Piccola non è, benchè piccola appare: #untobisuntocontest più estemporaneo cronache civitesi cap. XIX

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Si potrebbe pensare che una telefonata non è chissà che. Dopotutto, è affare routinario, giusto? Ma se è in grado di cambiarci l'umor nero al punto da tornare in forze per ripigliare le nostre attività come nulla fosse, allora la piccolezza non è poi così piccola. Solo non ce ne avvediamo. Se poi la telefonata è pure aggratisss...impagabile allora🤣. Per la serie non ogni deficienza artificiale vien per nuocere, viva uozap e uozap web😝.

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Uno sguardo a fine febbraio di quest'anno, quando ho perso un altro cognato per quel malaugurato incidente in quel corso d'acqua torbido che se l'è portato via. E tutta la famiglia (o quasi), già provata da numerosi lutti in un lasso di tempo alquanto breve, è terminata a gambe all'aria. Stavolta pareva impossibile ripigliarci, quantomeno per un buon numero di familiari, anche perchè quest'ultimo decesso ha riportato a galla questioni (nulla a che fare con diverbi o dissapori familiari nè nient'altro che a questi ultimi somigli) che avrebbero fatto meglio a restarsene seppellite lì dove gli competeva. Da parte mia pure alzarmi dal letto era diventata una tragedia. Lavoravo meno e quel po' che facevo, unicamente per senso del dovere o quasi. Non fosse per le comunicazioni telefoniche con mia zia e la mia migliore amica, non avrei idea. Specie con la mia migliore amica, ultimamente. Senza togliere nulla a mia zia, per carità: soltanto che, poveretta, è ultraottantenne e non regge più i fusi orari, andando quindi a nanna assieme alle galline🐔. Dovesse star dietro a un gufo come me, starebbe fresca😆. Quindi ultimamente la comunicazione va più frequente con la mia migliore amica, che pure lei, per dirla tutta, non si fa mancare niente in fatto di grivie e paturnie: sul suo fronte, malattie croniche e disabilità importanti in famiglia, più familiari in età avanzata da guardare senza poter smettere di lavorare (impensabile), in quanto le finanze sono quelle che sono (e coi tempi che corrono, non potrebbe mica essere diversamente). Stiamo dunque a mal comune mezzo gaudio (in Spagna direbbero mal de muchos, consuelo de tontos), avendoci una bisogno dell'altra. Senza contare che dacchè ci conosciamo, è sempre stato così. Le nostre vicende sono sempre andate a braccetto tanto quanto noi. Dulcis in fundo, perfino gli sbagli che commetteva una, finiva per commetterli pure l'altra🤣 (e si lolla per non piangere😅). Si potrebbe pensare che una telefonata non è gran cosa, come affermato a inizio post. Ora, non dico che sia in grado di cambiare la vita nè a me nè alla mia migliore amica (troppe pretese, figurarsi😜), ma di donarci un minimo di forza per proseguire nel mezzo del cammin di nostra vita, per dirla con Dante Alighieri, senz'altro. Di portare un minimo di luce in questa oscurità. Ringrazio Dio per un'amicizia importantissima che riesce a durare a dispetto dei decenni che passano e delle intemperie della vita.
E ora, miei cari, quali supponete potrebbero essere le piccole cose che fanno stare bene Secondina e Mimmo di Civitopia? (ok, ok: forse più Secondina che Mimmo, ora che conoscete bene sia l'una che l'altro😁). Proseguano le danze civitesi...

CRONACHE DI CIVITOPIA: ESTEMPORANEO XIX
Ambulatorio psichiatrico
La pazienza di Secondina veniva messa a dura prova ultimamente. La questione dello stadio, diretta causa della riduzione dello stipendio di tutti i lavoratori civitesi, non sembrava la sola a impegnarsi a ritardare la compera della bici dell'addetta alle pulizie al manicomio comunale. L'improvviso aumento del costo degli abbonamenti e biglietti singoli dell'autobus non poteva risultare meno pregiudizievole. Ma i mezzi di trasporto pubblico civitesi erano oramai troppo vecchi e non si poteva più aspettare per manutenzione e riparazioni, cosicchè alla società dei trasporti non era rimasta altra via d'uscita che l'aumento dei costi di servizio per non rischiare di fallire.

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E pure l'umore di Secondina, caratterizzato da positività negli ultimi tempi, si trovava a rischio di un ritorno al passato quanto le avarie dei trasporti pubblici cittadini, tanto da sovvenirle che, non sia mai, avrebbe necessitato di sedute psicologiche, psicanalitiche o, peggio ancora, psichiatriche. Impensabile, però, riuscire a pagarsele. Oltre a dover dire addio bicicletta, i pochi risparmi che metteva via ogni mese sarebbero bastati appena per qualche seduta. Non fosse che le venne in soccorso il professor Giandomenico Neretti, Secondina si sarebbe ritrovata parecchio a mal partito. Il professore non si fidava troppo che chiunque del personale delle pulizie del manicomio comunale riassettasse il suo ambulatorio personale, per cui di solito provvedeva da sè, specie per quanto riguardava l'armadietto in cui parcheggiava le cartelle cliniche dei suoi pazienti speciali. Speciali nel senso di bisognosi di attenzione medica fuori dell'ordinario, casi psichiatrici particolarmente difficili o sfortunati, pazienti peculiari oppure troppo poveri per poter pagare i suoi servigi, come ultimamente il paziente Mimmo oppure ancora una combinazione di svariati tra i sopraindicati fattori. Il professor Neretti, a dispetto del lassismo dei tempi alle soglie del quarto millennio, specie in una città come Civitopia, era parecchio zelante nel tutelare le questioni deontologiche, il segreto professionale e soprattutto le fragilità dei suoi pazienti. Ragion per cui, a seguito di minuziose osservazioni, s'era avveduto delle necessità di Mimmo e delle qualità di Secondina. Ritenendo quest'ultima affidabilissima e degna della sua fiducia. Sinceratosi che ultimamente qualcosa non andava per il verso giusto nello stato d'animo della donna e temendo che Secondina tornasse all'umor grigio di un tempo, le propose un accordo interessante: di occuparsi di pulire e rassettare il suo ambulatorio in cambio di sedute gratis. Non che tali compiti fuoriuscissero di troppo, alla fine, dalle mansioni di Secondina, soltanto che quest'ultima avrebbe dovuto trattenersi tutti i giorni oltre l'orario canonico. Misura necessaria per non suscitare troppe invidie tra il personale delle pulizie, dato che alcuni colleghi avrebbero potuto ritenerla privilegiata. Ma il professor Neretti, che voleva una persona di fiducia per la pulizia e l'ordine del suo studio, intendeva innanzi tutto essere d'aiuto a Secondina tanto quanto a Mimmo. La donna accettò allegramente e il buon umore della evoluta Secondina tornò in tutto il suo splendore. Sebbene tale novità per il sentir comune poteva apparire un'inezia, per Secondina quegli straordinari non figuravano affatto poca cosa. Oltre a iniziare a usufruire di sedute senza dover pagare nemmeno un civis, i nuovi compiti, in particolar maniera l'armadietto dei pazienti speciali, presentavano risvolti parecchio...interessanti...Il mistero dell'armadietto si spera prosegua:

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