DETENUTO N°8496

Pixabay

(ITA)
Giorno sei.
Mio amato, continuo a patire la solitudine qui dentro. La mia cella è spoglia, gli unici spazi occupati contengono la mia triste cuccetta, il lavello e un cesso, tutto in freddo metallo. I detenuti che passano schivano le mie occhiate, i miei tentativi di trovare un compagno con cui socializzare, con cui scambiare frasi di circostanza per ammazzare il tempo, con cui affrontare i dolori e le paure di essere uccelli in gabbia circondati da un branco di gatti che aspettano un nostro cenno di debolezza per poterci spolpare. Ci sono alcuni detenuti che mi fanno rabbrividire col loro sguardo truce, per questo passo la maggior parte delle mie giornate in cella a rileggere le copie delle lettere che ti scrivo, le ho fatte in attesa di ricevere le tue che sono sicuro arriveranno presto; quando le avrò tra le mani potrò di nuovo annusare il delicato aroma della tua pelle che è penetrato nella carta, vedere la tua perfetta grafia seguendo ogni sinuosa linea che mi aiuterà a tracciare il tuo volto nel momento in cui stavi scrivendo, spero solo di non trovare gocce d’acqua a rovinare la carta perché voglio che tu non spenda neanche una lacrima per me, prima che te ne accorga sarò già tra le tue braccia.
Sembra che faranno uscire Ruben dall’isolamento nei prossimi giorni, la solitudine cesserà mi auguro. Per ora è l’unico con cui abbia stretto un fragile legame e farò di tutto per rafforzarlo, stare soli qui dentro è la sensazione più opprimente che esista, molti si lasciano andare e perdono la loro umanità, diventano lo zerbino che viene calpestato dagli stivali sporchi dei detenuti più spietati. Io non voglio che si puliscano su di me, per questo mi farò forza, per tornare da te e riuscire a guardarti ancora in faccia. Il nostro amore mi da forza. Resto trepidante in attesa delle tue lettere di risposta.
Con tutto l’amore nel mio cuore, DG.

(ENG)
Day six.
My beloved, I continue to suffer loneliness in here. My cell is bare, the only spaces occupied including my sad bunk, sink and toilet, all in cold metal. The inmates who pass by avoid my looks, my attempts to find a companion to socialize with, to exchange sentences of circumstance to kill time, with which to face the pains and fears of being birds in a cage surrounded by a pack of cats waiting for our sign of weakness to be able to pluck us. There are some inmates who make me shiver with their respite, for this step most of my days in the cell re-reading the copies of the letters I am writing to you, I made them waiting to receive yours which are sure they will arrive soon; when I have in my hands I can again the delicate aroma of your skin that has penetrated the paper, you see your perfect handwriting followed every sinuous line that helps me to trace your face when you were writing, I just hope not to find drops of water to ruin the paper because I want you not to spend even a tear for me, before you know I will already be in your arms.
It seems that Ruben will be released from isolation in the next few days, loneliness will cease my wish. For now it is required with which close a fragile bond and I will do everything to strengthen it, being alone here is the most oppressive feeling that exists, many let themselves go and lose their humanity, become the doormat that is trampled on by the dirty boots of the more ruthless prisoners. I don't want him to clean up on me, so I will do my strength to go back to you and be able to look you in the face again. Our love gives me strength. I look forward to waiting for your reply letters.
With all the love in my heart, DG.