Ritorno alla vita. Parte seconda. Racconto di fantasia in più parti.

in Olio di Balena4 years ago

Ritorno alla vita

Parte 2

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Quando era giovane Sara si ammalò gravemente di polmonite e fu ricoverata in ospedale per diverse settimane, ma Alex andava spesso a trovarla con suo padre, però nonostante lei continuasse a chiedere notizie di sua madre, chiedendo loro come mai non era ancora andata a trovarla, tutti e due eludevano le domande cambiando nettamente discorso.

In settembre fu dimessa dall’ospedale e quando la riportarono a casa con grande dolore apprese che sua madre era morta dopo aver avuto un incidente stradale e loro non le avevano detto niente per non compromettere la sua guarigione.

Il mondo le crollò addosso, le mancava tanto la sua mamma, così bella e giovane, sempre sorridente, riempiva la casa con i suoi sorrisi spensierati, i suoi abbracci non mancavano mai ne per lei, ne per suo fratello Alessandro.

Sara pianse per ore lacrime amare e non toccò cibo per giorni nonostante i suo cari gli fossero molto vicini.

Col passare del tempo divenne sempre più magra e sempre più triste così suo padre decise di mandarla in collegio, il che lo aveva lasciato libero di continuare l’interesse ossessivo della sua vita, gli affari!

Così Sara era rimasta lontano da casa, salvo per dei brevi periodi di vacanza, e non aveva più neanche visto la sua migliore amica Mara che le mancava tantissimo.

Il tempo aveva in parte lenito il dolore per la perdita di sua madre e quando l’ultimo anno di liceo finì, tornò a casa.

Suo fratello non lo vedeva da tanto tempo, ed era cambiato, sembrava più maturo, e lei si sentì attratta, lo guardò fisso negli occhi, ma, li distolse subito sentendosi imbarazzata, poi lo riguardò e vide che anche Alessandro la guardava con aria triste, i loro occhi rimasero per qualche istante allacciati fino a quando suo padre aveva toccato la sua spalla, facendola voltare di scatto.

  • Sara cosa ce? non saluti tuo fratello?.

Lei abbassò gli occhi, poi con impeto abbracciò Alessandro e commossa sussurrò:

  • ciao Alex mi sei mancato!

Lui la strinse a sé e le accarezzò i capelli.

  • Ciao, quasi non ti riconoscevo, sei molto cresciuta vedo, non sembri più nemmeno tu!

La allontanò di un passo,

  • ben tornata a casa sorellina!

Sara pianse di gioia abbracciando prima suo padre e poi suoi fratello.

La voce di Luca la riportò alla realtà.

  • Allora Sara vuoi dirmi o no a cosa pensi?
  • Sono molto stanca, penso proprio che me ne andrò a letto.
  • Ma non hai toccato cibo, mangia almeno qualcosa ti prego! Ricordati che sei incinta! Devi mangiare!
  • No, non me la sento proprio!
  • Sei sicura che ti senti bene?
  • Si, si, mi sento benissimo stai tranquillo, rispose lei.

Si alzò nascondendo un tremito e andarono abbracciati verso il grande soggiorno.

Come poteva restarle vicino nonostante quella terribile crisi di rabbia furiosa?

  • Sara senti, scusami, lo so, non dovevo darti quel pugno, mi sento un verme, perdonami ti prego!
  • Ho già dimenticato!

tagliò corto lei con fermezza, spero proprio che non succeda mai più.

Tu sei l’unica cosa che mi sia rimasta, voglio che rimanga con me, voglio che il nostro matrimonio sia perfetto!

  • Lo sarà

rispose lei stringendogli un po’ di più il braccio intorno alla vita.

Sara vedeva la loro immagine riflessa nello specchio sopra il cassettone antico che si trovava subito prima della loro camera da letto, poi entrò e indossò una camicia da notte bianca e Luca con i calzoncini del pigiama addosso la guardava imperiosamente.

Sebbene la sua mente le dicesse che quei giochi d’amore erano stupidi, non osava dirlo a Luca, ma perché la fissava in quel modo? cosa aveva escogitato ancora?

Luca si avvicinò all’armadio, prese delle cravatte e, spinse Sara sul letto mentre lo guardava con occhi sbarrati.

• Non ti farò niente, stai ferma!

disse lui mentre la spingeva sul letto legandola alle sue estremità ai quattro angoli.

  • Ti prego Luca non farlo, non voglio!

e cominciò a piangere disperata,

  • lasciami ti prego, lasciami.

Lui si chinò su di lei con il viso illuminato dal piacere mentre Sara si torceva disperata nel tentativo di slegarsi.

Luca si sentiva sempre più eccitato e prese possesso di lei senza che Sara potesse in nessun modo reagire.

Solo più tardi Lui la slegò e la tenne stretta a se sino a che Sara non si addormentò.

Al mattino venne svegliata dal rumore della porta della camera che si apriva, aveva dormito male, per questo si svegliò subito e si rese conto che suo marito si era già alzato.

Si alzò in piedi e si infilò la vestaglia, quindi scese di sotto e lo trovò in cucina che già vestito stava sorseggiando una tazza di caffè.

  • Dove stai andando?

gli chiese tranquillamente lei.

  • In ufficio!

replicò Luca, evitando però di incrociare il suo sguardo triste.

  • Ma oggi è sabato!
  • Ho delle pratiche da sbrigare e non posso rimandarle!
  • Capisco

rispose Sara.

  • No, tu non capisci!

la guardò minaccioso mentre si avvicinava sempre di più.

Sara scappò fuori sbattendo con forza la porta alle sue spalle.

  • Non sbattere la porta!

ringhiò lui e la raggiunse dopo pochi istanti.

Con un sorriso strano, la bocca tesa, improvvisamente la strattonò con violenza e le diede uno schiaffo colpendole l’orecchio.

Sara si aggrappò a lui per non cadere.

Questo è solo l’acconto di quello che ti succederà se non impari a comportarti civilmente.

Lei andò a buttarsi sul divano, barcollando e Luca uscì di casa sbattendo la porta con violenza.

L’orecchio le martellava, e c’era un ronzio insistente. Forse lo schiaffo aveva rotto qualche cosa?

Doveva telefonare al medico?

E che cosa avrebbe detto?

Che suo marito l’aveva picchiata?

no, non avrebbe telefonato, aveva troppa paura che Luca venisse a scoprirlo.

Si alzò dal divano e sentì un’altra fitta acuta alla testa e alla mascella.

Andò in bagno e si lavò con l’acqua fredda, poi si guardò allo specchio e vide una grossa macchia scura sul suo viso.

Il suonare insistente del campanello la scosse e ridiscese per andare ad aprire.

La signora Gianna era davanti a lei, la fece entrare e la guidò in cucina cercando di nascondere la parte del viso con il livido, ma nonostante i suo tentativi non ci riuscì.

  • Cosa le e successo? Venga qui faccia vedere!

la guardava accigliata.

  • È un brutto livido, ma come ha fatto! è forse caduta?
  • Si, si, sono caduta e ho picchiato contro lo spigolo del tavolo! ma non si preoccupi non è niente, non mi fa male.
  • Ha telefonato al medico? vuole che chiami suo marito in ufficio?
  • No, non voglio, è meglio non disturbarlo, è partito presto questa mattina, è meglio che non lo sappia, fra qualche ora non mi darà più neanche fastidio.

La donna prese la borsa del ghiaccio e la porse a Sara.

  • Ecco, tenga, la metta sopra il livido per un po’ e stia attenta, non vorrei che succedesse un’altra disgrazia, proprio ora che il signor Luca si è ripreso!
  • Quale disgrazia?

chiese Sara in tono ansioso.

  • Come non lo sa? non le ha detto niente suo marito di come è morta la sua prima moglie?
  • No!

Sara non sapeva niente,non sapeva neanche che Luca fosse stato già sposato, ma voleva che la donna continuasse a parlare per saperne di più.

• Si, si, lo so

• disse Sara voltando il viso da un’altra parte.

  • Povera signora!

continuò la donna con voce triste,

  • era così giovane e bella, cadere dalle scale le è stato fatale, ha picchiato la testa ed il signor Luca poverino quando è tornato a casa dal lavoro l’ha trovata morta in un rivolo di sangue.

Sara serrò le labbra per non gridare, le pareti della cucina diventarono improvvisamente scure intorno a lei, ma non disse nulla, in silenzio si allontanò per non mostrare il suo turbamento.

Quando Luca rientrò era ormai sera e lei si era appisolata sul divano.

Lui si inginocchiò vicino toccandole piano un braccio.

  • Tesoro, tesoro, svegliati!.

Lei aprì gli occhi e lo fissò impaurita e frastornata.

  • Luca!
  • Stavi sognando?
  • Si,

rispose lei,

  • un incubo!

E rabbrividì.

  • Non è niente

disse Luca prendendole il viso tra le mani e coprendola di baci la bocca ed il naso.

Vieni, vieni a vedere!

La condusse in cucina, il tavolo era pieno di pacchetti.

  • Aprili, dai, sono tutti per te!

Sara cominciò ad aprire i pacchi con mani tremanti, abiti, borse, scarpe, sembrava avesse svaligiato un intero negozio.

  • Sono per me?

Si, tutto per te, Sara, per farmi perdonare, sono stato proprio un idiota, ti ho fatto male vero?

Una grossa lacrima scivolò lungo la guancia di lei e Luca le baciò il livido con tenerezza.

Sara era terrorizzata, voleva mostrarsi serena, sorridere felice per quei regali, per non irritarlo, ma, più lo guardava più era cosciente del fatto che aveva sposato un uomo non del tutto anormale.

Come poteva tornare a casa con tutti qui regali dopo quello che le aveva fatto prima di andarsene?

come poteva mostrarsi cosi tranquillo con lei come se niente fosse accaduto?

lei non voleva pensarci, ma più i giorni passavano più si rendeva conto che suo marito aveva qualcosa di perfido dentro di sé, se poi pensava al modo in cui lui pretendeva di fare l'amore avrebbe voluto fuggire lontano miglia e miglia.

Cercava di concentrare l'attenzione su quello che lui diceva per non contrariarlo, ma tutto il suo essere si ribellava provocandole atroci spasimi allo stomaco.

Quella sera Luca la colmò di attenzioni e quando andarono a letto per la prima volta da quando erano sposati si addormentò subito lasciando Sara ai suoi pensieri.

Lei avrebbe impedito con ogni mezzo che Alessandro la trovasse e per questo era pronta a mettere da parte il suo orgoglio di donna e di moglie.

Sapeva che sarebbe stata dura, ma ormai aveva deciso.

Mentre pensava al suo futuro incerto le venivano incontro anche i fantasmi del suo passato, di quella sua adolescenza inquieta, di tutti quei segreti bisbigliati dai suoi genitori, l'interrompere improvvisamente un discorso quando lei entrava senza bussare e mille altre cose che lei non aveva mai capito.

Ripensava a quando suo padre l'aveva mandata in collegio in Svizzera dove lei aveva trascorso più di quattro anni della sua vita, strappandola dalla sua casa e da suoi affetti, questo lei non l'aveva mai capito, questa decisione improvvisa l'aveva completamente disorientata, così lei era piombata improvvisamente in mondo sconosciuto, dove tutti erano soltanto numeri.

Sara aveva cercato di nascondere dietro un maschera di indifferenza , la sua timidezza ed il suo disagio.

Gli scherzi, le schermaglie infantili, quei discorsi senza senso per lei riguardo i ragazzi, erano discorsi che non avevano nessun senso, infatti non aveva mai avuto attrazione per nessun ragazzo e le sue compagne l'avevano chiamata Sara il ghiacciolo.

Al ballo della scuola poi, era meglio non pensarci, si era comportata peggio di una tredicenne, le sue compagne l'avevano spinta ad appartarsi con il ragazzo giudicato il più bello del momento, ma che magra figura!.

  • Sei molto carina questa sera lo sai?

le aveva detto Roberto scivolando al suo fianco.

  • Grazie!

aveva risposto lei arrossendo, ma non per il complimento, si sentiva soltanto a disaggio, e le dava fastidio la mano che le accarezzava la schiena.

Speriamo che non mi baci, aveva pensato, e se ne stava rigida sulla sedia cercando disperatamente qualche cosa da dire per scrollarselo di dosso.

Lui aveva poggiato la mano sulla sua spalla e le sfiorava la guancia con le dita sudate.

  • Li hai portati sempre così ricci?

le aveva chiesto con quello sguardo da pesce lesso.

  • Che cosa?

Rispose lei cadendo dalle nuvole.

  • Ma i capelli! no? che altro?.
  • Ah, i capelli! Si, si, mi sono sempre piaciuti i ricci! Forse per questo non riuscirei mai a farmi suora!

  • Forse volevi farti suora?

lui la guardò inorridito da quella risposta e improvvisamente l'aveva baciata davanti a tutti facendola piombare nel buio dell'incertezza.

Era stato la prima volte che aveva baciato un uomo e non le era piaciuto per niente.

  • Passami le braccia intorno al collo!

aveva mormorato Roberto.

Lei aveva obbedito e sotto le dita aveva sentito i suoi muscoli contrarsi mentre lo stringeva.

  • Cosa c'è non ti piace?

le aveva chiesto brusco.

Sara si era alzata di scatto ed era fuggita, anche allora aveva visto il volto di suo fratello davanti a lei.

Era una cosa orribile, lei non riusciva a cancellare il ricordo di Alessandro, e per un'istante aveva desiderato che fosse stato lui a baciarla, si, proprio lui, suo fratellastro!

Continua... alla prossima puntata.

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