La vita ci offre una miriade di insegnamenti, ma uno dei più importanti che ho ricevuto e che porto con me ogni giorno riguarda la diffidenza verso gli estranei. Un insegnamento che, per quanto possa sembrare brutto, è diventato una lezione di sicurezza e consapevolezza, forgiato attraverso un’esperienza che ha segnato la mia pre-adolescenza. Non si tratta di un insegnamento che mi è stato trasmesso da una persona, ma di una lezione che la vita stessa mi ha insegnato nel modo più drammatico e intenso possibile.
Era un pomeriggio caldo di un'estate che sembrava come tutte le altre, quando un gruppo di uomini sconosciuti, di origine straniera, cercò di rapirmi mentre camminavo da solo lungo una strada poco frequentata, a pochi metri da casa mia. Non avevo mai sentito parlare di pericoli simili in quel quartiere, ma quello che mi accadde mi insegnò quanto la diffidenza verso gli estranei sia una virtù che può salvarci la vita.
Stavo camminando tranquillamente a piedi, immerso nei miei pensieri, quando sentii il rumore di una macchina che rallentava dietro di me. Guardai distrattamente dietro di me vedendo la macchina che si avvicinava, notando che il conducente e i passeggeri mi osservavano intensamente. Non c’era nulla di particolare nell'auto, ma ebbi un campanello d'allarme: perchè stare in gruppo li cosi in macchina andando cosi piano e guardandomi? Il mio istinto mi avvisò, e senza pensarci troppo, iniziai ad aumentare la camminata, guardandomi attorno, cercando una via di fuga, una persona per strada, una scorciatoia per tornare indietro verso casa.
Poi vedendomi accelerare il passo e cercare una fuga uno degli uomini scese dalla macchina. Il suo sguardo era diretto verso di me, e il suo atteggiamento non lasciava dubbi: voleva avvicinarsi. La paura mi travolse, ma l’istinto di sopravvivenza mi fece prendere una decisione istantanea. Iniziai a correre, senza voltarmi, spinto da una forza che non sapevo di possedere. Ogni passo che facevo mi portava più lontano da loro, ma più vicino a quella sensazione di salvezza che avevo sempre dato per scontata.
Il cuore batteva forte, ma non smettevo di correre. Solo quando fui vicino a una signora in bicicletta, che stava pedalando lungo la strada, mi sentii finalmente al sicuro. Lei mi guardò, probabilmente notando il mio stato di panico, ma non disse nulla. La sua sola presenza fu sufficiente per farmi sentire protetta. Vedendo che ero giunto vicino ad una signora, l'uomo tornò nel loro veicolo smettendo di inseguirmi, mi resi conto che avevo appena vissuto un'esperienza che mi avrebbe segnato per sempre.
La diffidenza che avevo provato verso gli sconosciuti, quell'accelerare il passo e cercare una via di scampo, mi aveva salvato. Senza quella sensazione di allarme, non sarei stato pronto a correre, a cercare la salvezza, sarei rimasto fermo li e mi avrebbero sicuramente preso, per fare chissà cosa. Ero giovane, ma quell'episodio mi insegnò che non è mai troppo presto per imparare a fidarsi del proprio istinto e ad essere diffidenti nei confronti di chi non conosciamo. Non si trattava di un pregiudizio verso le persone, ma della necessità di proteggersi in un mondo che può rivelarsi insidioso.
Porto con me ogni giorno questa lezione, e mi rendo conto che la diffidenza, in certe situazioni, non è solo una protezione, ma una vera e propria forma di rispetto verso se stessi. Essere cauti nei confronti degli estranei non significa chiudersi agli altri, ma piuttosto essere consapevoli dei pericoli che esistono e sapersi difendere. La lezione che ho appreso quel giorno è diventata un principio guida nella mia vita: non fidarsi mai ciecamente degli sconosciuti, ascoltare il proprio istinto e mettere la propria sicurezza al primo posto.
Da buon asociale quale sono, posso dire che sono io il primo a diffidare degli estranei anche se poi è la sensazione che si prova a pelle con una persona a farla da padrone.
Mi dispiace per questo brutto episodio che hai avuto.
L'importante è essere ancora qui, poteva finire molto peggio
Non è che l'insegnamento sembri brutto di per sè: è l'infame politically correct dei nostri stivali (ovviamente alimentato da oltre trent'anni di governo sinistrota) che lo imbruttisce. Avendo avuto politici dalle affermazioni del genere ringraziate gli zingari perchè vi tolgono il superfluo (mi era stato raccontato di un dibattito nel Lazio, dove un politico di sinistra aveva tirato fuori tale affermazione), non mi sbalordisce.
!BEER
Una lezione che dovrei imparareun po' di più perché sono fin troppo ingenuo e credulone 😅🙃
🤣
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