Moby Dick: un inno all’omosessualità?

in Olio di Balena5 years ago

Oggi parliamo di un grande classico della letteratura americana: Moby Dick. Immediatamente si forma nella nostra mente l’immagine dell’enorme balena bianca (che poi era un capodoglio, infatti una balena con i suoi fanoni, i denti lunghi e sottili utili a catturare il plancton, non avrebbe certo potuto strappare una gamba al capitano Achab).

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Pixabay

Moby Dick in apparenza è solo una storia di vendetta: l’oscuro e misterioso capitano solca gli oceani in cerca di quel mostro che anni prima l’aveva mutilato, la ciurma è in balìa della sua irascibile e folle personalità bipolare. I Marinai sono partiti da Nantucket sperando di fare qualche soldo catturando balene, esseri preziosi soprattutto per lo spermaceti, sostanza utile a mantenere vive le lampade a olio. Molti critici però la vedono in modo differente: più che una storia di vendetta la reputano una storia d’amore. Ma tra chi? I personaggi principali sono tutti uomini e le poche donne fanno apparizioni sporadiche per poi sparire nel dimenticatoio. Non manca tuttavia la tenerezza, specialmente nei primi capitoli.

Ismaele, il protagonista, si ferma in un ostello di Nantucket in attesa della partenza di una baleniera su cui imbarcarsi. Tuttavia, essendo un giovane squattrinato, non può permettersi una sistemazione di lusso e si deve accontentare di quel che passa in convento. Accetta quindi l’offerta di condividere la sua stanza – e il suo letto – con un ramponiere di nome Queequeg, un selvaggio cannibale originario di un’isoletta nel sud del Pacifico. Superato il terrore iniziale per l’enorme uomo tatuato, Ismaele comincia ad apprezzarne la compagnia: i due pregano insieme il piccolo idolo di legno del ramponiere, fumano insieme la pipa sotto le coperte, la notte si abbracciano “come fossero marito e moglie”. Divenuti amici – o forse più che amici – decidono di imbarcarsi sulla stessa baleniera: il Pequod. Durante il viaggio vivranno molte avventure ma finiranno sempre per ritrovarsi uniti, una squadra che lavora insieme per raggiungere un obiettivo comune. Sarà proprio grazie a Queequeg che Ismaele riuscirà a salvarsi, unico superstite, dal naufragio finale del Pequod. Il ramponiere infatti, credendo di morire a causa un’influenza, si era fatto costruire una bara su cui aveva riprodotto i tatuaggi che porta sul corpo, e sarà proprio aggrappandosi a quel pezzo di legno intagliato che Ismaele eviterà di annegare.

A rafforzare l’ipotesi sulla presunta storia d’amore tra Queequeg e Ismaele ci sono anche altri fattori: primo fra tutti la reputazione di Melville stesso. Si diceva infatti che l’autore fosse segretamente innamorato del collega Hawthorne, autore della Lettera Scarlatta, e che malcelasse la sua reale inclinazione sessuale. Inoltre, uno dei capitoli più famosi del romanzo parrebbe proprio un’orgia omosessuale. Il titolo è “una stretta della mano” (a squeeze of the hand) e proprio di questo si parla, di mani che si stringono. La ciurma si trova sul ponte della nave per strizzare lo spermaceti dal corpo delle balene catturate di recente. Lo spermaceti in inglese si chiama “sperm”, rendendo il gioco di parole ancora più esplicito. Ismaele racconta che i marinai strizzavano vigorosamente lo “sperm” fino ad averne le mani ricoperte, e nella foga dell’operazione tutti si strizzavano a vicenda le mani intrise della sostanza vischiosa. Pare proprio si tratti di mutua masturbazione, ipotesi che molti critici hanno utilizzato a sostegno della teoria amorosa.

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Infine, doti femminili vengono spesso attribuite a Queequeg. Nonostante l’aspetto spaventoso e la corporatura massiccia, Queequeg è dotato di una gentilezza e delicatezza fuori dal comune, come dimostra l’abbraccio maritale che riserva a Ismaele la loro prima notte insieme. Queequeg viene paragonato a una levatrice, figura tipicamente femminile, quando eroicamente estrae un ramponiere in pericolo dall’enorme testa di una balena, proprio come a volerlo far nascere dal ventre materno.

Naturalmente Moby Dick non è soltanto questo, avvincenti e interessanti sono le scene di caccia, i segreti nautici svelati, le pazzie di Achab, l’avvistamento del famigerato mostro bianco. Trovo comunque sia giusto sottolineare anche questi aspetti troppo spesso trascurati che potrebbero far apparire un classico intoccabile sotto una luce nuova, lasciando sempre al lettore l’ultima parola.

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È sempre bello leggere i tuoi post, complimenti! :)

Sto cercando di variegare i post. Piccole recensioni su i vari classici della letteratura non fanno mai male

 5 years ago  Reveal Comment