoro con l'esperienza vera e tangibile di un negozio tradizionale.
Non è regressione personale ,ma soprattutto una tendenza che proprio i nativi digitali stanno facendo esplodere. Un esempio su tutti? la metà di chi acquista musica su vinile ha un'età compresa tra i 18 e i 34 anni, stessa cosa per le macchine fotografiche istantanee che riesumate dagli anni 70 sono diventato oggetto di design e di culto.
Poi ad esempio io ho colleghi che non rinunciano a prendere appunti su un bel quaderno oppure conosco chi si affida alle ricette della nonna scritte su un foglio di carta quadrettata oppure come nel mio caso che mi faccio rammendare il maglione bucato o recuperare il mobile trovato in soffitta.
Per me gli oggetti svolgono molteplici funzioni esprimono il nostro modo di essere, suscitano pensieri ci aiutano a conoscerci meglio.
Dal mio punto di vista gli oggetti ci offrono un ancoraggio per non andare alla deriva in questo tempo dove c'è molta precarietà insicurezza.
In questo periodo di grande digitalizzazione molti psicologi e scienziati si sono mobilitati per promuovere la scrittura a mano perché alcune ricerche hanno evidenziato che mettere nero su bianco le parole anziché battere sulla tastiera riduce l'ansia stimola il pensiero e Aumenta le capacità di usare linguaggio.
Today our life is undoubtedly inclined towards digital immateriality. It is impossible to think of doing without the smartphone, the email and the navigator, not to start chats or not to shop online, to send files instead of handwritten pages or to do anything with an app. But after the virtual hangover of recent times we are rediscovering the joy of the three-dimensionality of real objects.
An example is the inauguration of real shops by well-known beauty bloggers such as Cristina Fugazzi aka ClioMakeUp who have decided to integrate the Social aspect of their work with the real and tangible experience of a traditional shop.
It is not personal regression, but above all a trend that digital natives are making explode. An example above all? half of those who buy music on vinyl are aged between 18 and 34, the same thing for the instant cameras that have been exhumed since the 70s and have become an object of design and cult.
Then, for example, I have colleagues who do not give up taking notes in a nice notebook or I know those who rely on grandmother's recipes written on a sheet of squared paper or, as in my case, I have my sweater mended or recovered the piece of furniture found in attic.
For me, objects perform multiple functions, they express our way of being, they arouse thoughts, they help us to know ourselves better.
From my point of view, objects offer us an anchor to avoid drifting in this time where there is a lot of precariousness and insecurity.
In this period of great digitization, many psychologists and scientists have mobilized to promote handwriting because some research has shown that writing down words instead of typing on the keyboard reduces anxiety, stimulates thinking and increases the ability to use language.