La grande rete di un piccolo mondo

in #charax6 years ago (edited)

Una delle teorie più affascinanti alle quali ci siamo ispirati per creare il modello teorico di Charax è la teoria del mondo piccolo. Essa descrive la relativa vicinanza di due o più persone, indipendentemente dalla distanza geografica che le separa. Per fare in modo che ciò avvenga, è però necessario creare o permettere la nascita di una rete sociale che comprenda un numero di nodi sufficienti a mettere in collegamento tutti altri. Per farla breve, con un certo numero di persone che condividono le loro relazioni sociali è possibile connettere tutti gli esseri umani del mondo.

Conoscere l’umanità con sei strette di mano

Il mondo è piccolo

È una delle più famose citazioni entrate nell’uso comune, utilizzata solitamente per indicare la sorpresa che si prova nell’incontrare una persona che condivide le nostre conoscenze, talvolta in modo diretto o attraverso una catena di conoscenze. La distanza che separa una persona da un’altra su questa catena immaginaria viene indicata dai gradi di separazione. In una rete sociale non superano mai i sette, attestandosi il più delle volte su una media di sei. Da qui nasce la teoria dei sei gradi di separazione, formulata per la prima volta dallo scrittore ungherese Frigyes Karinthy nell'opera “Catene”, di cui riportiamo un estratto:

Mettiamola così: relativamente parlando, il globo terrestre non è mai stato tanto piccolo com’è adesso. A rimpicciolirlo è stato il ritmo sempre più veloce della comunicazione fisica e verbale […] Chiunque, su questo pianeta, può venire a sapere nel giro di pochi minuti quello che penso e faccio, cosa voglio o cosa vorrei. E se desidero accertarmene di persona, in pochi giorni, in pochi salti, arrivo dove voglio.

In un altro estratto descrive con semplici parole come avrebbe potuto collegare sé stesso ad un qualsiasi addetto al montaggio della Ford Motor Company.

Con quattro passaggi raggiunsi la fine della catena. “L’operaio conosce il suo capo officina, che conosce Mr. Ford, il quale a sua volta è in buoni rapporti con il direttore generale dell’impero editoria Hearst. Quest’ultimo, l’anno scorso, ha avuto modo di conoscere il signor Árpád Pásztor che è anche un mio ottimo amico.

Il gioco dei pacchi


Il primo a sottoporre la teoria del mondo piccolo a prova empirica fu lo psicologo Stanley Milgram, che nel 1967 selezionò un numero casuale di residenti nel Midwest statunitense chiedendo loro di spedire un pacco nel Massachusetts, a migliaia di chilometri di distanza. I mettenti conoscevano il nome del destinatario, il suo impiego e la zona di residenza, ma non l’indirizzo di casa. Il loro obiettivo era spedire questo pacco ad una persona che conoscevano e che credevano potesse portarlo il più vicino possibile alle persone designate. I destinatari avrebbero dovuto fare lo stesso finché il pacco non arrivasse nelle mani del destinatario finale. La prima ipotesi che formulò prevedeva un centinaio di intermediari, ma con sua grande sorpresa scoprì che in tutti i casi la media equivaleva sempre a sei.

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E-package


Dopo trentaquattro anni, nel 2001, il ricercatore Duncan Watts, forte dell’ascesa di internet, ricreò l’esperimento di Milgram utilizzando le mail. Simile nelle condizioni al precedente, esso prevedeva la trasmissione di un pacco da parte di 48.000 mittenti a soli 19 destinatari residenti in 157 stati diversi. Dall'analisi dei dati Watts riscontrò che il numero medio di intermediari era effettivamente sei. La sua ricerca ha contribuito enormemente all'analisi delle reti informatiche ed elettroniche, alla studio della trasmissione di malattie, alla teoria dei grafi e alla telecomunicazione.

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Gli amici dei miei amici


Duncan Watts non ha solo il merito di aver riproposto l’esperimento di Milgram, ma anche di aver formulato un modello che analizza i comportamenti delle relazioni tra elementi in una rete sociali. In parole semplici, con il suo modello è possibile descrivere i movimenti delle relazioni sociali all’interno di uno insieme, sia esso una cerchia di intimi amici o un insieme di conoscenti dislocati in punti casuali. Seppur il modello Watts–Strogatz non sia stato creato appositamente per tale scopo, risulta essere uno strumento valido per lo studio delle reti sociali in quanto, a fronte di determinati parametri - in tal contesto è detto β -, può creare un grafo aleatorio che rappresenta il comportamento delle relazioni sociali umane.

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Nella realtà


Per citarne qualcuno, Facebook e LinkedIn utilizzano il modello Watts–Strogatz per i loro algoritmi, illustrando inoltre come i gradi di separazione si siano assottigliati grazie ad un potente strumento di coesione come i social network. In uno studio condotto in collaborazione con l'Università di Milano, Facebook ha dimostrato che i gradi di separazione tra i suoi utenti si attestano attorno ai 3,5. C'è però da sottolineare un dettaglio importante: le amicizie sui social network non corrispondono sempre a relazioni nella vita reale, creando quindi una nuova sorta di intermediario, meno percettibile di una reale, ma comunque esistente. Nell'articolo dedicato al sistema socioeconomico di Charax, abbiamo assunto che la presenza dei medium spinge le persone ad allontanarsi, minando quindi le fondamenta del grafo sociale. Ecco perché perseguiamo lo scopo di avvicinare realmente le persone, con l'intenzione di ridurre il grado di separazione ad uno, creando un network decentralizzato che unisca finalmente tutta l'umanità.