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Il 22 novembre 2025 ha segnato una data critica per il Bitcoin, con il settore delle criptovalute scosso da un'improvvisa crisi. Su Hyperliquid, un crollo inaspettato ha generato liquidazioni per miliardi di dollari, creando un'atmosfera di profonda incertezza. Le analisi di piattaforme come Bitget, Cryptopolitan e Binance rivelano un quadro dominato dall'apprensione degli investitori, da una marcata fragilità del mercato e da un pessimismo sempre più diffuso.
L'elemento centrale di tale vicenda, che ha calamitato l'interesse generale, è stato il velocissimo calo del valore di Bitcoin. In un lasso di tempo estremamente contenuto, la principale criptovaluta ha registrato una brusca discesa su Hyperliquid, arrivando a toccare la sorprendente quota minima di 80.255 dollari. Tale circostanza, ampiamente descritta in un pezzo di Bitget News intitolato "Bitcoin crolla a $80K su Hyperliquid mentre le liquidazioni raggiungono i $2B e aumenta la pressione di vendita al dettaglio", ha innescato una tangibile ondata di panico, sfociata nella liquidazione di ben 2 miliardi di dollari in posizioni. È evidente che una somma di questa portata non sia trascurabile e abbia inevitabilmente alimentato una notevole apprensione tra gli operatori, messi di fronte a un'estrema volatilità.
La portata di queste liquidazioni ha colpito duramente alcuni operatori. Il resoconto mette in luce la chiusura forzata di ben cinque account, ognuno dei quali presentava un'esposizione di circa 10 milioni di dollari. Il dato più rilevante, diffuso da BlockPulse e citato nell'analisi, è stata tuttavia la liquidazione singola più cospicua, pari alla cifra mastodontica di 36,78 milioni di dollari. Questi numeri ci rammentano la violenza e la rapidità delle correzioni in mercati con una leva finanziaria così elevata. Sebbene il prezzo di Bitcoin abbia mostrato una notevole capacità di ripresa, risalendo prontamente per attestarsi sui 83.000 dollari, l'evento ha indubbiamente lasciato la sua impronta. I dati di mercato, difatti, continuano a segnalare condizioni di marcata instabilità e, fatto ancora più allarmante, un crescente sconforto tra i trader. Ciò suggerisce che la ripresa potrebbe rappresentare solo un momento di tregua, non una soluzione conclusiva alle problematiche sottostanti.
Quali sono state, dunque, le cause scatenanti di un deprezzamento così improvviso e distruttivo? Gli analisti hanno individuato svariati elementi fondamentali. In primis, la ridotta liquidità del mercato ha rivestito un ruolo determinante. In contesti di scarsa liquidità, persino ordini di vendita di entità modesta possono generare un impatto sproporzionato sul valore, dando origine a un effetto domino. A questo si è sommato l'elevato numero di posizioni "long" che erano state aperte con un'eccessiva leva finanziaria, prossime ai recenti picchi. Queste posizioni, per loro natura, sono più esposte alle fluttuazioni dei prezzi e, non appena il mercato ha iniziato a invertire la rotta al ribasso, si sono innescate vendite coatte che hanno ulteriormente accentuato il declino.
Le informazioni on-chain, che fungono da registri pubblici di ogni singola transazione, hanno evidenziato un'impennata delle vendite coatte non appena le quotazioni hanno infranto la soglia degli 82.000 dollari. Tale congiuntura descrive un mercato in cui la fiducia è venuta meno con rapidità, spingendo numerosi investitori a liquidare le proprie posizioni per contenere le perdite. Sebbene la traiettoria complessiva di Bitcoin sia ancora percepita come rialzista da gran parte degli addetti ai lavori e degli specialisti, è innegabile che questi "gruppi" di posizioni ad alto margine continuino a costituire punti vulnerabili, in grado di esacerbare le rapide oscillazioni e di generare ondate di liquidazioni.
Nel momento in cui scriviamo, il Bitcoin si attestava sui 83.959 dollari, avendo registrato un minimo di 80.880 dollari quel venerdì. Il movimento ribassista verso la soglia degli 82.000 dollari non ha solo provocato liquidazioni superiori ai 2 miliardi di dollari nelle precedenti 24 ore, ma è stato altresì caratterizzato da un deflusso senza precedenti dagli ETF, pari a complessivi 903 milioni di dollari. Questi ingenti deflussi, a giudizio degli analisti, costituiscono un palese indicatore di "de-risking", ossia la propensione degli investitori a diminuire la propria esposizione verso asset reputati più a rischio, in un panorama di incertezza. Una parte considerevole di questa tensione è correlata all'incertezza circa le future decisioni di politica monetaria della Federal Reserve, un elemento macroeconomico che esercita invariabilmente un'influenza marcata sui mercati finanziari, compresi quelli delle valute digitali.
Un particolare degno di nota, utile a comprendere l'origine di questa fase di vendite, proviene direttamente dagli esperti di JPMorgan. Contrariamente alle aspettative, non sono state le grandi entità istituzionali a dare il via alla flessione, bensì i trader al dettaglio, ovvero gli investitori privati. Le loro consistenti dismissioni di ETF su Bitcoin ed Ether hanno contribuito in maniera sostanziale alla contrazione dei prezzi. JPMorgan ha inoltre identificato due soglie cruciali di pressione per Bitcoin: 84.000 e 73.000 dollari. Questi rappresentano i livelli che gli operatori osserveranno con attenzione per determinare le loro future strategie: se approfittare del ribasso ("buy the dip") o se attendere una maggiore trasparenza e solidità del mercato prima di rientrare.
Il sentimento generale del mercato, come sovente accade in fasi di acuta volatilità, ha toccato livelli minimi senza precedenti. Le rilevazioni di 10x Research sono indicative: il loro "Greed & Fear Index" è precipitato al di sotto di quota 5, la cifra più bassa mai registrata. Per coloro che non ne fossero a conoscenza, valori inferiori al 10% di questo indicatore sono tipicamente legati a momenti di "capitolazione", quando la paura prende il sopravvento sugli investitori, spingendoli a liquidare a qualsiasi costo. Anche la media a 21 giorni dell'indice è scesa al 10%, un parametro che, in passato, ha sovente preannunciato i minimi di breve periodo. Ciò potrebbe prefigurare una potenziale ripresa tattica.
Ciononostante, è imprescindibile evitare facili entusiasmi. Markus Thielen di 10x Research ha messo in guardia sul fatto che un pessimismo di tale entità, seppur sovente precursore di una ripresa, non assicura affatto un'immediata inversione di rotta. Egli rammenta che, all'inizio dell'anno in corso, l'indice aveva toccato il suo punto più basso, eppure le quotazioni avevano continuato a calare per diverse settimane prima di manifestare un segnale di rialzo. È innegabile che, dopo quel picco negativo di sentiment, Bitcoin abbia messo a segno un rimbalzo iniziale del 10%; tuttavia, con la paura che oggi si attesta su livelli analoghi, pur essendo ipotizzabile una risalita nel breve, gli operatori dovrebbero prepararsi a una volatilità che resterà una caratteristica intrinseca del mercato. La prudenza, di conseguenza, si conferma la linea guida principale.
Tra le concitate dinamiche di mercato, il 22 novembre 2025 ha visto anche l'emergere di altre notizie di rilievo, che sottolineano la complessità e la natura multidimensionale del comparto crypto. In primo luogo, Eric Trump, figlio dell'ex presidente degli Stati Uniti, ha categoricamente smentito le accuse secondo cui la sua impresa, la World Liberty Financial, avrebbe agevolato operazioni di riciclaggio di denaro attraverso criptovalute per paesi soggetti a sanzioni internazionali, quali Russia e Corea del Nord. Si tratta di imputazioni gravi, che evidenziano le problematiche normative e reputazionali che il settore delle criptovalute è chiamato ad affrontare a livello mondiale.
Dall'altro canto, è giunta una notizia di tenore decisamente più incoraggiante per il settore: la Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense ha concesso l'approvazione all'ETF Bitwise 10 Crypto Index per la quotazione sul NYSE Arca. Questo via libera costituisce un progresso notevole verso l'integrazione delle criptovalute nel mainstream, offrendo agli investitori un mezzo più convenzionale e sottoposto a regolamentazione per accedere a un portafoglio eterogeneo di asset digitali. Tali avvenimenti, siano essi di natura legale, economica o regolamentare, continuano a delineare il profilo del mondo cripto, palesando un comparto in perenne trasformazione e costantemente al centro dell'attenzione.