Un Auditorium per la musica a Grosseto

in #grosseto7 years ago (edited)

Ho tra le mani il pieghevole del calendario eventi musicali a Grosseto per il 2018.
Questo mi dà modo di tornare a scrivere per l’ennesima volta della necessità di un AUDITORIUM PER LA MUSICA a Grosseto.
Già da una quindicina di anni sostengo questa necessità. Per puro diletto e passione, molti anni fa disegnai con intento provocatorio un auditorium a Grosseto. Lo ubicai niente di meno che a ridosso delle Mura in corrispondenza della pista di pattinaggio di via Manetti. Credo che non ci siano luoghi meno adatti e legalmente idonei di quello per costruire qualcosa, ma proprio per questo la mia idea fu pensata lì. Un altro luogo da me scelto, altrettanto improbabile per tale scopo è la recuperata area ex Ospedale. So bene che un progetto di un’opera pubblica dovrebbe percorrere un iter complesso che tocca tanti aspetti. Ma io me ne sono fregato, come del resto, parallelamente, la politica se ne frega di muovere intenzioni e istanze per il bene comune, al di là dell’asfaltatura delle strade, delle buche e della malvivenza comune ( solo di quella comune, di quella non comune si è meno propensi a rilevarne natura ed effetti).
Credo anche che il progresso e la ricchezza di una società si misurino dall’interesse posto agli aspetti culturali. Ricordo un vecchio collega di lavoro ( 1991/1993 ) che ebbe a dire che "la cultura è un surrogato della ricchezza". Usò proprio questa espressione. Penso volesse dire che se si è ricchi economicamente ci si può permettere la cultura. Non capii e continuo a non capire cosa intendesse lui per cultura. Forse tutto quello che è in più a ciò che sapeva lui. Boh! Mi piace sempre portare in evidenza un confronto. Quello fra due epoche, una del passato ( a caso) e quella contemporanea. Nelle epoche passate con poca tecnologia meccanica si riusciva in maniera inversamente proporzionale a concretizzare grandi cose ( pensiamo alle innumerevoli chiese cosparse sul territorio o ai magnifici palazzi pubblici delle città italiane) . Oggi, con grandi tecnologie meccaniche ( si pensi alle possenti gru, agli escavatori, ai manufatti preconfezionati ecc ecc ) poco o niente si vede realizzato di bene pubblico a livello culturale. Nella sola città di Grosseto ci sono - cito come esempio ripetuto anche altrove- la scuola elementare di via Mazzini e il palazzo Mensini: due colossali edifici pubblici costruiti più di duecento anni fa evidentemente con mezzi meccanici semplici e più che altro con la forza di braccia umane, non certo con gru a motore. Ebbene, oggi diciamo menomale che qualcuno ci pensò perché se dovessimo costruire qualcosa di pubblico di quella mole nella città , sarebbe impensabile, proprio per ciò che ho detto prima, ovvero per la impotente capacità realizzativa a cui è giunta la nostra misera società.
Allora dico che viviamo in un'epoca misera proprio perché non riusciamo a dare pregio a quella parte di società che vale, cioè a quelle persone che con il loro impegno e doti naturali sono in grado di rappresentare ciò che di più nobile c’è nell’animo umano. Personalmente metto ai primi posti della nobiltà umana i musicisti. Ci vuole poco a pensalo, certo, ma se si va a vedere ci sono nazioni che sanno esaltare la musica come valore umano alto e certe altre che dalla miseria politica ricavano benefici per pochi e spesso per i peggiori elementi della società.
Solo pochi giorni fa ho assistito ad una esibizione di due musicisti, una di quelle nel calendario degli eventi grossetani . Ero imbarazzato ad applaudire per la distanza che percepivo tra me spettatore e loro abili e virtuosi strumentisti. Ma quello che mi metteva in imbarazzo da cittadino era il fatto che dovevano esibire le loro grandi capacità di esprimere alta cultura in una stanza rabberciata a sala auditorium di una città di più di ottantamila abitanti. Mi vergognavo. Ma queste stesse cose io le esprimevo più di venti anni fa quando ero riuscito ad elaborare una mia idea su che cosa volesse dire essere abitante di una città e che cosa volesse dire città, e se per considerarla tale dovesse annoverare tra i suoi elementi costitutivi un elenco di strutture indispesabili a renderla tale, o in loro mancanza, a qualificarla come altra cosa. Nell’idea comune della socità italiana la città annovera elementi indispensabili. Potete immaginare una città italiana senza una chiesa? O senza il palazzo comunale? Una città senza una torre o un campanile? Una città senza un mercato? Senza teatro? Senza una scuola? No, evidentemente. Ci sono cose che fanno parte dello scheletro della città. E per me l’auditorium per la musica rientra fra quegli elementi irrinunciabili . Per caso vi vengono in mente nomi di musicisti italiani? Per forza! Potremmo fare un elenco interminabile ! E noi cosa ne facciamo di tali nomi? Cosa facciamo per tenere alto il nome di tanti illustri che vengono rappresentati in tutto il mondo ? Li adattiamo il più delle volte nelle chiese, come se le chiese fossero luoghi di esibizione artistica. Oppure in luoghi rabberciati a sale da ascolto. Non che in Italia non ci siano auditorium ma è evidente che non ve ne siano in numero adeguato per quanto la musica meriterebbe. Si sfruttano addirittura teatri all’italiana per esibizioni musicali dave si sa bene che l’effetto acustico di un teatro all'italiana nato per la chiarezza della voce non è idoneo a mettere in risalto gli effetti musicali. Per non parlare di ex cinema riadattati a teatro o alle piazze. Vero che ci sono piazze, anzi, piazzette che garantiscono talvolta un’acustica pregevole ma si dà il caso che esibirsi all’aria aperta comporti rischi di tipo meteorologici.
Certo nulla vieta ad una ensamble o ad un’orchestra di esibirsi nei luoghi più insoliti, ci mancherebbe altro, viva la fantasia, ma il luogo precipuo all’esibizione musicale è l’auditorium. E se una città non dispone di auditorium per la musica vuol dire che è una città misera. Misera culturalmente, che considera la cultura musicale qualcosa di rinunciabile. Per me non è così e questo è il termometro che uso per misurare il valore che una società conferisce alla cultura e per misurare il valore di chi amministra e guida le città e le sorti delle stesse.
Consideriamo che la lunghezza della vita della città non corrisponde alla vita di una singola persona e per questo le città dovrebbero disporre di programmi di sviluppo a lungo termine. Purtroppo si evidenzia che certe città come quella dove vivo, di programma non hanno niente se non quello di stabilire dove costruire le palazzine e per conseguenza altre poche strutture come i supermercati e poco altro. Ricordiamoci che molto patrimonio ci proviene dal lascito del passato!
Gli stessi cinema sono diventati capannoni! Le città , ma io in questo momento penso a quella dove vivo, si sono snaturate. La città di Grosseto resta tale solo perché esiste un nucleo, dentro o poco fuori le Mura che ne definisce un’identità, altrimenti cosa sarebbe? Possiamo chiamarla città tutto quello che non è dentro le mura o quel poco al di fuori di esse? Per me non lo è e proprio per controbattere alla sterile costruzione di palazzine sostengo l’idea della necessità di avere un Auditorium per la musica. Ci sono decine di bravissimi musicisti a Grosseto che hanno raggiunto livelli di professionalità massima con riconoscimenti internazionali, maestri di ogni tipo di strumento musicale che possono mettere su un prezioso programma di eventi in virtù di un loro grande spirito di adattamento che ne esalta anche doti di umiltà ma che meriterebbero un riconoscimento da parte della città in cui hanno vissuto e vivono. Un auditorium sarebbe la minima ricompensa morale . Ma chi glielo consegnerà mai?

Area ex ospedale

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Area via Manetti

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Sono d'accordo. A Grosseto l'auditorium sarebbe davvero utile.

Hola @giampaolociurli, upv0t3
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